Uovo di Colombo: significato e spiegazione del modo di dire
L’espressione “Uovo di Colombo” è utilizzata nell’italiano corrente, e anche in altre lingue, per indicare una soluzione facile a un problema apparentemente impossibile. Questo modo di dire proviene da un aneddoto legato al Colombo storicamente più famoso, l’esploratore genovese Cristoforo Colombo.
Approfondimento
Nel 1493 in Spagna
La vicenda a cui si fa risalire il modo di dire “l’uovo di Colombo” ci porta alla fine del Quattrocento. Cristoforo Colombo è da poco tornato dalla sua più celebre esplorazione che, alla ricerca del passaggio a Ovest verso le Indie, lo ha portato alla scoperta dell’America.
La popolazione sta festeggiando questo traguardo e Colombo viene chiamato nella dimora del Cardinale Mendoza per una cena in suo onore. Colombo si ritrova al tavolo con alcuni gentiluomini spagnoli che, però, tendono a sminuire la sua impresa.
I signori, pur riconoscendo la conquista ottenuta, la denigrano dando un grande ruolo ai mezzi di cui Colombo disponeva: tutti, insomma, in quelle condizioni avrebbero raggiunto un tale risultato, sentenziano.
Il primo uovo di Colombo
A quel punto Colombo, stufo delle illazioni che i signori gli rivolgevano, li sfida. Prende un uovo e chiede loro di metterlo in posizione verticale sul tavolo. Ognuno prova e riprova più volte, ma invano.
Stanco, Colombo batte il fondo dell’uovo sullo spigolo del tavolo appiattendone la superficie quindi pone l’uovo sul tavolo: esso resta in piedi, fermo.
Gli astanti osservano la soluzione del navigatore, ma non tardano a disprezzare ancora; come per l’approdo nelle Indie poi rivelatesi Americhe commentano col dire che tutti avrebbero potuto farlo.
Si narra allora che Colombo rispose per le rime:
La differenza, signori miei, è che voi avreste potuto farlo, io invece l’ho fatto!
Uovo di Colombo o uovo di Brunelleschi?
Questo aneddoto si trova anche in un’opera dello storico Girolamo Benzoni. Ma Giorgio Vasari lo attribuisce a Filippo Brunelleschi.
L’architetto stava lavorando per aggiudicarsi il prestigioso appalto della costruzione della cupola del Duomo di Santa Maria del Fiore (poi Cupola Brunelleschi). Quando si trova a spiegare i dettagli di come avrebbe elevato la cupola, sfida i suoi concorrenti con il gioco dell’uovo in piedi. Il resto della vicenda prosegue come per Cristoforo Colombo.
Lo stesso Vasari ammette di essere venuto a conoscenza dell’episodio, ma di non avervi mai assistito direttamente.
Egg of Columbus: l’uovo di Colombo nella letteratura
Come dicevamo all’inizio l’espressione Uovo di Colombo è usata anche in altre lingue (in lingua inglese: egg of Columbus). Si ritrova in molti testi della letteratura: inglese, americana e non solo. L’autrice Mary Shelley, per esempio, utilizza questa espressione nell’introduzione di “Frankenstein” del 1869:
Ancora, celebri riferimenti letterari al cosiddetto Uovo di Colombo si ritrovano:
- nel “Mein Kampf” di Adolf Hitler
- in “Guerra e pace” di Tolstoj
- nel romanzo “Il grande Gatsby” di Francis Scott Fitzgerald.