Don’t Look Up: i motivi del successo del film di Adam McKay

E’ sicuramente il film di Natale, ma non certo per il tema trattato. Sbarcata su Netflix il 24 dicembre scorso, la pellicola del regista Adam McKay intitolata “Don’t Look Up” sta riscuotendo il successo che merita. Davanti a questo film, che vanta un cast d’eccezione (oltre a Leonardo DiCaprio ci sono attori del calibro di Meryl Streep, Jennifer Lawrence, Cate Blanchett, Ariana Grande, Jonah Hill), l’opinione pubblica si divide tra chi lo ritiene un capolavoro e chi invece lo osteggia.

Il film racconta la reazione dell’umanità in seguito alla previsione della discesa di una cometa sul pianeta Terra e della fine ineluttabile del mondo. E lo fa con spietata crudezza.

Anziché unirsi e cooperare in vista di una salvezza comune, gli uomini si dividono tra loro. In tanti decidono di voltarsi dall’altra parte, negando addirittura la realtà.

Attorno a questa catastrofe annunciata girano gli interessi economici di un ricchissimo imprenditore digitale, mentre la sovrabbondanza di informazioni rende la situazione paradossale.

La riflessione

Ciò che non passa inosservata (e che fa riflettere) è l’ignavia della specie umana; anche in tali situazioni tende a prevalere sulla lucidità e la razionalità.

Lo spettatore può cogliere, in questa pellicola, una realtà a noi vicina; vi sono numerosi punti di contatto con l’esistenza che viviamo in questo preciso momento storico di pandemia.

Il regista ci mette davanti le possibili conseguenze a cui potremmo andare incontro nel caso in cui continuassimo ad essere ciò che siamo e a vivere come facciamo oggi.

Don’t Look Up” è senza dubbio una pellicola di denuncia sociale, e anche solo per questo motivo andrebbe visto.

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Cristiana Lenoci

Cristiana Lenoci è laureata in Giurisprudenza e specializzata nel campo della mediazione civile. La sua grande passione è la scrittura. Ha maturato una discreta esperienza sul web e collabora per diversi siti. Ha anche frequentato un Master biennale in Giornalismo presso l'Università di Bari e l'Ordine dei Giornalisti di Puglia.

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