Salvator Mundi: analisi dell’opera di Antonello da Messina

Nel periodo 1465-1475 Antonello da Messina realizza un’opera dal titolo Salvator Mundi (Cristo benedicente). Come per gli altri suoi dipinti con protagonista la figura di Cristo – Ecce Homo, Cristo alla colonna – anche in quest’opera Antonello coniuga la perfezione del dettaglio, ispirata dai fiamminghi, con l’introspezione psicologica.

Salvator Mundi - Gesù dipinto da Antonello da Messina (Salvatore del mondo)
Salvator Mundi: dipinto di Antonello da Messina (1465-1475 circa). Olio su tavola [38,7 x 29,8 cm]. Londra, National Gallery.

Salvator Mundi: analisi dell’opera e descrizione del dipinto

Ci troviamo di fronte ad un’opera di devozione creata per indurre i fedeli alla contemplazione e alla preghiera.

Di solito i dipinti di questo tipo non hanno uno scopo narrativo, ma servono a meditare e a commuoversi di fronte al mistero di Cristo.

In questo caso Antonello da Messina utilizza l’impianto delle icone bizantine dandogli una monumentalità classica.

Gesù compare di fronte allo spettatore: lo sfondo è nero per dare forza al soggetto che sembra predicare dalla balaustra posizionata in basso.

Salvator Mundi: salvatore del mondo

Il nome “Salvator Mundi” proveniente dalla lingua latina, significa Salvatore del mondo. Con tale nome latino si è soliti indicare l’iconografia di Gesù Cristo, raffigurato con due elementi ricorrenti:

  • la mano destra alzata, in segno di benedizione;
  • la mano sinistra che tiene un globo

In quest’opera di Antonello il secondo elemento iconografico è assente.

I dettagli e le modifiche successive

Lo sguardo è fisso e diretto verso lo spettatore. La mano destra è levata in segno benedicente. Entrambe le mani sono investite da una luce che le rende protagoniste: la mano benedicente è stata modificata in un secondo momento.

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In un primo disegno la mano era stata realizzata con le due dita, indice e anulare, ripiegate all’interno. In seguito Antonello cambia idea e decide di dipingere le due dita in posizione diversa, dando così alla mano una posizione più evidente e importante, che permette allo spettatore un’osservazione diversa.

Dapprima ci si concentra sullo sguardo fisso di Gesù, che suscita un’emozione compita, poi lo spettatore è indotto ad osservare le dita, poi la mano, il braccio e infine l’abito. Anche quest’ultimo ha subìto una modifica.

Inizialmente era più accollato, mentre in un secondo intervento è stato aperto sul collo.

Le ombre sulla veste svolgono un importante gioco di contrasti di luci e ombre.

In questo dipinto il maestro messinese raggiunge una padronanza indubbia nell’utilizzo degli spazi e della prospettiva, così come nell’utilizzo della luce che ha lo scopo di indurre maggiore attenzione sul senso religioso del dipinto.

Salvator Mundi: dettaglio delle dita di Gesù con la scritta di Antonello da Messina
Il dettaglio delle dita della mano sinistra di Gesù, con la scritta e la firma di Antonello da Messina

Dove è possibile ammirare l’opera

Il dipinto Salvator Mundi di Antonello da Messina è conservato presso la National Gallery di Londra dal 1861, anno in cui lo acquistò.

Commento all’opera (video)

Salvator Mundi (Antonello da Messina): commento video all’opera

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Fulvio Caporale

Fulvio Caporale è nato a Padova e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche svolge la professione di consulente editoriale e pubblicitario. Collabora con case editrici e giornali cartacei e online occupandosi di libri, arte ed eventi culturali. Ha tradotto testi letterari e tecnici dallo spagnolo, dal portoghese, dall'inglese e dal catalano.

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