Daniele Bartocci: intervista a uno dei giornalisti più promettenti del panorama italiano

Daniele Bartocci è un giornalista marchigiano. Nella sua giovane età risulta essere uno dei giornalisti più premiati nel panorama nazionale. Recentemente abbiamo pubblicato sul sito principale la biografia di Daniele Bartocci.

Daniele Bartocci

Daniele è nato a Jesi, in provincia di Ancona, nel 1989. Laureato con lode in Economia e Commercio, ha alle spalle un Master in marketing sportivo e una carriera ricca e densa di esperienze.

Nella breve intervista che segue ho avuto modo di conoscerlo meglio e approfondire alcuni temi legati al giornalismo e in modo particolare al giornalismo sportivo.

Intervista a Daniele Bartocci

Ciao Daniele. Quali sono le armi segrete di un giornalista secondo te?

Fondamentali a mio parere sono physique du rôle, motivazione e consapevolezza delle proprie qualità e dei propri mezzi. Tempestività, credibilità e oggettività possono fare allo stesso modo la differenza.

In particolar modo, da parte mia credo molto nel concetto di motivazione personale e professionale: forse ho preso da mio zio Alberto Santoni, grande motivatore e primo vice-allenatore italiano del profeta Julio Velasco nel 1983 a Jesi in serie A2 di volley. Julio Velasco è tra i numeri uno mondiali a mio avviso per motivazione e comunicazione.

Mentre per quanto riguarda un grande giornalista, questo deve saper svolgere a mio modo di vedere la propria attività in maniera oggettiva e puntuale, senza condizionamenti esterni. Deve essere consapevole dei danni che si possono arrecare a terze persone ma anche del bene, ovvero della credibilità e della fama che si può ottenere portando avanti con rigore la propria professione.

Il tuo curriculum pullula di premi vinti. Qual è il più prestigioso che hai ottenuto fino ad oggi nella tua carriera da giornalista?

Uno dei premi più emozionanti e importanti è stato certamente il premio ottenuto all’Accademia di Francia, a Roma, nel luglio 2019. Myllennium Award rappresenta il primo premio generazionale in Italia che vanta la Medaglia di bronzo del Senato, dedicato ai migliori millennials.

La serata, condotta da Pierluigi Pardo e Margherita Granbassi davanti a una platea fatta di blasonati nomi dello sport e dello spettacolo, ha visto premiare il talento di 30 giovani menti italiane in vari ambiti: sportivo, imprenditoriale, cinematografico, scientifico.

Daniele Bartocci riceve il premio Myllennium (2019). Con lui nella foto: la senatrice Mariarosaria Rossi
Daniele Bartocci riceve il premio Myllennium (2019). Con lui nella foto: la senatrice Mariarosaria Rossi

Il Comitato d’Onore, composto tra gli altri dal presidente del Coni Giovanni Malagò e dal direttore generale Presidenza Consiglio dei Ministri Francesco Tufarelli, e il Comitato Tecnico del Premio formato da alte cariche dirigenziali e campionesse olimpiche come Giulia Quintavalle e Silvia Salis, mi ha voluto premiare nella Sezione Saggistica/Narrativa sportiva, grazie ad un elaborato inedito, di circa 40 pagine, di carattere storico, su Julio Velasco, la cui carriera partì proprio da Jesi nei primi anni Ottanta.

Velasco è un personaggio straordinario, non solo per i suoi meriti sportivi. Ho assistito in passato a un suo intervento dedicato a imprenditori e manager: è stato molto emozionante e di ispirazione.

L’elaborato che ho scritto su di lui è in continua espansione, oggetto di un mio studio approfondito, grazie anche a un ricco materiale storico ed esclusivo a mia disposizione sui cui lavorare.

Velasco è un personaggio tra i più vincenti della storia dello sport mondiale ed ex allenatore della Tre Valli Volley, club della mia città, in serie A2 dal 1983 al 1985. Essere rientrato tra i migliori 30 millennials d’Italia indubbiamente mi riempie di orgoglio e mi dà ancor più energia per proseguire con determinazione e motivazione il mio cammino personale e professionale.

Altri premi vinti?

Non voglio dimenticare nemmeno il prestigioso premio Renato Cesarini vinto nel 2019, il Premio Giornalistico Mimmo Ferrara (menzione speciale), il Premio Giornalismo Internazionale Otto Milioni organizzato ad Ischia (terzo posto), il premio letterario Città di Ascoli Piceno (menzione d’onore), Racconti Sportivi 2019 e 2020, l’ingresso ufficiale nei finalisti del Premio InediTO di Torino 2020 in ambito letteratura sportiva, la cui cerimonia è in fase di definizione.

Sono talmente tanti i premi e riconoscimenti ottenuti che forse ne hai dimenticati alcuni per strada… Mi risulta infatti che sei stato premiato per due anni consecutivi al Festival Nazionale del Giornalismo Sportivo

Esattamente. Sono stato premiato a ottobre 2018 all’Università di Macerata in qualità di giornalista, come miglior articolo di sport individuali, in occasione della cerimonia di premiazione del Festival Nazionale dell’Etica, Racconto e Giornalismo Sportivo, in compagnia di illustri giornalisti come Marino Bartoletti.

Inaspettatamente sono stato premiato anche a fine 2019, sempre in occasione di Overtime Festival del Giornalismo Sportivo, per la mia attività svolta con rigore, puntualità e passione.

Tra l’altro sono stato premiato in questa occasione insieme ad un giornalista incredibile come Gianni Mura, un angelo volato in cielo poco tempo fa. Lo voglio salutare calorosamente pur se, non lo nascondo, con un pizzico di commozione da parte mia.

L’intervista più divertente che hai fatto?

Ce ne sono tante, forse quella fatta a Pierluigi Pardo un paio di anni fa.

La testata del lusso, moda e lifestyle di Milano The Way ti ha recentemente definito un giornalista gentleman. Su quale base ti hanno etichettato con questo termine e stile per così dire eclettico?

Mi ha fatto sorridere quel titolo. Che devo dire… più che gentleman mi definisco un giornalista a cui piace fare le cose al meglio delle proprie possibilità, presentandosi ove possibile in maniera elegante e per certi versi con uno stile preciso e compliance.

Mi sono tra l’altro fatto personalizzare da un designer estero un orologio, con la denominazione del mio blog impressa sul quadrante.

Ovvio che non mi giudico da solo, sarebbe inopportuno e poco professionale.

Nel corso degli anni con quali testate hai collaborato?

All’età di 20 anni circa ho firmato un contratto con il Corriere Adriatico. Ma già all’età di 16 anni iniziai a fare molta gavetta in media sia locali che nazionali. Ho collaborato e sto collaborando con varie testate sportive e non: nel corso degli anni penso a OaSport (eletta miglior testata sportiva del 2019 a Overtime), Basketnet, Voce della Vallesina, Vivere e tante altre. Ho realizzato anche servizi, telecronache e radiocronache su emittenti nazionali, oltre a rivestire l’incarico di addetto stampa e speaker della squadra Jesina Calcio, città natale di Roberto Mancini e glorioso club che ha militato anche in serie C.

La mia fortuna, se così vogliamo definirla, è stata quella di saper leggere e scrivere sin da bimbo, simulando articoli, telecronache e tutto quanto potesse accadere in ambito media sportivi.

Sappiamo che in questi giorni hai anche bissato il successo al premio Racconti Sportivi…

Un importante concorso letterario organizzato da Historica con il patrocinio del Centro Sportivo Italiano. Sono stato premiato nella bellissima location del Centro Studi San Carlo di Torino a maggio 2019, dall’ex capitano della Juventus Beppe Furino. Il tutto grazie ad un racconto di carattere storico che ho realizzato relativamente al pianeta sportivo.

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Il volume cartaceo della scorsa edizione, che contiene alcuni racconti vincitori tra cui il mio, è stato presentato in anteprima nazionale niente meno che al Salone Internazionale del Libro di Torino e successivamente durante la cerimonia di premiazione al Teatro Arena Fico di Bologna.

Mi sono ripetuto a Racconti Sportivi 2020 rientrando tra i vincitori del concorso anche quest’anno. Peccato che il Coronavirus impedisca l’organizzazione dell’evento in presenza a Torino, alla presenza di importanti ospiti.

Facciamo cronologicamente un passo indietro, tornando agli anni della tua formazione: nel tuo curriculum c’è anche un Master in Comunicazione e Marketing Sportivo…

Esattamente. Non mi piace buttar via del tempo prezioso, cerco di aggiornarmi in maniera costante su tutto quanto accade intorno a me. Ho avuto modo di conseguire nel 2019 un master (Sole 24 Ore) estremamente interessante grazie al quale ho potuto approfondire svariate tematiche quali l’organizzazione del mercato e la pianificazione degli eventi sportivi, il marketing branding e la governance nello sport, nuovi modelli di comunicazione applicati all’interno delle strategie sportive e così via.

A mio modo di vedere, riguardo al discorso dei social, questi dovrebbero essere utilizzati per utili motivi professionali; spesso invece vedo alcuni tizi delle nuove generazioni che sono distratti online tutto il giorno, anche a scuola.

I genitori poi non si lamentino se i propri figli diventano analfabeti funzionali, come riporta un recente articolo-studio di un quotidiano nazionale.

Per ciò che mi riguarda, la mia famiglia sin da piccolo ha saputo regalarmi ed insegnarmi i valori sani della vita. Mi ritengo fortunato ma sicuramente non un predestinato.

Tra l’altro poter lavorare nel marketing/sviluppo di nuovi progetti in un’azienda leader di settore della mia regione mi rende ancora più determinato a fare bene.

Sei stato premiato dal Segretario Nazionale Ordine dei Giornalisti Guido D’Ubaldo come miglior giornalista under 30 durante la cerimonia del prestigioso Premio Renato Cesarini 2019, dedicata al campione emblema del gol all’ultimo minuto. Che emozione hai provato salire su un palco del genere con grandi campioni?

E’ stata per me una grande soddisfazione essere premiato nell’ultima edizione del Premio Renato Cesarini da Guido D’Ubaldo, segretario nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e prestigiosa firma del Corriere dello Sport insieme a firme sportive del calibro di Sandro Sabatini di Mediaset, Luca Marchetti di Sky e Guido Vaciago di Tuttosport, a calciatori come Sebastiano Rossi, Daniel Ciofani, Marco Tardelli e a manager e allenatori come Pantaleo Corvino, Serse Cosmi e tanti altri ancora.

In oltre 16 anni di giornalismo (cronaca, attualità, sport) mi sono impegnato al massimo, con la solita grande motivazione, senza invidia né gelosia nei confronti del prossimo e con tanta umiltà, partendo da zero ex-novo e arrivando a scrivere sin da giovanissimo per testate locali e nazionali, magazine e quotidiani come il Corriere Adriatico, facendo telecronache, radiocronache e rivestendo l’incarico di responsabile ufficio stampa-comunicazione a livello sportivo.

Alcuni mi davano per matto in quanto a loro modo di vedere dedicare a quell’età del mio tempo libero per il giornalismo era quasi una follia. Io sinceramente l’ho sempre fatto con grande piacere, non mi pesava e ho sempre bilanciato il tutto in relazione agli altri impegni di vita personale.

Ho creato anche due blog www.danielebartocci.com www.danielebartoccichannel.it nel corso dei miei anni di studio e lavoro, arrivando a svolgere nel corso del tempo qualche docenza in giornalismo e comunicazione in università e master, maturando nello stesso tempo esperienza come conduttore, relatore, moderatore e ospite in palinsesti specie sportivi.

Bellissima la recente esperienza come ospite nello splendido programma sportivo girato nello studio di Telestense in Emilia Romagna.

Credo che in questi anni di intensa attività giornalistica siano state apprezzate la mia caparbietà, spontaneità e oggettività in ambito comunicato; un ruolo da me svolto negli anni con una grande passione senza condizionamenti esterni e in maniera qualificata e originale, con l’obiettivo di suscitare qualcosa nell’utente finale e di offrire la notizia in maniera veloce ma nel contempo efficace.

In questi giorni ti è arrivato anche il conferimento del titolo di Benemerito della Cultura, uno speciale attestato rilasciato dall’illustre Versilia Club, riguardo a un premio patrocinato anche dalla Regione Toscana. E anche la notizia del premio InediTO di Torino…

Esattamente, ma ancora è tutto Top Secret.

Ok, non lo dirò a nessuno! [Ridiamo entrambe]

Aspettiamo la cerimonia del Premio città di Massa in programma a fine anno per scoprire di più.

Daniele Bartocci premio InediTO Torino

Qual è la critica che ti hanno fatto e che non hai mai accettato?

Sicuramente quella di essere raccomandato. Ho sempre lavorato a testa bassa e con umiltà, raccogliendo i frutti del mio lavoro, consapevole che il lavoro paga sempre. In alcune circostanze ho accettato silenziosamente questa critica di raccomandato.

Le critiche fanno bene se sono costruttive, ma la gente spesso parla senza sapere come stanno i fatti. E poi non vedo perché dovrei essere raccomandato… Io ho sempre studiato molto nel mio cammino di studio, e ho iniziato per gioco a fare il giornalista sin da prima dei dieci anni di età, simulando articoli e servizi giornalistici. E l’età per così dire precoce ha giocato un ruolo estremamente positivo nei miei confronti.

Negli anni ho portato avanti l’attività giornalistica, conciliando anche gli altri impegni ludici e personali. Un’attività che mi ha fatto raccogliere buoni frutti anche in altri ambiti. Non capisco perché in Italia la gente brava od almeno sulla carta talentuosa e meritevole debba essere per forza etichettabile come raccomandata. Non vale soltanto per il giornalismo ma anche per molte altre circostanze professionali.

Il termine raccomandazione potrebbe essere ancor più enfatizzato in determinate circostanze, ma come dico sempre a me non piace giudicare gli altri. Tratto gli altri come io vorrei essere trattato, questo per me è un motto vincente.

Consigli alle nuove generazioni del giornalismo?

Evitate il copia e incolla! Portare avanti le proprie passioni senza rimpianti. Senza voli pindarici e ricordandosi sempre che c’è da fare molta gavetta. A tal proposito i giovani spesso pensano di più a divertirsi credendo di poter fare strada in maniera quasi automatica, invece non è proprio così. Bisognerebbe applicarsi in molti casi in maniera più virtuosa.

In bocca al lupo Daniele per la tua fruttifera attività giornalistica e grazie per averci concesso l’intervista.

Grazie a voi.

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Stefano Moraschini

Stefano Moraschini lavora sul web dal 1999. Ha fondato Biografieonline.it nel 2003. Legge e scrive su, per, in, tra e fra molti siti, soprattutto i suoi, tra cui questo. Quando non legge e non scrive, nuota, pedala e corre. È degustatore professionale e giudice internazionale di birre. Copywriter e storyteller, aiuta le persone a posizionarsi sul web raccontando la loro storia. Puoi metterti in contatto con lui su Instagram, LinkedIn, Twitter, Facebook.

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