Giardini pensili di Babilonia

I giardini pensili di Babilonia furono la massima espressione edonistica di un potere grandioso e fiorente, germogliato nelle feconde terre mesopotamiche dell’Impero Babilonese. I giardini pensili furono menzionati per la prima volta in un epigramma del letterato e poeta greco Antipatro di Sidone (170 a.C. – 100 a.C.).

Essi vengono rammentati insieme alle altre meraviglie del mondo antico conosciute fino a quel momento:

In questo primo elenco comparivano anche le mura di Babilonia, mentre mancava il Faro di Alessandria che, realizzato nella prima metà del III a.C., entrò per ultimo nel novero delle meraviglie antiche.

Giardini pensili di Babilonia
I giardini pensili di Babilonia rappresentati in un moderno disegno

La dinastia caldea

Con la fine della dinastia caldea terminò l’ultimo glorioso periodo della vetusta Babilonia: con la
sconfitta inflitta agli Assiri nel 626 a.C., Babilonia riacquistò l’indipendenza e il prestigioso controllo sui territori estesi tra il Tigri e l’Eufrate.

L’antica città biblica conservò il ruolo egemonico di capitale dell’impero per oltre un settantennio grazie al re di Babilonia Nabupolassar, indicato nelle cronache dei “Libri dei Re” come fedele alleato del re dei Medi Ciassare, che espugnò e distrusse l’arcaica città di Ninive nel primo decennio del VII secolo a.C..

Con Nabucodonosor II (620 a.C. – 562 a.C.), figlio di Nabupolassar, la città di Hammurabi subì una portentosa rinascita in fatto di potere e bellezza grazie agli interventi in ambito edilizio e le notevoli vittorie in campo militare. L’ultimo sovrano babilonese fu Nabonido (556 al 539 a.C.) che, dopo la sconfitta inflittagli nel 539 a.C. dall’esercito achemenide di Ciro II a Opis, fu costretto a rifugiarsi a Borsippa.

Archeologia nell’antica Babilonia

Fu l’archeologo tedesco Robert Koldewey, tra il 1899 e il 1917, a restituire al mondo le arcaiche rovine della città di Babilonia, concretizzando di fatto qualcosa che fino a quel momento era rimasto quasi del tutto limitato al campo teorico.

Dalle indagini in campo archeologico, emerse che la città presentava una pianta rettangolare e una doppia cinta muraria, interna ed esterna, scandita da otto porte.

Il fiume Eufrate attraversava da Oriente ad Occidente il complesso edilizio, percorrendo nel suo corso gli edifici di maggior rilievo.

Le cinte murarie custodivano una ziqqurat, dedicata al dio Marduk, e la bit akitu, il santuario nella quale veniva celebrato il nuovo anno.

Il palazzo settentrionale era composto da cinque cortili interni, spazi che erano adibiti sia a funzioni private che ad attività amministrative. La sala del trono costituiva il punto nodale di questi luoghi che, collocata all’interno del cortile centrale, ospitò il corpo esamine di Alessandro Magno nel 323 a.C. .

I giardini pensili di Babilonia

Lo storico siceliota Diodoro Siculo ( I sec a.C.), ispirandosi alle opere di Strabone, fu uno dei primi a fornire una descrizione alquanto dettagliata di quello che fosse l’aspetto dei giardini pensili di Babilonia.

Dall’ampiezza di 3550 metri quadrati, i giardini erano retti da una possente struttura in pietra, la quale presentava una disposizione terrazzata a più livelli, fino alla cinta muraria di recinzione e in prossimità del fiume Eufrate.

Per quanto riguarda la localizzazione dei giardini all’interno del palazzo, non si hanno notizie certe.

La localizazzione

Una prima teoria fu elaborata da Koldewey, il quale individuava la collocazione precisa dei giardini nell’angolo nord orientale della città, una teoria da considerare non valida se si considera la lontananza dei giardini dall’approvvigionamento idrico garantito dal fiume Eufrate.

Per non dimenticare la presenza di vani archivio contenenti tavolette in argilla che lascerebbero pensare ad degli ambienti per l’immagazzinamento, oppure ad un ambiente destinato a proteggere ed accogliere la corte in caso di pericolo.

Per l’archeologo Donald Wiseman i giardini pensili di Babilonia erano situati nella parte settentrionale delle grandi mura del palazzo sud, in una posizione vicina all’Eufrate e disposti a terrazzate verso il palazzo reale. Wolfram Nagel congetturò invece l’esistenza di 2 giardini, il primo appartenente a Nabucodonosor II e collocato della cittadella meridionale e il secondo, ricostruito dai persiani, nella struttura indicata da Koldewey.

D.W.W. Stevenson esaminò il problema dell’approvvigionamento dell’acqua e i tentativi di localizzazione dei giardini, mettendo in discussione i vantaggi e i limiti delle teorie sopra trattate e ricordando che in età neobabilonese il fiume si era spostato verso est, coprendo l’area indicata da Wiseman.

Secondo alcune fonti classiche, i giardini avevano una forma piramidale, con 5 piani progressivamente più piccoli, caratterizzati da gallerie, passaggi e volte. In base a queste antiche ricostruzioni, la base era costituita da 10 muri con 9 passaggi, per un’ampiezza di 125 metri quadrati e un’ altezza di 25 metri.

Secondo Stevenson i giardini costituivano un edificio a sé stante, strettamente collegato con il palazzo meridionale e vicini all’Eufrate. Dopo la funzione di giardini pensili, la struttura venne utilizzata come cava da cui ricavare materiale nel periodo selencida e partico (II secolo a.C.).

Il sistema idrico

L’irrigazione dei giardini pensili di Babilonia avveniva attraverso l’utilizzo di ruote in legno e vasi di argilla o secchi di legno fissati all’interno della ruota, questo sistema prendeva il nome di Norias ed era già in uso a partire dal XIV secolo a.C. .

Ninive o Babilonia?

La docente americana Stephanie Dalley sostenne la tesi secondo cui i giardini non si trovavano a Babilonia. Essi erano bensì nel palazzo del re assiro Sennacherib (704 – 681 a.C.), a Ninive.

La Dalley ipotizzò una possibile confusione tra Ninive e Babilonia. Ciò perché nel mondo greco non veniva considerata la cesura tra il passaggio dal potere assiro a quello babilonese. Tale circostanza che portava a considerare i due regni entro la definizione di “Regno di Assiria“.

Secondo le fonti assire i giardini appartenevano al re Sennacherib (705 a.C. – 681 a.C.), poiché di esso sono noti i lavori di sistemazione idrica di Ninive, le deviazioni del corso del Khors e dei suoi affluenti. Tale testimonianza è ancora conservata da un rilievo sul palazzo di Assurbanipal a Ninive, situato a sinistra del palazzo di Kuyungik, sopravvissuto alla presa di Ninive e al periodo partico (247 a.C. – 224 d.C.).

Note Bibliografiche
D. Baragli, Le sette Meraviglie del monto antico, Giunti, Firenze, 2003

Ci siamo impegnati per scrivere questo articolo. Speriamo ti sia piaciuto. Se ti è stato utile, lascia un messaggio in fondo.

Avatar photo

Simona Corciulo

Simona Corciulo nasce a Gallipoli il 5 maggio del 1992. Appassionata di arte e antiquariato, ha conseguito la laurea in ''Tecnologie per conservazione e il restauro'' nel 2014. Fervida lettrice, ama scovare e collezionare libri di arte, storia, narrativa - italiani e stranieri - desueti o rari.

Speriamo questo articolo ti sia servito. Noi ci siamo impegnati. Lascia un commento, per favore: