Ritratto d’uomo, opera di Antonello da Messina (collezione Malaspina)

Questo “Ritratto d’uomo” che riporta un titolo comune nelle opere di Antonello da Messina, fu realizzato fra il 1468 e il 1470. Attualmente è esposto presso la Pinacoteca Malaspina a Pavia. Luogo ideale, voluto dal marchese Luigi di Malaspina Sannazzaro (1754 – 1835), il quale fu anche proprietario del dipinto.

Ritratto d'uomo - Antonello da Messina (collezione Malaspina)
Ritratto d’uomo (1468-1470), analisi dell’opera di Antonello da Messina – Tempera grassa su tavola. 20×27 cm. Pavia, Pinacoteca Malaspina.

Ritratto d’uomo (collezione Malaspinta): storia del quadro

Il marchese acquistò l’opera ritenendo che fosse un autoritratto di Antonello da Messina. Non vi è certezza di questo, come del resto anche in altri ritratti non abbiamo certezza, ma solo ipotesi che possano essere autoritratti.

Un esempio è quello analizzato nell’articolo: Ritratto di giovane (o Ritratto d’uomo): autoritratto di Antonello da Messina.

La tavola qui in esame fu rubata nella notte tra il 10 e l’11 maggio 1970. Venne ritrovata 7 anni dopo (agosto 1977) nella Stazione Tiburtina di Roma.
Fu così possibile restituirla ai musei pavesi il 5 settembre 1977. Dal 1980 il quadro è esposto nel castello visconteo nella sezione della Pinacoteca Malaspina. 

Analisi dell’opera

L’autografia di Antonello da Messina in questa piccola tavola, che misura 27×20 cm, è posta in basso, al centro e non è dipinta. Come è accaduto in altri ritratti – ad esempio, Salvator Mundi – bensì incisa sulla tavola.

Questo è un originale espediente rispetto al modo in cui Antonello si firmava, cioè dipingendo il suo nome su un cartellino a sua volta dipinto e collocato in basso e al centro dell’opera.

La modalità di incidere il proprio nome su quadro ricorda Jan van Eyck che faceva lo stesso con i suoi dipinti; Antonello lo ammirava per il suo modo di dipingere.

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E proprio alcuni rimandi all’arte di van Eyck ci dicono che questo Ritratto d’uomo è stato dipinto prima del soggiorno veneziano di Antonello. Si tratta di un periodo in cui la sua attenzione per il dettaglio è profondamente influenzata dai pittori fiamminghi.

Infatti molti elementi stilistici ricordano le caratteristiche pittoriche di una prima fase pittorica di Antonello da Messina e permettono dunque di datare l’opera nel periodo indicato all’inizio: fra il 1468 e il 1470.

I dettagli

Più in dettaglio possiamo notare l’abbigliamento del soggetto: la giubba rossa che si gonfia a punta sulle spalle e il copricapo nero a tronco di cono che ricordano la moda fiamminga della metà del Quattrocento.

Anche l’acconciatura dell’uomo, con quella particolare frangetta sulla fronte, ricorda la moda dell’epoca e quindi ci induce a datare il dipinto intorno a quegli anni.

Il Ritratto d’uomo della collezione Malaspina mostra poi l’innovazione di Antonello, il quale oltre a rendere i particolari più specifici del volto, non risparmiando nulla a fisiognomica del personaggio ne caratterizza anche la particolarità psicologica.

Gli occhi sottendono un’ironia fine, elegante, che pone lo spettatore in una condizione di curiosità. Tale sentimento è accentuato anche dalla postura di tre quarti del volto – anch’essa è un’altra innovazione di Antonello – che permette dunque una certa mobilità del volto.

Analisi dell’opera e commento video

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Fulvio Caporale

Fulvio Caporale è nato a Padova e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche svolge la professione di consulente editoriale e pubblicitario. Collabora con case editrici e giornali cartacei e online occupandosi di libri, arte ed eventi culturali. Ha tradotto testi letterari e tecnici dallo spagnolo, dal portoghese, dall'inglese e dal catalano.

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