Dei Sepolcri, analisi dell’opera di Ugo Foscolo
Il poemetto Dei Sepolcri è stato scritto e stampato all’inizio del 1807, a seguito dell’incontro tra Ugo Foscolo e Ippolito Pindemonte avvenuto nell’estate dello stesso anno. Si tratta di una delle opere più compatte e definitivamente concluse dell’autore. L’idea di scrivere questo carme nacque probabilmente a seguito di una discussione avuta con lo stesso Pindemonte e con la contessa Isabella Teotochi Albrizzi sul tema della sepoltura.
Approfondimento
Contesto storico
In quel tempo, infatti, in Italia era stato esteso l’Editto di Saint Cloud (1804) emanato da Napoleone (così nacque anche l’oggi celebre cimitero di Père-Lachaise di Parigi): esso prevedeva che le sepolture venissero poste al di fuori delle mura della città, per motivi igienici, e che tutte le tombe dovevano essere uguali, per conformarsi all’eguaglianza sociale dominante con l’Illuminismo. Ciò provocò grandi discussioni tra gli intellettuali sul valore della tomba: tra queste si inserisce il carme Dei Sepolcri di Foscolo, sulla scia di uno simile che aveva composto Pindemonte sull’importanza dei cimiteri.
Le anguste case e i bassi e freddi letti
Ove il raggio del sol mai non penètra…
I cimiteri, INCIPIT
Ugo Foscolo, pur avendo appoggiato inizialmente le teorie meccanicistiche dell’Illuminismo, ribadisce in quest’opera il valore della tomba, accostandosi così al Preromanticismo e contestando violentemente l’editto in questione.
Dei Sepolcri: analisi
Ciò che contraddistingue il carme non è tanto il tema, comune ai movimenti preromantici che si stavano diffondendo in Europa in quel tempo, quanto piuttosto la struttura: Foscolo segue argomentazioni serrate e attualizza l’opera.
Dei Sepolcri è un’opera costituita da 295 endecasillabi sciolti e possono essere suddivisi in quattro parti, come indicato dallo stesso autore. In un altro articolo su questo sito è possibile trovare il testo completo “Dei Sepolcri”.
Prima parte
La prima parte (vv. 1-90) affronta il tema dell’utilità della tomba e dei riti funebri. La tomba, da un punto di vista materialista, non è importante ma diventa una corrispondenza di amorosi sensi. Essa ha un forte valore affettivo per le persone care che ricordano il defunto. Quando i vivi si recano sulla tomba dei loro cari avvertono ancora un collegamento con essi. Per questo trovano un momento di pace per l’animo.
Il tema della tomba e della corrispondenza tra vivi e morti era già stato affrontato da Foscolo nei Sonetti. In particolare In morte del fratello Giovanni, nel quale ricorda il fratello e immagina di parlare con lui e visitare la sua tomba. Il sepolcro quindi è fondamentale per la sopravvivenza dei vivi, che possono trovare conforto al proprio dolore.
Seconda parte
La seconda parte (vv 91-150) è dedicata ad una ricognizione di tutte le concezioni della morte nel corso del tempo. Il modello di sepoltura cattolico viene considerato sorpassato, mentre viene osannato il modello classico.
La tomba viene considerata quindi da un punto di vista storico come espressione della civiltà del mondo.
Terza parte
La terza parte (vv. 151-212) indaga sul significato pubblico della morte: vengono infatti ricordate le tombe dei grandi personaggi, tra cui Machiavelli e Alfieri, sepolti nella chiesa di Santa Croce a Firenze.
Foscolo insiste in particolare sul fatto che le tombe dei grandi stimolano i caratteri più virtuosi a continuare la loro opera. Visitando le sepolture di personaggi illustri si tende ad imitare il loro buon esempio. L’invito dell’autore è quindi a ritrovare la dignità dei grandi ideali trasmessi dalle personalità del passato grazie al valore della tomba.
Quarta parte
La quarta parte (vv. 213-295) ribadisce quindi il valore morale della morte: essa ricompensa tutte le ingiustizie subite in vita. Questa conclusione è fondamentale perché, a partire da questa tematica, l’autore afferma il concetto di poesia eternatrice. Anche la tomba è soggetta all’usura del tempo. Per questo soltanto la poesia può conservare la memoria di una persona per sempre.
Per fare ciò, cita l’autore per eccellenza, Omero, che ha cantato la guerra di Troia e ha permesso di ricordare il valore di tutti i personaggi, vincitori e vinti. La poesia quindi assume lo stesso significato delle tombe. Quello di preservare il ricordo. Ma è molto più potente di esse perché è in grado di durare per sempre e resistere al trascorrere del tempo.
Breve commento
Nonostante Foscolo neghi la sopravvivenza dell’anima oltre la morte, con l’opera “Dei Sepolcri” afferma però il valore essenziale della sepoltura. Nonostante le sue teorie materialiste, ciò che si salva e che va oltre la morte viene garantito proprio grazie al potere della poesia.
Ugo Foscolo, infatti, era un intellettuale che si sentiva spesso fuori posto, in contrasto con le teorie dominanti, esule. Grazie a questo carme però, afferma comunque l’importanza dell’illusione positiva creata dal valore della tomba e della poesia. Esiste quindi un modo per essere ricordati dopo la morte.