Vittoria di Pirro: dove nasce il modo di dire? Chi era Pirro?
Una battaglia vinta, sì, ma a un prezzo un po’ troppo alto. È quello che intendiamo dire quando utilizziamo la locuzione vittoria di Pirro.
Da dove deriva?
Approfondimento
Vittoria di Pirro: un modo di dire che risale al 280 a.C.
Quando qualifichiamo come pirrica una vittoria stiamo guardando alla storia antica. Stiamo viaggiando fino a prima di Cristo.
Ci si riferisce in particolare alla sconfitta inflitta ai Romani in due battaglie:
- quella di Eraclea del 280 a.C.
- e quella di Ascoli Satriano del 279 a.C.
A battere i Romani fu il re Pirro dell’Epiro.
Chi era Pirro
Pirro fu uno dei condottieri alessandrini (discendente di Alessandro Magno) più rilevanti. Annibale stesso in persona lo ritenne il più astuto degli strateghi. Pirro fu inoltre un abile diplomatico.
Dal 306 al 300 e poi ancora dal 298 al 272 a.C. fu re dell’Epiro, regione nel Sud-Est dell’Europa: dall’Albania meridionale alla Grecia Nord-Occidentale, tra la catena montuosa del Pindo e il Mar Ionio.
Una vittoria a metà. Perché?
Nelle battaglie in cui sconfisse i Romani ad Eraclea nel 280 a.C. e ad Ascoli Satriano nel 279 a.C., Pirro ebbe delle perdite molto molto gravi: si trattò di una ferita che si aprì all’interno dell’esercito e si fece incolmabile, fino a rendere impossibile la vittoria della guerra.
Così narra Plutarco in riferimento alla seconda di queste battaglie:
Gli eserciti si separarono; e, da quel che si dice, Pirro rispose a uno che gli esternava la gioia per la vittoria che “un’altra vittoria così e si sarebbe rovinato”.
Vite parallele
Questo perché aveva perso gran parte delle forze che aveva portato con sé, quasi tutti i suoi migliori amici e i suoi principali comandanti; non c’erano altri che potessero essere arruolati, e i confederati italici non collaboravano.
D’altra parte, come una fontana che scorresse fuori dalla città, il campo romano veniva riempito rapidamente e a completezza di uomini freschi, per niente abbattuti dalle perdite sostenute, ma dalla loro stessa rabbia capaci di raccogliere nuove forze, e nuova risolutezza per continuare la guerra.
Nel linguaggio di oggi
Quando si parla di “vittoria di Pirro” non ci si riferisce, oggi, certamente all’ambito militare. Più normalmente si utilizza questa locuzione per analogia in altre sfere del vivere comune. Di vittorie di Pirro sono costellati:
- il mondo degli affari,
- la politica,
- la giurisprudenza
- e anche lo sport.
In tutte queste situazioni si parla in ogni caso di un successo inutile, effimero in cui il vincitore, alla fine, esce senza aver acquisito quei vantaggi necessari a giustificare lo sforzo. Alessandro Magno