La strana guerra

In ambito storico l’espressione strana guerra indica un periodo della Seconda guerra mondiale che fece registrare una stasi delle operazioni militari. Gli eventi che fanno da confine alla “strana guerra” sono: la fine della campagna di Polonia (6 ottobre 1939) e l’avvio delle operazioni per la Campagna di Francia (10 maggio 1940). I fatti che andiamo a riassumere in questo articolo costituiscono le premesse storiche che portarono alla Campagna di Francia.

Strana guerra

La “strana guerra” dopo la campagna di Polonia

Subito dopo la conclusione della campagna di invasione della Polonia da parte dell’esercito tedesco, la quale iniziò il 1° settembre del 1939 e terminò il 6 ottobre dello stesso anno, Hitler decise di ammassare al confine occidentale esercito e aviazione tedeschi. Gli alleati, allarmati per questo repentino cambiamento di strategia da parte dei tedeschi, decisero di contrastare immediatamente questo ammasso di truppe.

La posizione della Gran Bretagna

Nei numerosi incontri che ne seguirono, i rappresentanti militari e politici dei paesi alleati ragionarono su una serie di piani che prevedevano l’apertura di nuovi teatri di guerra per disperdere le truppe tedesche. Winston Churchill, da poco nominato ministro della marina britannica, propose con forza l’apertura di un fronte di guerra navale nello stretto del Mar Baltico. Lo scopo era quello di impedire alla marina tedesca di approvvigionarsi di materie prime scandinave.

Hitler contro la Francia e l’Unione Sovietica

L’esercito tedesco infatti era intenzionato a costruire delle basi navali in Norvegia proprio per iniziare l’offensiva contro la Gran Bretagna. Hitler però non voleva entrare in conflitto con gli inglesi. La sua strategia prevedeva invece la distruzione dell’esercito francese e la conquista della Francia, per annichilire totalmente gli alleati e giungere ad un compromesso con i britannici.

Il suo scopo era quello di attaccare l’Unione Sovietica non più tardi della primavera del 1940. Inoltre il dittatore tedesco riteneva che il fattore tempo fosse fondamentale. Attendere ancora, come suggerivano gli alti comandi tedeschi, avrebbe spinto sia gli USA che Stalin ad entrare in guerra riproponendo la stessa situazione della Prima Guerra Mondiale che avrebbe poi portato alla sconfitta definitiva dei tedeschi. Pertanto il Führer decise che il 12 novembre del 1939 le sue armate e l’aviazione avrebbero dovuto attaccare la Francia.

Il continuo rinvio dell’attacco

I capi militari tedeschi contrastarono immediatamente questa decisione. Il timore che l’offensiva potesse durare molti mesi, come del resto era accaduto durante la Prima guerra mondiale sulla Marna e che aveva comportato un sacrificio enorme in termini di uomini e mezzi, spinse molti alti generali ad opporsi strenuamente al piano di Hitler. Fra questi ci fu cui anche il Capo di Stato Maggiore dell’esercito von Brauchitsch.

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Tuttavia non fu l’opposizione dei militari ad indurre il dittatore a rinviare per 29 volte l’attacco, fino a fissare l’ultima data utile per il 10 maggio del 1940, ma le inevitabili complicazioni climatiche. Questa pausa permise all’esercito tedesco di riorganizzarsi, di migliorare il suo equipaggiamento e di addestrare più soldati.

Il colpo di falce

Inoltre venne preparato un piano d’attacco completamente diverso, che venne chiamato dai tedeschi Sichelschnitt colpo di falce” e che prevedeva lo sfondamento dell’esercito nemico e il suo accerchiamento da nord. Hitler intuì che questo piano era migliore rispetto a quelli precedenti, i quali erano sostanzialmente uguali ai piani utilizzati durante la Prima guerra mondiale.

Questa intuizione fu vincente perché gli alleati si aspettavano invece l’utilizzo degli stessi piani strategici della guerra del 14-18 e avevano già iniziato a preparare una controffensiva in quella direzione. In particolare furono i francesi a pensare che si sarebbero riproposte le stesse condizioni di 26 anni prima.

Il colpo di falce invece venne migliorato e rivisto dal generale von Manstein che lo adattò alle circostanze e alle condizioni climatiche dell’epoca. Questo spostamento della data, benché meditato, fu fonte di apprensione per Hitler per i motivi già accennati. Ma anche perché permetteva all’opposizione interna di riorganizzarsi. Il Führer non ignorava la presenza di partigiani tedeschi che avrebbero voluto destabilizzarlo, ma non sapeva quanto profondo era il malessere contro la sua politica di conquista.

La guerra di inverno

E’ da ricordare un altro importante evento che accadde nel periodo della “strana guerra”. Esso fu la cosiddetta guerra d’inverno, a cui abbiamo dedicato un altro articolo. Essa cominciò con l’assalto sovietico alla Finlandia, il 30 novembre 1939.

Da Wikipedia:

L’opinione pubblica, in particolare in Francia e Regno Unito, trovò facile schierarsi emotivamente con la democratica Finlandia, e richiese ai propri governi azioni concrete in sostengo dei “prodi finlandesi”, contro l’aggressore incomparabilmente più grande, l’Unione Sovietica, in particolare perché la difesa dei finlandesi sembrava avere più successo di quella dei polacchi nei confronti dei tedeschi.

Paradossalmente, in questo contesto la Germania si trovò dalla parte dei sovietici, contro la Finlandia. Hitler impedì così ogni aiuto al paese scandinavo.

Le possibili trattative tra Germania e Gran Bretagna

La storia non si fa con i se, tuttavia è evidente che le cose sarebbero andate diversamente se l’opposizione tedesca interna, fosse riuscita a trattare con la Gran Bretagna e ad organizzare un colpo di stato. In realtà le cose andarono diversamente.

I colloqui fra gli oppositori di Hitler e gli alleati – che coinvolsero segretamente anche il Vaticano – non portarono a nulla. L’attacco dei tedeschi contro Norvegia e Danimarca avvenne il 9 aprile del 1940; si creò il sospetto che l’opposizione non volesse davvero il colpo di stato. Mentre i dissidenti tedeschi ritennero che le trattative avviate dalla Gran Bretagna fossero troppo lente e incerte. Queste premesse portarono in seguito alla Campagna di Francia (ricordata storicamente dai francesi come Bataille de France, e dai tedeschi come Westfeldzug).

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Fulvio Caporale

Fulvio Caporale è nato a Padova e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche svolge la professione di consulente editoriale e pubblicitario. Collabora con case editrici e giornali cartacei e online occupandosi di libri, arte ed eventi culturali. Ha tradotto testi letterari e tecnici dallo spagnolo, dal portoghese, dall'inglese e dal catalano.

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