Il Romanticismo nella letteratura italiana
Con il termine Romanticismo italiano si indicano il pensiero e le opere di una serie di autori attivi in Italia nel periodo tra il Congresso di Vienna e l’Unità d’Italia. Questo movimento nasce in piena continuità con il Romanticismo europeo, esaltandone in particolare i caratteri patriottici e politici. La corrente romantica europea era una reazione all’arida poetica illuminista per proporre un ritorno ai valori religiosi, sentimentali e patriottici.
Il Romanticismo, infatti, si diffonde in tutta Europa a partire dall’inizio dell’Ottocento e propone il recupero del passato medievale e dell’identità linguistica e culturale dei popoli. Il termine Romanticismo deriva proprio dall’aggettivo romance e roman che, nel francese antico e nello spagnolo, designavano le opere scritte nelle lingue romanze. L’aggettivo romantico ha poi assunto il significato di “incline al sentimentalismo” proprio collegandosi al movimento che nacque nella prima metà dell’Ottocento.
Il Romanticismo italiano è stato un momento letterario fondamentale per la storia culturale del paese. Ha dato spunti importanti a due grandi autori della letteratura come Leopardi e Manzoni ed ha contribuito alla nascita di un’ideologia politica improntata sulla coscienza di appartenere ad un unico popolo.
Approfondimento
Il Romanticismo in Italia
Le caratteristiche principali del Romanticismo europeo si diffondono anche in Italia ma in maniera più velata, come era accaduto per quasi tutti i movimenti letterari. In Italia, infatti, lo slancio sentimentale dei grandi romanzieri tedeschi e inglesi era decisamente attenuato. Ciò perché i letterati che si avvicinavano al Romanticismo sceglievano la sua vena realistica e storica.
Alcuni letterati italiani possono quindi definirsi preromantici. Una figura che bisogna ricordare è quella di Ugo Foscolo, certamente affine a questo movimento. Tra i preromantici si annovera inoltre Vittorio Alfieri. Le sue opere sono imperniate su alcuni elementi romantici come l’individualismo e la concezione tragica dell’esistenza.
La nascita del Romanticismo italiano
La data convenzionale della nascita del Romanticismo italiano è il 1816. Nel gennaio di quest’anno, infatti, venne fondata la rivista «Biblioteca italiana» dove comparve l’articolo di Madame de Staël “Sulla maniera e la utilità delle traduzioni“.
Lo scritto avviò la discussione tra sostenitori del Romanticismo e sostenitori del Classicismo. La pubblicazione di questo articolo diede il via alla polemica tra letterati italiani classicisti e romantici. Tale polemica si protrasse fino al 1825.
In Italia il Classicismo era una realtà molto presente perché lo studio degli autori classici non era mai caduto in disuso. Esso era anzi una colonna portante da un punto di vista culturale. Quando la ventata del Romanticismo iniziò a diffondersi nei circoli letterari, venne a crearsi molto scompiglio.
Dal Classicismo al Romanticismo nella letteratura italiana
Madame de Staël, nel suo articolo che apriva la pista a tutte le altre polemiche, affermava che la letteratura italiana non doveva soltanto guardare ai modelli del passato ma doveva svecchiarsi e orientarsi verso i nuovi modelli letterari contemporanei europei.
I poeti non uscivano dalle parole né dalle dizioni de’ classici: e l’Italia, udendo tuttavia sulle rive del Tevere e dell’Arno e del Sebeto e dell’Adige la favella de’ Romani, ebbe scrittori che furono stimati vicini allo stile di Virgilio e di Orazio […] dei quali però se non è oggidì spenta la fama, giacciono abbandonate le opere, che dai soli molto eruditi si leggono: tanto è scarsa e breve la gloria fondata sulla imitazione. E questi poeti di rinnovata latinità furono rifatti Italiani dai lor concittadini: perocché è opera di natura che la favella, che è compagna e parte continua di nostra vita, sia anteposta a quella che da’ libri s’impara, e si trova solamente ne’ libri. (Madame de Staël)
Nonostante le polemiche dei classicisti, molti letterati accettarono le critiche della Staël e cercarono di comprendere il fenomeno romantico per interiorizzarlo. Tra essi si ricorda Giovanni Berchet, autore del manifesto del Romanticismo milanese Lettera semiseria di Grisostomo al suo figliuolo.
La polemica assunse quindi anche caratteri politici. I classicisti sostenevano la dominazione austriaca mentre i romantici professavano gli ideali della libertà e dell’indipendenza della nazione.
Il Romanticismo italiano e la poesia
Per quanto riguarda la poesia, venne rifiutata la tradizione classica. Venne altresì espressa una maggiore esigenza di verità, senza l’utilizzo di troppi artifici retorici. Si ritornò anche alla poesia dialettale. Importanti autori del periodo furono il romano Giuseppe Gioachino Belli e il milanese Carlo Porta.
Come non citare la sensibilità romantica di Giacomo Leopardi e di Alessandro Manzoni. Il primo non fu un romantico vero e proprio, ma la sua poesia lirica e intimistica certamente fu molto vicina ai temi del Romanticismo europeo.
Leopardi con la sua lirica espresse proprio i conflitti dell’animo, la tendenza all’infinito, il difficile rapporto con la realtà e il pessimismo.
Manzoni con la sua poetica invece aderì in maniera convinta al nuovo modello letterario. Nelle sue opere si nota la sua religiosità cattolica e soprattutto il suo storicismo. Tutte le sue opere, oltre al suo capolavoro I promessi sposi, sono immerse nel contesto storico per esprimere il suo desiderio profondo: dare all’Italia una lingua nazionale. Per un approfondimento, si legga Manzoni e la questione della lingua.
Un altro esponente del Romanticismo italiano che bisogna ricordare fu Francesco de Sanctis. Egli fu autore della Storia della letteratura italiana, uscita in due volumi tra il 1870 e il 1871. Critico letterario e storico, volle dedicarsi alla stesura di quest’opera proprio per formare l’identità letteraria e civile degli italiani. In essa sono annoverati tutti gli autori più importanti della nostra tradizione.