L’amico Fritz, trama dell’opera lirica di Pietro Mascagni

Commedia lirica divisa in tre atti, musicata da Pietro Mascagni, L’amico Fritz venne rappresentata per la prima volta il giorno il 31 ottobre 1891 presso il Teatro Costanzi di Roma (oggi conosciuto come Teatro dell’Opera). Il libretto è di Nicola Daspuro – citato con lo pseudonimo di P. Suardon – e si basa a sua volta sulla commedia L’ami Fritz del 1864 della coppia Erckmann-Chatrian. Trama, analisi e commento seguenti sono a cura del Maestro Pietro Busolini.

L'amico Fritz - una scena
Una scena tratta da L’amico Fritz, commedia lirica di Pietro Mascagni

Riassunto e trama de L’Amico Fritz

Atto primo

Alsazia. Nella sua casa Fritz Kobus, scapolo irriducibile e benefattore del suo paerse, trascorre beatamente la sua vita assieme agli amici Federico e Hanezò – anch’essi legati al celibato, tutti partecipi nel prendersi gioco del rabbino David, sempre desideroso di benedire fidanzamenti e matrimoni; Fritz scommette con il rabbino una vigna in quanto “mai” lo porterà al matrimonio.

Siamo sempre nella casa di Fritz e qui comincia una festa con i nostri amici ed anche la giovane figlia del fattore, bella e gentile fanciulla che regalerà a Fritz un mazzolino di violette. Con loro giungerà anche lo zingherello Beppe, salvato in un giorno di tempesta dal buon Fritz, Beppe tesse le sue lodi al suo benefattore suonando armonicamente il suo violino. Fritz si schermisce dicendo di non meritare tanto riconoscimento, la giovane Suzel, chiede il permesso di andarsene mentre il rabbino David sentenzia che la fanciulla sarà la la più bella sposina d’Alsazia.

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Atto secondo

La scena si sposta nella casa del fattore nella bucolica campagna alsaziana. Fritz incontrando la giovine Suzel si affeziona e intreccia ingenui colloqui; comincia ad innamorarsene, ma non lo vuole ammettere a se stesso; dal canto suo Suzel è innamoratissima del bel Fritz; questo comunque viene notato dal rabbino David che comincia con la fanciulla a farle recitare un passo della Bibbia riguardante Rebecca e Isacco, dove Rebecca denuncia il suo amore per l’amato; qui il rabbino fa confessare a Suzel il suo amore. David comunica a Fritz che la fanciulla convolerà a nozze; avrà la certezza dell’amore di Fritz per la fanciulla quando questi a malapena dissimulerà il suo disappunto con stizza, e ritornerà in città con gli amici senza nemmeno salutare Suzel. Suzel disperata per la partenza di Fritz non nasconde le sue lacrime.

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Atto terzo

La scena si sposta di nuovo in casa di Fritz. Egli è triste, continua a pensare a Suzel e ricorda di non averla nemmeno salutata, in quel mentre entra Beppe che a sua volta racconta le sue pene d’amore. Il rabbino David raggiunge la casa di Fritz comunicandole che nel pomeriggio il buon fattore raggiungerà la sua casa per avere il consenso per la figlia Suzel a convolare a nozze. Fritz fuori di sè dalla gelosia urla che non consentirà giammai a questo matrimonio. Arriva Suzel che invoca Fritz di salvarla dal matrimonio in quanto non innamorata.

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Finalmente Fritz confessa alla giovane il suo amore, amore condiviso da sempre da Suzel, per la gioia di David che benedice questa unione e che regala a Suzel la vigna avuta da Fritz. David intanto pregusta la gioia di veder anche Federico e Hanezò – gli amici di Fritz – trovare anche loro una buona e bella moglie.

Analisi dell’opera

Una foto di Pietro Mascagni
Pietro Mascagni (1863 – 1945)

Il grande Mascagni, innovatore, generatore e veicolatore di poesia e di garbo, musicista forse poco capito se non per la sua Cavalleria Rusticana, fu vittima della stampa (come molti musicisti italiani di fine ‘800 e del primo decennio del novecento, fino alla fine dello stile floreale o liberty) sempre carica di pregiudizi e di incomprensioni espressi dai medesimi autori che, dopo il 1926-1932, lo esaltavano ed incensavano sulle loro riviste musicali.

Capitolo a parte per puccini che è stato forse l’unico a vivere da re, sebbene a volte contrastato dalla stampa, ed a morire da imperatore.

Mi preme innanzitutto sottolineare come al di là dell’apparente disimpegno stilistico con cui si è soliti liquidare l’Amico Fritz, questo lavoro sia caratterizzato in realtà da una costruzione ben più complessa e meditata di quella di “Cavalleria”; come dicevo è opera deliziosa, carica di melodia e sentimento, opera che fino al 1955-1960 ebbe un notevole successo ed una meritata fortuna.

Sempre i medesimi detrattori, i “soloni della carta stampata”, dissero fosse un’opera leggera, ma erano solo mere calunnie di giornalisti prezzolati ed incompetenti, adusi solamente a sentir musica datata ed in special modo contrari a tutto quello che i musicisti creavano di moderno.

Indubbiamente Cavalleria è opera imcomparabile, riscaldata da quel sole di Sicilia e dalla penna del Verga, ma nel dramma rusticano prevalgono la costruzione a grandi blocchi e il respiro tragico ed incalzante che spingono l’azione inesorabilmente verso la catastrofe finale, facendo del personaggio di santuzza il perno di tutta l’azione drammatico-musicale. Nella commedia alsaziana invece, ovvero nell’Amico Fritz, troviamo una commedia dove il gergo vernicolare ed il gusto macchiaiolo si impongono talvolta con un’invadenza a volte sfacciata, che compare per la prima volta nella poetica mascagnana creando quell’elemento d’ironia di derivazione scapigliata, ereditata dal Faldella e dal Dossi che si fa elemento straniante determinando la concezione “bipolare”, scissa, ambigua della drammaturgia dell’Amico Fritz.

L’Amico Fritz è un’opera unica nel suo genere idilliaco che possiamo considerare una bella o, più semplicemente, una fantastica storia d’amore.

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Stefano Moraschini

Stefano Moraschini lavora sul web dal 1999. Ha fondato Biografieonline.it nel 2003. Legge e scrive su, per, in, tra e fra molti siti, soprattutto i suoi, tra cui questo. Quando non legge e non scrive, nuota, pedala e corre. È degustatore professionale e giudice internazionale di birre. Copywriter e storyteller, aiuta le persone a posizionarsi sul web raccontando la loro storia. Puoi metterti in contatto con lui su Instagram, LinkedIn, Twitter, Facebook.

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