Lupus in fabula: significato e interpretazioni

Lupus in fabula è una delle espressioni latine entrate a pieno nella lingua italiana. Abbiamo probabilmente molto chiaro come usarlo ma sappiamo di quale lupo si parla? E, soprattutto, di quale fabula? Lo usiamo nel modo corretto? Proviamo a rispondere a queste domande.

Eccolo, è arrivato: “lupus in fabula”.

Lupus in fabula - Disegno
Lupus in fabula

Cosa significa: la corrispondenza

L’espressione “lupus in fabula” si potrebbe tradurre in italiano con

  • il lupo nella favola“;
  • forse, meglio così: “il lupo della favola“;
  • oppure, traslando: “il lupo nel discorso“.

E probabilmente si commetterebbe comunque un errore.

Quel che riguarda il significato è il gioco della corrispondenza.

Così come il lupo nella favola, molto ricorrente e facilmente associato, allo stesso modo l’espressione – o il modo di dire – indica una determinata persona in arrivo, rispetto al discorso che si stava facendo un minuto prima che questa si palesasse.

Il lupo e la favola di Esopo

Quando diciamo “lupus in fabula” stiamo utilizzando un parallelo fra la vita e la favola. Non è impensabile che questa espressione possa rimandare ad Esopo nelle cui favole il lupo è molto ricorrente. Lo usa spesso come incarnazione dell’antagonista.

Esopo
Esopo

Esopo è stato l’iniziatore della favola in forma scritta. Dopo di lui sono venuti altri grandi scrittori di fiabe come Fedro e Jean de La Fontaine.

L’origine latina: Terenzio, Plauto e Cicerone

C’è un “lupus in fabula” in Terenzio nell’opera Adelphoe. In forma poco diversa si legge in Plauto. Infine anche in Cicerone troviamo la frase “lupus in fabula venit enim ad me”. Ma per i latini questa fabula non è la favola, né il discorso. La fabula è la favella (la lingua, la parola o la facoltà di parlare).

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Vede il lupo e perde la favella

Più che “parli del diavolo e spuntano le corna“, stando all’origine latina, “lupus in fabula” indicherebbe l’azione di smettere di parlare all’arrivo del lupo.

I latini credevano che quando qualcuno fosse visto per primo dal lupo, smettesse di parlare.

Allo stesso modo il sopraggiungere di una persona, tronca il discorso che si stava facendo. Tanto è vero che in alcune culture quando si ha mal di gola o la voce fioca per un raffreddore, si dice che quella persona abbia visto il lupo.

Lupus in fabula, in sintesi

C’è un significato più superficiale che ci porta a pensare al protagonismo assoluto del lupo nella favola: lo stesso della persona di cui stavamo parlando un attimo prima che si palesasse. Meno superficialmente c’è una credenza che ci racconta che chi vede il lupo, smette di parlare come facciamo quando stiamo parlando di qualcuno che poi improvvisamente sopraggiunge.

Quando il “lector” prese il posto del “lupus”

L’espressione “lupus in fabula” è stata presa in prestito dal semiologo italiano Umberto Eco che nel 1979 ha pubblicato un testo dal titolo “Lector in fabula“. Nel saggio Eco parla di interpretazione testuale e di come il lettore in qualche modo si ponga egli stesso dentro la lettura di un testo. Eco spiega come, approcciando un volume, ognuno di noi porti dentro la comprensione dello stesso i suoi “non detti”, “già detti” e quell'”enciclopedia” di sensi epocali che cooperano in una direzione particolare di lettura.

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Maria Cristina Costanza

Maria Cristina Costanza è nata a Catania il 28 gennaio 1984. Lascia la Sicilia a 18 anni per trasferirsi a Roma, dove si laurea in Comunicazione a La Sapienza. Sin da studentessa si orienta verso il giornalismo culturale collaborando con settimanali on line, webzine e webtv, prima a Roma poi a Perugia e Orvieto, dove vive attualmente. Dal 2015 è giornalista pubblicista. Col giornalismo, coltiva la sua 'altra' passione: la danza. Forte di quasi 20 anni di studio fra Catania, Roma, Perugia e New York oggi è insegnante di danza contemporanea e classica a Orvieto.

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