Il mito di Efesto: riassunto

Efesto, nella mitologia greca, è il dio del fuoco e della metallurgia. Nell’Iliade, principale fonte di mitologia greca insieme all’Odissea, si narra che Efesto fosse uno degli dei più brutti dell’Olimpo e che avesse anche un pessimo carattere. Aveva però il pregio di essere bravissimo a lavorare i metalli. Egli, infatti, viveva in un’officina sotto il vulcano Etna, dove lavorava tutto il giorno ai suoi progetti di ingegneria, aiutato dai terribili Ciclopi. Per questo, Efesto era considerato il protettore di tutte le attività artigianali ed era venerato in tutta la Grecia. Anche nella mitologia romana esisteva un dio dalle caratteristiche simili, chiamato Vulcano.

Venere nella fucina di Vulcano - Antoon van Dyck
Venere nella fucina di Vulcano (quadro di Antoon van Dyck). Afrodite (Venere) era moglie di Efesto (Vulcano).

Efesto nella mitologia

La storia del dio Efesto non è delle più rosee. Egli venne concepito da Era, moglie di Zeus, in uno dei suoi frequenti attacchi di gelosia nei confronti del marito. Quando lo partorì, si accorse che era brutto e deforme. Per questo motivo lo lanciò giù dall’Olimpo.

Il bambino riuscì a sopravvivere perché cadde nel mare, dove fu raccolto da due ninfe, Eurinome e Teti, che lo accolsero nella loro grotta sottomarina e lo crebbero come un figlio. Egli rimase lì per nove anni e imparò il mestiere di fabbro. Lì installò anche una piccola officina.

Dopo un po’ di tempo, riuscì a ricucire il rapporto con la madre e venne invitato in uno dei tanti banchetti che si tenevano sul Monte Olimpo. Qui però litigò con Zeus, che lo scagliò di nuovo giù dal monte. A seguito di questa seconda caduta, Efesto si fratturò entrambe le gambe. Da quel momento poté camminare soltanto mediante l’ausilio di un bastone.

La vendetta e il matrimonio con Venere

Dopo queste brutte esperienze, Efesto decise di vendicarsi di Era. Le costruì un trono d’oro, dove non appena si sedette, la dea fu imprigionata e non riuscì più ad alzarsi. Iniziò ad urlare infastidendo tutti gli dei, che implorarono Efesto di liberarla.

Egli acconsentì, a patto che gli fosse concessa una sposa. Il matrimonio venne combinato con Afrodite, dea della bellezza, la più bella tra tutte. La donna, però, non fu affatto contenta di sposare un uomo così brutto. Per questo cominciò una relazione extraconiugale con Ares, il dio della guerra.

Efesto, che era venuto a conoscenza di questo tradimento grazie al dio del sole, decise di cogliere in una trappola i due amanti. Costruì una rete che venne posta sul letto, in modo da imprigionarli. Il meccanismo funzionò e i due amanti vennero catturati e costretti a rimanere nudi su quel letto per essere visti ed umiliati da tutti gli altri dei. Afrodite implorò tutti gli dei maschi che andarono a vederla, affinché la liberassero. Essi cedettero alle sue lusinghe.

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Marte e Venere sorpresi da vulcano (Efesto) - Alexandre Charles Guillemot - 1827
Marte e Venere sorpresi da vulcano (quadro di Alexandre Charles Guillemot, 1827)

Le altre passioni

Efesto quindi archiviò definitivamente il matrimonio con la dea Afrodite e si dedicò ad altre passioni. Alcuni studiosi di mitologia affermano che egli ebbe come amante la più giovane delle Grazie e che venne anche respinto dalla dea Atena. Secondo la tradizione Efesto ebbe alcuni figli: Palemone, uno degli Argonauti; Ardalo, un celebre scultore; Caco, un pastore a tre teste nato dalla relazione con Medusa (la celeberrima gorgone uccisa da Perseo).

Efesto, come detto, era però famoso per avere grandi abilità manuali. Sin da giovane, aveva iniziato a costruire dei monili stupendi, che aveva regalato a Teti ed Eurinome in segno della sua gratitudine. Forgiò perfino una collana d’oro che regalava un fascino irresistibile a chiunque l’avesse indossata. Afrodite regalò tale collana a sua figlia in occasione delle nozze.

Il dio del fuoco non costruì solo monili ma anche dei robot. Veniva utilizzati nella sua officina come inservienti, ed avevano aspetto umano. Costruì anche dei tavolini automatici che venivano utilizzati durante i banchetti che si tenevano sull’Olimpo. La sua creazione più famosa fu Talo, un grande robot che regalò a Minosse, re di Creta (e padre di Arianna), che messo a guardia della sua isola, venne utilizzato per spaventare e uccidere i pirati sardi, che compivano continue incursioni sull’isola.

I magnifici oggetti di Efesto

E’ un lungo elenco quello che comprende le splendide armi che il dio della metallurgia forgiò per gli dei e per gli eroi. Spesso queste armi erano anche dotate di poteri magici. Oltre agli oggetti già citati fin qui, ricordiamo le sue creazioni più importanti:

  • Un bastone a forma di martello dal manico allungato
  • Gli edifici di tutti gli abitanti dell’Olimpo
  • L’arco e le frecce d’oro di Apollo e l’arco e le frecce d’argento di Artemide, sua gemella
  • Le opere artistiche a Lemno
  • L’elmo e i sandali alati di Ermes
  • Lo scettro e l’Egida, il fenomenale scudo di Zeus
  • La cintura di Afrodite
  • Il bastone di Agamennone
  • L’armatura, le armi e lo scudo di Achille
  • I batacchi di bronzo di Eracle
  • Il carro di Helios
  • La corazza e l’elmo di Enea
  • La spalla di Pelope
  • L’arco e le frecce di Eros
  • L’intera armatura di Memnone
  • Pandora, la prima donna creata (su ordine di Zeus), e il suo vaso

Il mito di Efesto nell’arte

Il mito di Efesto si è tramandato nel corso dei secoli grazie soprattutto alle citazioni ad esso inerente e che si trovano nell’Iliade, ma esistono anche numerose rappresentazioni grafiche e pittoriche su affreschi o antichi vasi che mostrano il dio in diverse posizioni, quasi sempre accompagnato da un bastone.

Anche a Pompei, su un affresco oggi conservato al Museo Archeologico di Napoli, si trova una rappresentazione della sua officina. Quello di Efesto è un mito che, come spesso accade, è riuscito ad affascinare la popolazione sin dai tempi antichi e che è rimasto uno dei più importanti e conosciuti nel corso del tempo.

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Anna D'Agostino

Anna D'Agostino, napoletana di nascita portodanzese d'adozione, laureata in Filologia Moderna e appassionata di scrittura. Ha collaborato con varie testate come giornalista pubblicista, attualmente insegna Lettere in una scuola secondaria di primo grado.

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