Le opere minori di Dante

Abbiamo raccolto in questo articolo, in maniera schematica, le opere minori di Dante Alighieri.

Dante Alighieri
Dante Alighieri e le sue opere minori

Vita nova” è costituita da 42 capitoli in prosa che racchiudono 25 sonetti, 4 canzoni, una ballata, una strofa di canzone. L’opera è scritta in volgare, l’italiano del tempo. Le poesie furono scritte in tempi diversi, prima del 1293; la prosa fu scritta in un solo tempo nel 1293-1294, quando Dante riordinò le poesie secondo un filo narrativo. Il titolo allude sia alla giovinezza di Dante (vita nuova, sviluppata da poco, giovane) sia al rinnovamento interiore che Dante si propone al termine dell’opera (vita nuova, quindi rinnovata). È la storia dell’amore del poeta per Beatrice. Dopo la morte della fanciulla, sviato da altri amori, Dante si propone di non parlare più di Beatrice fino a quando non si sarà spiritualmente rinnovato.

Le rime” è una semplice raccolta di poesie, rimaste escluse dalla “Vita nova” e dal “Convivio”. Le poesie sono tutte scritte in volgare. Le opere della raccolta furono scritte in tutto l’arco della vita di Dante: è quasi impossibile stabilire una data esatta per ciascuna di esse. È una raccolta fatta dopo la morte del poeta e il titolo è solo un’indicazione generica e tradizionale. La maggior parte delle poesie risente dei contenuti e dei caratteri del Dolce stil novo. Tra queste ricordiamo: Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io. Un gruppo particolare di poesie è costituito dalle “Rime petrose”, scritte per una fanciulla orgogliosa e dura come una pietra, che aveva respinto l’amore del poeta.

Convivio” è una raccolta di trattati. Le intenzioni di Dante erano quelle di scriverne 15 di carattere enciclopedico: in realtà ne scrisse soltanto quattro, uno di introduzione e tre di commento ad altrettante canzoni ricche di spunti culturali. È scritto in volgare. Fu scritto fra il 1304 e il 1307 a Bologna, dove la ricca biblioteca dell’università poteva permettere le vaste consultazioni necessarie per un’opera a carattere enciclopedico. “Convivio” significa “banchetto” e allude alla volontà dell’autore di offrire a tutti gli uomini un banchetto di sapienza per arricchire il loro spirito e avvicinarli a Dio. Dopo il trattato di introduzione (dove sono spiegati gli scopi dell’opera) seguono argomenti diversi: di astronomia (la disposizione dei cieli attorno alla terra), di interpretazione letteraria (i modi allegorici, morali con cui si può affrontare un testo), di filosofia, di politica e altro.

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De vulgari eloquentia” progettato in quattro libri, rimase interrotto dopo il primo libro e i primi 14 capitoli del secondo. È scritto in latino. Fu scritto nel 1304-1307, contemporaneamente al “Convivio”: è forse in relazione alla necessità di approfondire il problema della lingua adatta a quest’ultimo. Il titolo è in latino e significa “il linguaggio volgare”, quel linguaggio cioè che è parlato dalla massa del popolo in contrapposizione al latino usato dai dotti. Dante esamina quale debba essere la lingua letteraria italiana, capita da tutti ma capace di esprimere alti concetti: dovrebbe essere una lingua inventata dagli scrittori elaborando e armonizzando ciò che di meglio offrono i vari dialetti.

Foto di Dante
Dante

De monarchia” sono tre parti suddivise in numerosi capitoli. Fu scritto nel 1312-1313, quando l’arrivo in Italia dell’imperatore Arrigo VII suscitò in Dante la speranza di poter tornare a Firenze. Il titolo è in latino e significa “La monarchia”: allude al contenuto del trattato ch’è basato sulla necessità di un governo monarchico, unitario e centrale per dare pace al mondo. Partendo dall’idea che l’impero (in particolare quello romano) è necessario per pacificare i popoli, Dante afferma che l’autorità dell’imperatore deriva direttamente da Dio ed è indipendente dalla Chiesa: di qui la famosa teoria dei due Soli (l’imperatore e il papa, autonomi fra loro) in contrapposizione all’immagine tradizionale di un Sole (il papa) dal quale dipende la luce della luna (l’imperatore).

Quaestio de aqua et terra” è una dissertazione. Fu esposta da Dante a Verona, alla presenza del clero nel 1320. il titolo è in latino e significa “questione dell’acqua e della terra”. Vi è sostenuta una tesi sulla proporzione tra acqua e terra nel globo.

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Serena Marotta

Serena Marotta è nata a Palermo il 25 marzo 1976. "Ciao, Ibtisam! Il caso Ilaria Alpi" è il suo primo libro. È giornalista pubblicista, laureata in Giornalismo. Ha collaborato con il Giornale di Sicilia e con La Repubblica, ha curato vari uffici stampa, tra cui quello di una casa editrice, di due associazioni, una di salute e l'altra di musica, scrive per diversi quotidiani online ed è direttore responsabile del giornale online radiooff.org. Appassionata di canto e di fotografia, è innamorata della sua città: Palermo.

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