Madonna con il Bambino (Madonna Benson), analisi dell’opera di Antonello da Messina
L’opera meravigliosamente luminosa che analizziamo in questo articolo si intitola “Madonna con il Bambino (Madonna Benson)”. Realizzata da Antonello da Messina, attualmente si trova esposta a Washington presso la National Gallery of Art.
Approfondimento
Madonna con il Bambino (Madonna Benson): la datazione del quadro
Il dipinto viene datato 1475, sebbene alcuni la ritengano un’opera più giovanile di Antonello. Il contesto all’aperto, il dialogo tenero e affettuoso fra Maria e suo figlio sono indubbiamente dovuti all’influenza di Giovanni Bellini e dunque successivi o coevi al periodo in cui Antonello soggiorna a Venezia (1474 – 1476).
La proprietà Benson
In precedenza la tavola, che già faceva parte della Collezione Graham di Londra, fu di proprietà di Robert Henry Benson, banchiere e collezionista d’arte inglese.
Il proprietario del quadro divenne poi, nel 1927, un collezionista privato di Long Island, negli USA; nel 1936 passò al banchiere Andrew W. Mellon; infine l’anno successivo, nel 1937, Mellon donò l’opera al nascente museo di Washington, dove ancora oggi risiede.
L’attribuzione
Prima che venisse unanimemente attribuita ad Antonello, l’opera conobbe plurime attribuzioni. Solo nel 1913, grazie allo studioso Bernard Berenson, si poté stabilire la paternità dell’artista messinese. La critica fu poi concorde.
Madonna col Bambino: analisi dell’opera
Tecnica e misure
E’ un olio su tela che misura 58,9×43,7 cm.
Lo sfondo
Le Madonne realizzate da Antonello come “Annunciata” esposta alla Pinakothek di Monaco di Baviera (1476 – 1477) e “Annunciata” esposta a Palazzo Abatellis a Palermo (1475-1476) hanno uno sfondo nero, a differenza di quest’opera. Qui lo sfondo è aperto e spazia in una natura incontaminata benché immobile e povera.
Lo sfondo era mutuato dalle opere fiamminghe mentre questa sembra appunto seguire i suggerimenti del veneziano Giovanni Bellini.
Il manto della Madonna
Osservate il manto blu della Madonna: è un elemento che sporge dal parapetto e sembra entrare nel nostro spazio visivo. Questo particolare costituisce un altro aspetto che serve a datare l’opera; la realizzazione del manto è infatti un dettaglio che non troviamo nei precedenti dipinti di Antonello da Messina, ma che invece può essere stato suggerito all’autore dalla visione di altre opere del Rinascimento italiano.
La luce
La luce è stupendamente distribuita sul volto della Madonna e di Gesù bambino: ciò dimostra una cura per i dettagli tipica dell’indagine fisiognomica di Antonello da Messina. Vi è inoltre l’aggiunta di un incredibile talento per la bellezza dei volti e la plasticità delle espressioni.
Altri dettagli (postumi?)
Altri dettagli possono evidenziare e significare un’interruzione dell’opera, di conseguenza una datazione ancora più tarda. Antonello morì nel 1479 probabilmente per tubercolosi, e dunque forse non fece in tempo a concludere il dipinto.
Ad esempio:
- le dita della mano destra della Madonna sembrano incomplete;
- il cuscino, posto in basso a sinistra, sembra un elemento alieno alla pittura del maestro;
- il paesaggio non sembra appartenere al suo modo di dipingere.
Possiamo, dunque, immaginare che ci sia stato un intervento successivo, magari di un suo allievo oppure del figlio Iacobello De Antonio, che però non raggiunse mai i livelli olimpici del padre.