Perché per scaramanzia si usa incrociare le dita?

Tra i gesti più diffusi e usati almeno una volta nella vita da ognuno di noi, come rituale scaramantico, troviamo quello di incrociare le dita. Ai giorni nostri, questo gesto viene usato, per augurarsi o augurare buona fortuna e per difendersi dalla mala sorte quando raccontiamo un fatto “non vero” o una “bugia”.

Il gesto di incrociare le dita
Incrociare le dita è un gesto scaramantico che ha origini religiose

Un gesto diffuso

Il classico “croiser les doigts”, incrociare le dita, è uno dei gesti maggiormente usati in tutto il mondo occidentale per allontanare la negatività e portare energia “buona” prima di compiere un qualsiasi gesto o azione propizia.

Si tratta di un gesto scaramantico che porta fortuna.

Le origini religiose

Il gesto di incrociare le dita ha in realtà origini religiose: già nel Medioevo tale gesto era in voga, per tenere lontano il diavolo, il malocchio e la sfortuna.

In quel periodo, si riteneva che il diavolo potesse raggiungere le anime passando attraverso le dita e da lì in poi, l’usanza di incrociare le dita per richiedere una protezione divina, è sempre stata messa in atto da tutti.

In realtà, si tratterebbe di un altro modo per fare il segno della croce.

La posizione pantea

Infatti nella iconografia cristiana, troviamo spesso l’immagine di Cristo che tiene la mano destra in posizione pantea, dove il dito indice, medio e pollice sono tesi, a raffigurare la Trinità, mentre il mignolo e l’anulare li vediamo ripiegati.

Si tratta di un tipico segno usato nella tradizione cristiana ortodossa.

mano pantea gesu cristo
La mano pantea di Gesù raffigurata in un mosaico (Ravenna, Basilica di Sant’Apollinare Nuovo)

Gesti analoghi all’estero

Il rito scaramantico dell’incrocio delle dita è usato anche in altri paesi stranieri.

  • In Gran Bretagna, l’espressione “to keep the fingers crossed”, viene utilizzata per scongiurare il malocchio.
  • In Germania i tedeschi abitualmente premono i pollici di un amico per augurargli un auspicio di buona fortuna: il gesto, proviene dalle antiche tribù germaniche, per le quali il pollice era considerato il dito più importante.
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I gesti rituali con le dita propiziano sempre una difesa contro le avversità del fato.

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Stefano Moraschini

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il vero significato risale alle prima tradizione cristiana dove il sego era usato come benedizione vescovile (vescovo=episcpos=sorvegliante) in quanto che le dita incrociate non sono altro che la figurazione delle gambe di Cristo in croce, segno di resurrezione, quindi segno salvifico quindi augurale