Medusa nella mitologia e nell’arte

Medusa è una delle figure mitologiche più conosciute. Essa è una delle tre Gorgoni, mostri che secondo la leggenda erano figlie di Forco e Ceto, e che vivevano nell’estremo occidente.

Medusa di Caravaggio dipinta su uno scudo
Lo scudo dipinto da Caravaggio è una delle rappresentazioni più iconiche di Medusa nella storia dell’arte

La storia e la leggenda

Medusa aveva due sorelle, Euriale e Steno. Secondo la leggenda erano bellissime: avevano ali d’oro e mani di bronzo. Al posto dei capelli però avevano serpenti. Avevano inoltre un potere: il loro sguardo pietrificava chiunque.

Non tutte le versioni del mito raffigurano le Gorgoni come donne bellissime: secondo altri, infatti, erano bruttissime, con una bocca larga, zanne suine e la barba.

La più conosciuta tra le tre sorella era certamente Medusa. Tra loro era l’unica mortale che, per volere di Persefone, era custode degli Inferi.

Secondo Ovidio, Medusa in origine era una donna bellissima, poi è stata trasformata in mostro da Atena come punizione per aver giaciuto con Poseidone.

Di certo era una donna-mostro che tutti i più grandi eroi temevano.

Il mito dell’uccisione di Medusa

Un solo eroe fu in grado di sconfiggere il suo sguardo potente e pietrificante: Perseo.

Il giovane venne inviato dal re di Serifo, Polidette, ad ucciderla. Il re era convinto che l’eroe non sarebbe mai riuscito nell’impresa; sperava venisse eliminato dalla gorgone e sposare così sua madre Danae.

Perseo trovò prima le Graie (le custodi del luogo dove si trovavano le tre Gorgoni), alle quali rubò il loro occhio per ottenere le armi necessarie per sconfiggere Medusa:

  • l’elmo di Ade: oggetto che dona l’invisibilità;
  • una sacca magica: per riporre la testa recisa;
  • i sandali alati: per spostarsi a gran velocità.

Atena inoltre diede a Perseo uno scudo per evitare di essere pietrificato dal mostro.

Egli quindi arrivò nel luogo in cui si trovavano le Gorgoni e trovò le tre sorelle che dormivano: grazie all’aiuto di Atena e dello scudo riuscì a decapitare Medusa.

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Dalla ferita fuoriuscirono immediatamente Pegaso, il cavallo alato, e il gigante Crisaore: i figli che lei aspettava da Poseidone.

Le altre due sorelle provarono a rincorrere il giovane; lui però era protetto dall’elmo che donava invisibilità, così scappò con Pegaso. Mise la testa di Medusa nella sacca come prova della sua uccisione.

La testa però non aveva perso il suo potere pietrificante, per cui Perseo la utilizzò come arma verso i suoi nemici, tra questi il re Polidette.

Perseo liberò infine la madre e diede la testa di Medusa ad Atena, che la custodì nel suo scudo.

Perseo tiene in mano la testa recisa di Medusa - scultura di Cellini
Perseo tiene in mano la testa recisa di Medusa: scultura di Benvenuto Cellini (1545-1554)

Nell’arte

La figura di Medusa è una delle più famose della cultura occidentale. Non mancano le rappresentazioni pittoriche di ogni epoca; tra le più celebri ci sono:

  • Caravaggio: Scudo con testa di Medusa, 1598 circa, Galleria degli Uffizi, Firenze;
  • Rubens: Medusa, 1617-1618, Kunsthistorisches Museum, Vienna;
  • Gian Lorenzo Bernini: Busto di Medusa (scultura), 1638-1645, Musei capitolini, Roma.
Medusa dettaglio del quadro di Rubens
Dettaglio del quadro di Rubens: la decapitazione è rappresentata in modo particolarmente efferato.

Medusa compare anche in un dettaglio di un quadro di Klimt, che abbiamo analizzato: Pallade Atena.

Un’altra celebre scultura è quella di Perseo Trionfante che tiene in mano la testa della gorgone: trovi l’immagine nell’articolo sui Musei Vaticani.

La sua rappresentazione iconica è stata scelta anche per il logo della casa di moda Versace.

Logo Versace con la testa della gorgone Medusa
Il logo Versace con la testa della gorgone

Viene citata nelle Metamorfosi di Ovidio e nell’Inferno di Dante (canto IX), inoltre è utilizzata ancora oggi come figura antagonista in molti racconti fantasy e videogiochi.

Un recente libro per ragazzi che racconta questo mito (ed altri) è quello di Sabina Colloredo.

Insomma, la figura di Medusa non si è cristallizzata nel passato epico ma è rimasta ben presente nella nostra contemporaneità: tutto ciò sottolinea la grandezza e la potenza del suo mito.

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Anna D'Agostino

Anna D'Agostino, napoletana di nascita portodanzese d'adozione, laureata in Filologia Moderna e appassionata di scrittura. Ha collaborato con varie testate come giornalista pubblicista, attualmente insegna Lettere in una scuola secondaria di primo grado.

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