La madre, poesia di Ungaretti: analisi e parafrasi

La madre è il titolo di una poesia composta da Giuseppe Ungaretti nel 1930. Essa fa parte della raccolta Sentimento del tempo.  È una delle liriche più importanti della seconda fase poetica dell’autore.

In questa poesia Ungaretti immagina di ricongiungersi con sua madre e con Dio. La madre diventa, nel momento della morte, l’intermediario tra il poeta e Dio e riveste quindi un ruolo chiave fondamentale, come è sempre stato nella sua vita.

Giuseppe Ungaretti - poesia La madre

Sentimento del tempo, la raccolta poetica

La prima edizione della raccolta Sentimento del tempo venne pubblicata a Firenze nel 1933. In essa Ungaretti torna ad utilizzare una forma metrica più distesa, lontano dalle avanguardie e dallo sperimentalismo de L’Allegria. I componimenti sono qui dedicati al rapporto:

  • tra la vita e la morte,
  • tra il passato e il presente,
  • con Dio.

Da un punto di vista stilistico, le poesie, le liriche, sono più tradizionali. Vengono seguiti i canoni della poesia classica.

Il poeta vive anche una certa ansia religiosa: cerca infatti di indagare il suo rapporto con Dio.

Sono presenti anche alcuni riferimenti alla mitologia classica.

Ritorna però il tema ricorrente di Giuseppe Ungaretti: il senso di precarietà della vita.

La madre: testo della poesia

E il cuore quando d’un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d’ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.

In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all’eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m’avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d’avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.

Parafrasi

E quando l’ultimo battito del mio cuore
avrà fatto cadere il muro d’ombra (il limite tra la vita e la morte),
per condurmi madre davanti a Dio,
come quando ero bambino, mi darai la mano.

In ginocchio, decisa, resterai ferma
come una statua davanti a Dio,
come quando ti vedevo pregare
quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia
come nel momento della tua morte dicendo:
Eccomi mio Dio.

Ricorderai di avermi aspettato tanto
e avrai negli occhi un sospiro di sollievo.

Spiegazione

Nella poesia La madre, Ungaretti dimostra tutta la sua ansia religiosa: immagina di trovarsi al cospetto di Dio dopo la sua morte.

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Immagina di incontrare, finalmente, di nuovo sua madre.

Ella intercederà per lui. Il poeta la immagina fremente, con le mani alzate verso il cielo, proprio come pregava quando era ancora in vita.

Alla fine della lirica, la madre non è solo credente, ma ritorna ad essere la figura premurosa che ha accompagnato il figlio per tutta la vita.

Giuseppe Ungaretti
Foto di Giuseppe Ungaretti

Analisi stilistica

La poesia è formata da cinque strofe di endecasillabi e settenari:

  • 2 quartine;
  • 1 terzina;
  • 2 distici finali.

Ungaretti qui non sperimenta più le forme dell’Avanguardia con poesie formate da un solo verso (celeberrima la sua poesia Mattina), ma ritorna ad una poesia più tradizionale.

Ritorna anche la punteggiatura; il ritmo è molto regolare.

Utilizza anche alcune figure retoriche:

  • anastrofe (inversione) v. 1  (E il cuore quando d’un ultimo battito);
  • similitudine v. 4 (come una volta mi darai la mano); v. 7 (come già ti vedeva quando eri ancora in vita); v. 10 (come quando spirasti);
  • e l’efficace sinestesia finale (sensazioni diverse: gli occhi percepiscono il sospiro, v. 14-15).

“La madre” resta comunque una poesia pienamente ermetica nelle forme e nel significato.

Con questa poesia il poeta ha voluto riunirsi con la figura di sua madre; ella non è più una donna severa, bensì diventa un tramite insostituibile per farlo arrivare alla visione di Dio.

Egli quindi crea un legame tra il suo passato e il suo futuro; e lo conoscerà appieno nell’esatto momento in cui attraverserà quel muro d’ombra per raggiungere la pace eterna.

La morte non è più improvvisa e rapida come quando combatteva nelle trincee del Carso (si veda l’analisi della poesia San Martino del Carso): diventa invece un momento importante per ottenere la felicità eterna.

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Anna D'Agostino

Anna D'Agostino, napoletana di nascita portodanzese d'adozione, laureata in Filologia Moderna e appassionata di scrittura. Ha collaborato con varie testate come giornalista pubblicista, attualmente insegna Lettere in una scuola secondaria di primo grado.

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