Donne in giardino, analisi dell’opera di Claude Monet
Nel 1866 Claude Monet ha 26 anni e da qualche anno frequenta il gruppo che sarà in seguito definito gli impressionisti. La sua pittura si distacca sempre più dai canoni dell’epoca e, proprio in contrasto con quel modo di vedere la pittura, dipinge “Donne in giardino” che presenta al Salon del 1867.
Donne in giardino: analisi del quadro
Si tratta di un quadro molto grande, 255 x 205 cm realizzato con colori ad olio. Spesso tele di questa misura venivano utilizzate per pitture di carattere storico o per ritratti. Monet, invece, decide di utilizzarla per una composizione all’aperto. Questa, infatti, è la prima sfida che deve affrontare l’artista e una delle regole degli impressionisti: dipingere en plein air. La seconda sfida è rappresentare il movimento, la luce e lo spazio in modo omogeneo, dando l’impressione che la scena sia viva. La tela è stata piantata per terra e grazie ad una puleggia, Monet è riuscito a dipingere tutto il quadro mantenendo lo stesso punto di vista.
Monet dipinge tutto ciò che vede e osa quello che altri non avevano avuto il coraggio di osare: dipinge il sole che cade sulle foglie, i riflessi della luce che si perdono nella penombra, il bianco degli abiti che viene diviso e sfumato dalla luce del sole e dall’ombra degli alberi. Al Salon il quadro viene rifiutato, come saranno rifiutati altri dipinti degli impressionisti. Ma quest’opera farà storia perché diventerà uno dei simboli del gruppo.
La compagna di Monet, Camille, posa per tutte e tre le figure delle fanciulle e infatti i volti sono quasi indistinguibili. I colori sono un’altra grande sfida del quadro. E’ importante osservare come Monet utilizza il bianco degli abiti e come questo colore dialoga con il marrone e il verde degli alberi, stemperandone la luce.