Lolita: storia e analisi del romanzo di Nabokov

Il celebre romanzo “Lolita” di Vladimir Nabokov, fu stampato per la prima volta a Parigi nel 1955 suscitando grande scandalo. La genesi di pubblicazione del romanzo è molto complessa. Viene inizialmente pubblicato solo dalla casa editrice erotica Olympia Press, con sede a Parigi. In America viene pubblicato invece nel 1958, ottenendo immediato successo con la vendita di 100.000 copie. In Italia invece esce un anno più tardi edito da Mondadori.

Lolita - Nabokov
Lolita – Nabokov

L’autore, originario russo, si era trasferito in America negli anni ’40 quasi dimenticando la sua vera lingua. Da solo ha tradotto la sua opera in russo, che viene pubblicata negli anni ’60 con un post scriptum in cui racconta del suo rapporto con la lingua madre.

Lolita suscita grande scandalo per la tematica affrontata: un amore al confine con la pedofilia tra un professore di letteratura francese e una ragazza dodicenne.

Trama e riassunto

Il professore Humbert Humbert narra in prima persona la sua vicenda sentimentale. Dopo il fallimento del suo primo matrimonio si trasferisce nel New England dove affitta una stanza presso una vedova, Charlotte Haze. È qui che conosce Dolores, la figlia della vedova, appena dodicenne. Una ragazza molto spregiudicata e ribelle, che si distingue per il suo forte carattere. Tra i due si crea prima una fortissima complicità interrotta dalla partenza della ragazza per la colonia. Charlotte però, innamorata di Humbert, scopre il suo diario in cui dichiara la sua passione per la ragazza e lo minaccia. Ma il destino cambia le carte in tavola: Charlotte muore investita da un’auto.

Il professore così va a riprendere Dolores, detta Lolita, alla colonia e inizia con lei una fuga in macchina per gli Stati Uniti. Passano di motel in motel. La paga in cambio di favori sessuali ma soprattutto per evitare che lei vada a denunciare tutto alla polizia. Dopo un anno di girovagare, i due si stabiliscono in una città dove Lolita può anche andare a scuola. Humbert però la tiene praticamente prigioniera, permettendole di frequentare solamente il corso di teatro.

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I due riprendono il vagabondaggio perché la loro storia fa scandalo in città. Lolita però si ammala e una volta guarita, fugge dall’ospedale con un altro uomo, Quilty il regista teatrale che aveva conosciuto al corso.

Lolita: il finale

Lolita allora comincia la sua vita. Le viene proposto di diventare una star dei film porno ma lei rifiuta e Quilty la abbandona. Incontra poi l’uomo che sposerà, Dick, che non conosce niente del suo passato. Humbert però è sempre alla sua ricerca e apprende che è stato Quilty ad aiutarla a farla scappare dalle sue grinfie e per questo lo uccide. Dal carcere inizia a scrivere così il suo romanzo/confessione.

Breve analisi e commento

Lo stile di “Lolita” è quello di un vero e proprio racconto in prima persona del Professore Humber, che quasi vuole giustificare la sua passione per Lolita affermando di essere rimasto traumatizzato da piccolo per la morte della sua fidanzatina per tifo.

Lo stile è molto prosastico, quasi malinconico, come se il protagonista cercasse di essere capito dal lettore. Il suo scopo è infatti quello di risultare simpatico e non odiato per questa sua ossessione. Il romanzo però non contiene nessun riferimento sessuale esplicito e nessun racconto di scene scabrose.

Dal libro fu tratto anche un film di Stanley Kubrick di enorme successo.

Mutuato dal romanzo, oggi il termine lolita è utilizzato nel vocabolario comune per indicare una ragazza molto giovane ma molto spregiudicata nei comportamenti.

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Anna D'Agostino

Anna D'Agostino, napoletana di nascita portodanzese d'adozione, laureata in Filologia Moderna e appassionata di scrittura. Ha collaborato con varie testate come giornalista pubblicista, attualmente insegna Lettere in una scuola secondaria di primo grado.

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