Training autogeno: che cos’è e quali benefici comporta

Elaborato e messo a punto da Johannes Heinrich Schultz, lo studioso berlinese considerato il fondatore di questo metodo, il Training autogeno è diffuso e conosciuto in tutto il mondo. Si tratta di una tecnica di rilassamento, un metodo che aiuta a migliorare il rapporto con se stessi, favorendo la concentrazione della mente e alleviando i disagi di tipo psicosomatico. Ufficialmente si ritiene che il training autogeno sia nato nell’anno 1932, quando sono stati pubblicati i risultati di uno studio condotto da Schultz nel volume intitolato “Das autogene training”.

Training Autogeno
Training Autogeno

Nel libro, considerata l’opera fondante e riferimento per tutti coloro che hanno approfondito la tecnica, si legge come esistono veri e propri esercizi di allenamento che permettono, dopo una fase di addestramento, di ottenere benefici psicofisici evidenti.

I “livelli” del Training autogeno

Possiamo ben dire, quindi, che il training autogeno opera su tre livelli:

  1. a livello fisico (poiché si ottiene un miglioramento delle condizioni di salute in generale);
  2. a livello fisiologico (poiché agisce ripristinando l’equilibrio tra il sistema endocrino e quello nervoso, strettamente connessi);
  3. a livello psicologico (migliorando la percezione di alcuni vissuti e aiutando a gestire le emozioni negative).

Con il training autogeno si può intervenire su alcuni comuni disturbi psicosomatici (emozioni che interferiscono sulle funzioni del corpo, stati somatici che comportano la contrazione involontaria di muscoli), alleviandone le conseguenze o eliminandone gli effetti.

Das Autogene Training - libro
La copertina del libro “Das Autogene Training” di Johannes Heinrich Schultz

Attraverso gli esercizi del training autogeno è possibile inibire l’interferenza di alcuni ormoni, come l’adrenalina, che vengono prodotti in quantità maggiore nel sangue in condizioni di stress psico-fisico. Inoltre, attraverso alcuni esercizi specifici, si può arrivare a gestire la respirazione, acquisendo una maggiore consapevolezza dell’atto respiratorio e della sua importanza sulla mente.

Partendo dal significato etimologico delle parole, “training” sta per “allenamento”, “autos” significa “da sé”, mentre “genos” ha il significato di “si genera”. La stessa denominazione di tale metodo basta a definirne gli obiettivi: chi si sottopone al training autogeno è in grado di allenarsi da sé al rilassamento, grazie all’acquisizione di una autonoma capacità di “autosuggestione”. I primi tempi, però, può essere utile la guida di un esperto.

Training autogeno - gruppo
Il Training autogeno si può praticare anche in gruppo, con l’ausilio e la guida di una persona esperta.

 

Principi fondamentali ed esercizi

La tecnica del training autogeno si basa sul principio di apprendimento psicologico denominato “condizionamento classico”. In pratica, consiste nel fatto che, ripetendo gli esercizi, si può associare una formula o un esercizio mentale ad uno stato fisiologico e psicologico (risposta incondizionata). In seguito all’apprendimento di specifiche tecniche di autosuggestione e concentrazione quella risposta potrà diventare “condizionata”.

Durante l’allenamento intervengono altri importanti processi di tipo neuropsicologico che provocano un vero e proprio cambiamento psicofisico. Volendo tradurre questa affermazione con un esempio pratico, allenandosi ad immaginare l’acqua calda che scorre sul nostro corpo questo sarà capace di avere risposte fisiologiche simili a quelle che lo stimolo produrrebbe nella realtà (irrorazione del sangue sulla parte del corpo, aumento della temperatura corporea).

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Con il training autogeno, anche in assenza di stimoli concreti, si possono percepire sensazioni fisiche attraverso la rievocazione di immagini mentali. E’ chiaro che, per ottenere questo, ci vuole costanza nella pratica e molta concentrazione.

Altro principio che in genere viene applicato nella fase di allenamento prevista dal training autogeno è l’ideoplasia, che consiste nella capacità di produrre micromovimenti attraverso l’attività mentale di immaginazione. Questo principio si applica quotidianamente con la comunicazione non verbale. Con questa tecnica si possono tenere sotto controllo con la mente i singoli movimenti muscolari. Tra gli esercizi di base previsti nel training autogeno vi è “l’esercizio della pesantezza”, quello “ della calma” e quello “del calore”. Li spieghiamo qui uno alla volta.

Pesantezza

Praticando l’esercizio della pesantezza si possono risolvere disturbi fisici di natura psicosomatica, come  crampi e dolori. L’esercizio in questione mira infatti al raggiungimento di uno stato generale di rilassamento attraverso lo scioglimento di tensioni muscolari spesso provocate dall’accumulo di stress. Tale esercizio è senz’altro utile per combattere l’insonnia, risolvere problematiche del dolore come le cefalee muscolo-tensive e le vertigini.

Calma

L’esercizio della calma consiste nel mettere da parte qualsiasi pensiero e raggiungere lo stato iniziale di “calma”. Esso serve per il corretto svolgimento di tutti gli altri esercizi. In questo esercizio la concentrazione è essenziale per imparare a controllare e convogliare le energie mentali che tendono sempre a disperdersi. Praticando costantemente questo esercizio si riesce a tenere sotto controllo l’ansia.

Calore

Con l’esercizio del calore si potenzia l’effetto positivo del rilassamento ottenuto, e si accresce anche la mobilità muscolare. Si tratta di un esercizio utile per tutti coloro che hanno problemi e disturbi di tipo circolatorio. E lo si può utilizzare per “riscaldare” i muscoli  prima di intraprendere uno sforzo fisico.

Altri esercizi da praticare sono: quello “del respiro”, quello “del cuore”, quello della “fronte fresca”, quello “del plesso solare”. Quest’ultimo, ad esempio, coinvolge gli organi interni del corpo: fegato, pancreas, rene e surrene, milza.

Settori di applicazione del Training autogeno

Sono numerose le possibilità applicative di un metodo come il training autogeno. Pur nascendo nell’ambito del settore psicologico e psicosomatico, in seguito questa tecnica ha raggiunto anche altri settori di applicazione. Oggi uno dei campi in cui il training autogeno è notevolmente diffuso è quello dello sport. In particolare nella preparazione mentale degli atleti e per intere squadre sportive (sci, tennis, scherma, calcio, basket).

Altro campo di applicazione del training autogeno attualmente è nella Psicologia del lavoro. Anche nel settore dell’educazione infantile questa tecnica sta prendendo piede, soprattutto per affrontare problematiche legate allo sviluppo.

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Cristiana Lenoci

Cristiana Lenoci è laureata in Giurisprudenza e specializzata nel campo della mediazione civile. La sua grande passione è la scrittura. Ha maturato una discreta esperienza sul web e collabora per diversi siti. Ha anche frequentato un Master biennale in Giornalismo presso l'Università di Bari e l'Ordine dei Giornalisti di Puglia.

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