La peste, di Albert Camus: riassunto, analisi e commento

Lo scrittore francese Albert Camus (premio Nobel per la letteratura nel 1957) ha cominciato a lavorare al romanzo “La peste” nel 1941, per poi pubblicarlo definitivamente nel 1947. E’ il suo secondo romanzo, successivo a “Lo straniero”, del 1942. Di seguito forniamo un breve riassunto della trama del libro, uno dei più importanti della produzione letteraria di Camus.

La peste: una copertina verde del libro
La peste: una copertina del libro

La peste: un romanzo ancora attuale

Nonostante sia uno scritto lontano nel tempo, se riletto oggi appare straordinariamente attuale. Il motivo di ciò è nello stile, che è quello di una vera e propria cronaca di ciò che accadde ad Orano, una cittadina della costa algerina mentre si trovava ancora sotto il dominio dei Francesi.

Albert Camus
Albert Camus, autore del romanzo La peste

L’autore, che veste i panni di un attento cronista, descrive nei minimi dettagli lo scoppio dell’epidemia e la relativa parabola, la reazione degli abitanti presi alla sprovvista da un evento di tale portata e gravità, e come si organizzano per fronteggiare questa “peste”.

La peste: trama e riassunto del romanzo

Mentre la vita ad Orano scorre tranquilla come sempre, gli abitanti si accorgono che vi sono moltissimi topi morti per le strade della cittadina. Preoccupati dallo strano fenomeno, provvedono ad informare le autorità. Ma dopo qualche giorno i topi scompaiono dalla città e nel contempo gli uomini cominciano ad ammalarsi (e morire) di febbre inguinale.

I casi di decessi a causa di questa epidemia continuano ad aumentare, ma ad un certo punto la stampa si disinteressa del fenomeno e rivolge altrove la propria attenzione.

Ad occuparsi della “peste” restano però i medici, che cercano di indagarne le cause, gli effetti e la cura.

Uno di questi, il dottor Bernard Rieux, è convinto che si tratti di peste confrontandosi con il collega nonché amico Castel, che aveva esercitato la professione di medico in Cina.

Siccome i morti continuano ad aumentare e i cittadini sono orami entrati nel panico,  da Parigi ad un certo punto arriva l’ordine di chiudere le porte della città.

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Inizia la fase più difficile, tra chi considera la peste come una punizione divina inflitta agli uomini per i loro peccati, chi organizza squadre di volontari per aiutare chi ha bisogno.

Tra questi, il giornalista Raymond Rambert, che decide di restare ad Orano pur avendo la possibilità di fare ritorno a Parigi.

La ricerca di un vaccino

Intanto i due medici Rieux e Castel lavorano alla messa a punto di un vaccino per debellare definitivamente l’epidemia. Castel sperimenta un vaccino sul figlio del giudice Othon, ma purtroppo non si rivela efficace.

I decessi non si fermano, c’è panico e non si sa cosa fare perché non è chiaro di che epidemia si tratti. Ma, quando tutto sembra andare male, ecco che le persone cominciano a guarire e si verifica un regresso della peste.

Il siero si scopre efficace, mentre però la peste continua a mietere vittime.

Una vecchia edizione del libro La peste (in inglese: The Plague)
The Plague è il titolo in lingua inglese del libro. Nella foto: una vecchia edizione.

Finale

La moglie di Rieux e l’ex militante politico Tarrou ne vengono colpiti e muoiono.

Dopo un po’ di tempo gli abitanti di Orano riaprono le porte della città: la peste è sconfitta del tutto, si torna alla vita di sempre.

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Breve analisi e commento

Albert Camus è molto bravo nel descrivere l’evolversi dell’epidemia e la reazione degli abitanti di una piccola cittadina come Orano, sconvolta nelle sue abitudini di sempre da un evento inaspettato. Lo scrittore francese utilizza la peste come metafora della vita.

La peste viene vista anche come malattia morale che colpisce ogni gruppo sociale, ed è caratterizzata dall’indifferenza e dall’odio che paralizzano le azioni delle istituzioni.

Orano, il cui accesso viene chiuso per evitare che il contagio dilaghi, simboleggia la prigione, il ghetto in cui ogni uomo vive spesso senza esserne consapevole.

L’episodio della peste arriva per scuotere gli uomini nelle loro coscienze e svegliarli dal torpore in cui sono caduti da tempo. L’uomo può salvarsi soltanto se è solidale con gli altri: questo è il messaggio principale dell’opera di Albert Camus, che arriva ai suoi lettori ieri come oggi.

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Cristiana Lenoci

Cristiana Lenoci è laureata in Giurisprudenza e specializzata nel campo della mediazione civile. La sua grande passione è la scrittura. Ha maturato una discreta esperienza sul web e collabora per diversi siti. Ha anche frequentato un Master biennale in Giornalismo presso l'Università di Bari e l'Ordine dei Giornalisti di Puglia.

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Il lavoro é utile, ma l’ho trovato troppo superficiale, sia in relazione alla trama che per quanto riguarda l’analisi del contenuto. A parte l’errore di scrivere che la moglie del dott. Rieux muore di peste e non é vero perché la donna si trova in una località imprecisata lontana da Orano e non può essere stata contagiata, il commento é troppo breve e quindi veramente poco approfondito. Io mi sarei soffermato sul tema del Male che è la vera questione di fondo del romanzo che é chiaramente un romanzo filosofico. Di conseguenza diventa rilevante il dibattito sul significato del Male, sulla religione e quindi sull’esistenza di dio: un dio che permette che un bambino muoia tra atroci sofferenze non merita questo appellativo. Questa è notoriamente la posizione di Camus che non ha la fede ma ritiene che si possa combattere il Male con l’aiuto di tutti e pertanto con la solidarietà umana, come é scritto anche nel vs. commento.