L’invasione della Polonia (settembre 1939)

Dopo l’attacco fulmineo alla Polonia, avvenuto il 1° settembre del 1939 alle 4.45 del mattino, Hitler ebbe due giorni di euforia che si smorzarono il 3 settembre quando la Gran Bretagna e la Francia gli dichiararono guerra. La Gran Bretagna era stata considerata da Hitler, a torto e senza alcuna prova a suffragio di tale teoria, un alleato essenziale per la sua espansione ad oriente. Tale alleanza avrebbe dovuto portare all’annientamento dell’unico vero nemico dei tedeschi: i russi. Vediamo in questo breve articolo i fatti storici che portarono all’invasione della Polonia, primo atto dopo il quale partì una spartizione dell’Europa tra Germania nazista e Russia comunista.

Invasione della Polonia
1 settembre 1939: alcuni soldati tedeschi mentre rimuovono la sbarra di confine alla frontiera tra Germania e Polonia

Le alleanze

La Gran Bretagna aveva risposto non solo dichiarando guerra alla Germania, ma trascinando nella dichiarazione unilaterale anche la Francia. La stessa Francia che non voleva entrare in un conflitto europeo e che aveva ritenuto non ci fossero sufficienti motivi ideologici e militari per dichiarare guerra ai tedeschi. Questi ultimi con la cessione dell’Alsazia-Lorena avevano ricevuto il plauso del popolo francese. Tanto che il governo francese si era speso molto perché l’Italia di Mussolini mediasse con Hitler affinché quest’ultimo non invadesse la Polonia.

Ma Mussolini non voleva entrare in una questione che riteneva fosse meglio osservare da lontano, per comprendere meglio chi avrebbe vinto. Quindi decise di tenere l’Italia fuori dal conflitto come nazione non belligerante. Salvo poi in seguito allearsi con chi riteneva avrebbe vinto rapidamente la guerra. La scelta dell’Italia, come anche del Giappone, di non scendere in guerra rendevano più difficile per Hitler non consolidare la sua alleanza con l’Unione Sovietica.

Germania e Russia

Avere alle spalle due potenze come Francia e Inghilterra, e di fronte il gigante russo, non avrebbe mai permesso a Hitler di consolidare la sua posizione. L’obiettivo nazista era, fin dall’inizio, quello di conquistare l’Unione Sovietica e di distruggere la sua ideologia comunista per poi trasformare l’intera Russia in un enorme bacino per le materie prime, da cui attingere per avere le risorse di cui aveva bisogno.

Hitler aveva voluto il patto di neutralità con Stalin per indurre l’Inghilterra ad accettare l’invasione della Polonia. Ma visto che il suo proposito non aveva sortito gli effetti desiderati, grazie all’intelligenza di Churchill che si era opposto ad ogni forma di dialogo con i nazisti, intuendo che la strategia di Hitler avrebbe portato alla guerra totale, il Führer aveva dovuto accettare l’idea di rafforzare il patto con i sovietici al fine di ricevere l’aiuto materiale di cui aveva bisogno. L’alleanza tra Germania e Russia si concretizzò nel Patto Molotov-Ribbentrop del 23 agosto 1939. L’invasione della Polonia da parte dei tedeschi iniziò pochi giorni dopo.

Patto Molotov-Ribbentrop 1939
Joachim von Ribbentrop firma il patto con l’Unione Sovietica, sotto gli occhi di un sorridente Stalin

Il bisogno di materie prime

Malgrado il piano quadriennale voluto dal governo tedesco che avrebbe dovuto rendere più indipendente la Germania dalle materie prime estere, i tedeschi erano ancora dipendenti dai rifornimenti di altri paesi, soprattutto per il carburante sintetico e il caucciù. L’Inghilterra era riuscita a costruire un blocco per i rifornimenti che si era sgretolato quando Stalin aveva accettato di rifornire l’alleato. Non solo. Hitler aveva ricevuto aiuti anche dai paesi del sud est asiatico via Russia e dalle potenze del nord Europa che rientravano nell’area di controllo di Stalin.

La scelta del dittatore sovietico nasceva dal suo desiderio di ricoprire un ruolo internazionale chiave. Inoltre la Germania gli garantiva di poter contrastare e tenere a bada l’esercito francese che Stalin riteneva, a torto, un’ arma molto pericolosa. Questo errore era più che comprensibile considerando la resistenza che i francesi avevano dimostrato durante il Primo conflitto mondiale.

L’invasione della Polonia

Il Terzo Reich all’inizio del conflitto si trovava in una situazione non facile. Dal punto di vista militare l’esercito e l’aviazione non potevano sostenere una guerra sul lungo periodo. Dal punto di vista economico la Germania era ancora troppo dipendente dagli Stati esteri per il rifornimento di materie prime. Per quanto riguarda invece il contesto politico, la decisione di attuare l’invasione della Polonia aveva ricompattato il regime. E aveva ricevuto dalla popolazione tedesca un appoggio non entusiastico, tuttavia sufficiente a tranquillizzare Hitler che non ci sarebbero state sommosse interne contro la guerra.

Guerra che avrebbe dovuto essere veloce: come si disse allora una guerra lampo, l’unica che le armate tedesche avrebbero potuto affrontare. Anche perché l’idea di impantanarsi in una guerra di resistenza contro francesi e inglesi era assolutamente da scongiurare. E quello che spaventava Hitler non era solo di logorare le sue armate in una guerra lunga quanto quella del 1914-1918. Ma anche di dover affrontare rivolte interne dalle categoria di lavoratori più oppressi e devastati dalle conseguenze di un lungo conflitto. Come era accaduto dopo la Prima guerra mondiale, quando la Germania piegata dalle riparazioni di guerra aveva visto le sue generazioni migliori, distrutte da una crisi economica senza fine.

Nel frattempo Stalin, ritenendo la Polonia dissolta nelle fauci della Germania e osservando con preoccupazione l’avanzare delle truppe tedesche, considerò nullo il patto di non aggressione del 1932. Diede ordine alle sue truppe di muoversi oltre i precedenti confine polacchi.

In poco più di un mese Germania e Unione Sovietica conquistarono la Polonia. L’invasione della Polonia da parte della Germania iniziò il 1° settembre 1939. Quella sovietica iniziò il 17 settembre. Il termine arrivò il 6 ottobre successivo.

Il destino della Polonia

La Polonia non esisteva più. Oltre 200.000 soldati polacchi vennero fatti prigionieri dall’Armata rossa che avanzava incontrastata. Nel frattempo il governo polacco, che si era già rifugiato nella parte sud-orientale del paese, decise di non scrivere alcun appello alle nazioni occidentali. Anche perché il protocollo aggiuntivo del patto militare fra Polonia e Inghilterra, che era stato stipulato il 25 agosto del 1939, prevedeva una risposta da parte degli inglesi solo se la Polonia fosse stata invasa dalla Germania e non da altri paesi.

Il governo si esiliò in Romania, dove cessò di esistere. L’unica rappresentanza ufficiale della Polonia fu un governo che si costituì in Svizzera per volontà degli oppositori al governo. Esso venne poi riconosciuto dalle altre potenze occidentali. In un Trattato di amicizia per la regolamentazione dei confini della Polonia fra Germania e Unione Sovietica, firmato il 28 settembre del 1939 – pochi giorni prima della cessazione delle ostilità fra tedeschi e polacchi – la Polonia venne assegnata alla Germania. Mentre ai sovietici fu assegnato il distretto di Bialystok. Iniziava così la spartizione dell’Europa. Poche settimane dopo il trattato iniziò la Guerra d’inverno tra Unione Sovietica e Finlandia.

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Fulvio Caporale

Fulvio Caporale è nato a Padova e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche svolge la professione di consulente editoriale e pubblicitario. Collabora con case editrici e giornali cartacei e online occupandosi di libri, arte ed eventi culturali. Ha tradotto testi letterari e tecnici dallo spagnolo, dal portoghese, dall'inglese e dal catalano.

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