Stalin, biografia di un dittatore, libro di Oleg V. Chlevnjuk
Josif Stalin è stato per 24 anni, dal 1929 al 1953, il dittatore assoluto e indiscusso dell’Unione Sovietica. Con pugno di ferro e con una strategia che non ammetteva compromessi. Ma che ha sempre posto come prima decisione la violenza e l’annichilimento di chiunque lo contrastasse. Stalin ha gestito la società civile trasformando un paese arcaico in una superpotenza mondiale.
Approfondimento
Stalin, biografia di un dittatore
La sua interpretazione semplicistica e personale del marxismo, gli ha permesso di stravolgere totalmente il suo paese, senza che nessuno abbia mai osato contrastarlo o ci sia riuscito con un minimo di efficacia. Anzi l’idea che più lo ossessionava era quella dell’esistenza di nemici all’interno del partito o nei vari strati della società, che avessero intenzione di deporlo o di ucciderlo.
Proprio per evitare questa possibilità, Stalin ha preventivamente incarcerato, fatto fucilare e processato milioni di persone. Il regime del terrore che riuscì a instaurare in URSS ha costretto tutti i cittadini a vivere in un clima di insicurezza e paura. In tale clima anche il vicino di casa poteva essere un pericoloso delatore.
Probabilmente più di 60 milioni di persone hanno subito le sue repressioni. Cittadini che sono stati coinvolti senza un vero processo o prove certe contro di loro, in un meccanismo kafkiano, che nella maggior parte dei casi si è concluso con la prigione nei gulag o con la fucilazione.
Malgrado queste certezze storiche, pare che oggi in Russia la figura di Stalin stia vivendo un momento di gloria e che il suo mito stia riaffiorando con considerazioni molto positive sul suo operato. Ad esempio si discute su quanto la sua strategia politica abbia influito per trasformare un paese arcaico in una super potenza economica e militare che ha sconfitto Hitler e la Germania nazista.
Il libro
Oleg V. Chlevnjuk, forse il maggior esperto mondiale di Stalin, ha scritto un bel libro dedicato al dittatore. In esso sfata i miti che gli sono stati attribuiti. Il titolo è: Stalin, biografia di un dittatore, di Oleg Chlevnjuk, Le Scie, Mondadori editore (2016, Pagine: 467).
L’autore contrasta nel libro questa riabilitazione di Stalin. Riesce a sfatare il suo mito di amministratore eccelso, stratega militare lungimirante o vittima di collaboratori avidi e corrotti che lo hanno spinto a vedere ovunque traditori e possibili nemici del popolo. Ma dall’altra parte, Chlevnjuk sfida anche i miti negativi che vedono Stalin solo come il traditore di Lenin e della sua eredità politica. O come un dittatore paranoico che si è concentrato unicamente sulla sua sanguinosa vendetta.
L’autore basandosi su documenti d’archivio, testimonianze dirette e indirette ha incrociato una quantità notevole di materiale, ricostruendo in modo dettagliato la vita di Stalin. Ponendo una particolare attenzione al percorso che da oscuro combattente e rivoluzionario georgiano, ha visto il futuro leader sovietico diventare uno dei più stretti collaboratori di Lenin durante la rivoluzione d’Ottobre. Poi, in seguito, suo unico erede in seno al gruppo dirigenziale del Comitato centrale del partito comunista.
Infine, il ritratto di Stalin si compie con il racconto della dittatura dello Stato sovietico che lo ha visto protagonista di decisioni politiche spregiudicate. Decisioni che, però, gli hanno permesso di conservare, per quasi un quarto di secolo, un potere pressoché assoluto.
Recensione e commento
Chlevnjuk analizza però anche le scelte di Stalin quale leader politico di una nazione in espansione. In particolare l’autore racconta la genesi delle collettivizzazioni delle campagne russe e l’industrializzazione imposta secondo un metodo costruito a tavolino. Esso ha costituito uno degli errori più gravi nella storia moderna della Russia.
Con uno stile narrativo avvincente e ricco di dettagli, l’autore racconta gli ultimi giorni di vita del dittatore per poi tornare alla sua infanzia e adolescenza. Periodo in cui Stalin, dopo il seminario, ha cominciato a prendere le distanze dalla religione e ad abbracciare il marxismo. Per intraprendere così un percorso rivoluzionario clandestino che lo ha portato ad un’ascesa politica rapidissima. Il ritratto che ne viene fuori è avvincente ed equilibrato. E permette al lettore di farsi un’idea chiara di ciò che fu Stalin nella Russia del XX secolo.