I limoni, analisi e commento alla poesia di Montale
La poesia I limoni di Eugenio Montale può considerarsi una vera e propria dichiarazione di poetica dell’autore. La lirica appartiene alla raccolta Ossi di seppia, pubblicata prima nel 1925 poi nel 1928, presso l’editore Gobetti.
La raccolta è la prima in assoluto del poeta ed è dedicata alla descrizione della sua infanzia in Liguria (Montale nasce infatti a Genova nel 1896 e trascorre le estati a Monterosso, nelle Cinque Terre). Il paesaggio delle Cinque Terre incide molto sulle caratteristiche delle sue prime poesie di Ossi di Seppia, in cui confluiscono sia lo sperimentalismo dei Crepuscolari che il classicismo.
La raccolta rappresenta infatti il romanzo di formazione del poeta: dalle estati trascorse da bambino, il poeta cresce e prende coscienza della condizione di infelicità dell’uomo. I motivi dominanti sono la visione del mare e la terra, che però non sono più elementi che portano tranquillità e pace, come in D’Annunzio, ma diventano il simbolo della triste condizione umana.
In questo senso la poesia I limoni può essere considerata la dichiarazione di poetica dell’autore: il poeta si rivolge al lettore affermando di rifiutare le poesie difficili dei poeti che sono laureati (ossia hanno ottenuto l’alloro poetico, prestigioso riconoscimento) per raccontare, invece, la realtà comune, il paesaggio aspro della sua terra e la descrizione di un giardino di limoni.
Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
I limoni: analisi e commento
La poesia è composta da quattro strofe di versi irregolari e con rime libere, presenti sia a fine verso che all’interno del verso stesso. Come figura retorica dominano gli enjambements, presenti soprattutto nella prima strofa.
Nella prima strofa compare per la prima volta il riferimento ai limoni, che diventano il correlativo oggettivo della sensazione del poeta, e per questo primo momento sembrano essere un oggetto positivo.
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
Nella seconda strofa vengono elencati una serie di elementi naturali e viene affermato come la guerra e quindi la sofferenza sembra lontana perché il quel particolare punto si sente l’odore dei limoni.
e i sensi di quest’odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l’odore dei limoni.
Nelle ultime due strofe la poesia prende una piega diversa:nella terza strofa compaiono i primi cenni di disillusione e visione realistica della vita con l’accenno all’anello che non tiene, cioè quella parte che, se scoperta, riuscirebbe finalmente a dare uno scopo all’esistenza umana.
il punto morto del mondo, l’anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
La quarta strofa inizia proprio con un “ma” avversativo: si passa quindi dall’illusione positiva dell’odore dei limoni alla totale disillusione; il mare si vede solo a spicchi e l’animo si rattrista.
Ma l’illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rumorose dove l’azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
I limoni quindi appaiono come un’epifania, regalano un breve momento di felicità grazie al loro colore giallo e al loro intenso odore e rappresentano la nota positiva che si oppone alle città rumorose. Non esistono più le illusioni , la luce si affievolisce così come l’anima. L’unica speranza è data proprio da questi limoni, che appaiono all’improvviso e solo per brevi istanti.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo dei cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d’oro della solarità.
La poesia è enigmatica e densa di interpretazioni, l’importante però è tenere presente che Montale è sì pessimista perché distante dai poeti che vedono la natura come paesaggio idilliaco ma non si nega dei momenti di illusioni, della ricerca di un varco lontano dalla tristezza della città, ossia il giardino di limoni oggetto della poesia analizzata.