Nascita e storia de “il Giornale” di Indro Montanelli
Il 25 giugno 1974 nacque a Milano il “il Giornale nuovo”, voce liberale, diretto da Indro Montanelli, in un clima segnato dal terrorismo e dalle stragi degli anni di piombo. Montanelli abbandonò il “Corriere della Sera” dopo la polemica con il direttore Piero Ottone a seguito della svolta a sinistra della linea politica di quest’ultimo. Da qui la decisione del giornalista Montanelli di fondare il nuovo quotidiano il Giornale nuovo con altri tre colleghi: Enzo Bettiza, Gianni Granzotto e lo scrittore Guido Piovene. La scelta di aggiungere “nuovo” alla testata è dettata dalla presenza ai tempi di un altro quotidiano denominato “il Giornale“, che usciva a Varese. Solo nel 1983 la testata venne rinominata “il Giornale” poiché l’altro giornale di Varese cessò la pubblicazione.
I lettori de “il Giornale nuovo”, secondo Indro Montanelli, dovevano essere gli ex lettori del “Corriere della Sera” e de “La Stampa”, “colpevoli” di stare con Berlinguer e con la sinistra democristiana. Il fatto rivoluzionario di questa pubblicazione risultò essere la struttura cooperativa. Ovvero la squadra di giornalisti, proprietaria della testata. Essi furono pertanto i soli a poterne scegliere la linea politica.
Questa totale autonomia restò anche dopo l’acquisizione, nel 1977, de “il Giornale nuovo” da parte di Silvio Berlusconi, allora costruttore edile. La redazione era composta da 59 giornalisti e il quotidiano usciva sei giorni alla settimana (non era in edicola il lunedì). Il primo numero infatti uscì – come detto – di martedì, il 25 giugno 1974.
Approfondimento
“Al lettore”: l’editoriale del primo numero
Chi sarà il nostro lettore noi non lo sappiamo perché non siamo un giornale di parte, e tanto meno di partito, e nemmeno di classi o di ceti. In compenso, sappiamo benissimo chi non lo sarà. Non lo sarà chi dal giornale vuole soltanto la «sensazione» […] Non lo sarà chi crede che un gol di Riva sia più importante di una crisi di governo. E infine non lo sarà chi concepisce il giornale come una fonte inesauribile di scandali fine a se stessi. Di scandali purtroppo la vita del nostro Paese è gremita, e noi non mancheremo di denunciarli […] Ma non lo faremo per metterci al rimorchio di quella insensata e cupa frenesia di dissoluzione in cui si sfoga un certo qualunquismo, non importa se di destra o di sinistra […] Vogliamo creare, o ricreare, un certo costume giornalistico di serietà e di rigore. E soprattutto aspiriamo al grande onore di venire riconosciuti come il volto e la voce di quell’Italia laboriosa e produttiva che non è soltanto Milano e la Lombardia, ma che in Milano e nella Lombardia ha la sua roccaforte e la sua guida.
La struttura de “il Giornale nuovo” dal 1974 al 1980
Nel periodo 1974-1980 a distinguere il giornale dalle altre testate italiane c’è una terza pagina fissa. E’ la pagina dedicata alla cultura come da tradizione giornalistica italiana. L’impaginazione degli articoli in prima pagina è completata senza rimandi a pagine interne. Una pagina intera è dedicata alle lettere al direttore, dal titolo “La parola ai lettori”. E’ una pagina a cui Indro Montanelli risponde con i suoi articoli ogni giorno.
I ricavi degli annunci funebri sono destinati alla beneficenza, agli stessi enti indicati dagli inserzionisti. In fondo alla prima pagina c’è la rubrica “Controcorrente”, impaginata in un riquadrato di 400 battute. In essa Montanelli commenta in modo ironico e pungente un fatto o un evento del giorno precedente.
Nelle pagine interne di cronaca cittadina si trova “Agopuntura”. In quella dedicata alla critica letteraria e artistica, c’è la rubrica “Puntasecca”.
Nasce nel 1975 l’edizione di Genova
Il 28 gennaio 1975 nasce anche l’edizione di Genova. Il 1975 è l’anno in cui si svolgono in vari luoghi d’Italia le elezioni amministrative. La posizione de “il Giornale nuovo” è quella di schierarsi su base nazionale contro il PCI e di favorire la DC. Insomma, il quotidiano rispecchia il pensiero del suo direttore, nonostante in questi anni (anni Settanta) chi non si schiera a sinistra è etichettato come “fascista”. “il Giornale nuovo” si libera da questa etichetta, affermando la libertà di pensiero dell’individuo.
In politica economica segue una linea liberista. In politica interna è laico e anticomunista. In politica estera è filoatlantico e filoisraeliano, ovvero liberalconservatore.
1983: da “il Giornale nuovo” a “il Giornale”
E’ il 1983 quando la testata cambia nome, assumendo quello più noto oggi. Il 1983 è anche l’anno in cui si verifica il distacco tra Indro Montanelli e Enzo Bettiza. Quest’ultimo ha il desiderio di fare un giornale più laico-socialista. Così, al suo posto, entra Galeazzo Piazzi Vergani. Sarà condirettore sino al 1991.
Nel corso degli anni dal 1981 al 1992, gli anni del pentapartito, il quotidiano decide di non sostenere la DC di Ciriaco De Mita né Bettino Craxi. Indro Montanelli utilizza termini come “padrino” e “guappo” per entrambi. Da qui, si verifica un significativo calo nelle vendite. E’ a questo punto che Silvio Berlusconi diventa l’azionista detentore della maggioranza assoluta delle quote sociali e quindi proprietario.
1992: lo scandalo di Tangentopoli
Nel corso dello scandalo di Tangentopoli, che si verifica tra il 1992-1993, Montanelli decide di tenere una linea precisa. Ovvero si ritaglia il ruolo di arbitro e di garante delle regole. Una linea appoggiata dal condirettore Federico Orlando, subentrato nel 1991. Lo fa attraverso articoli incalzanti che spesso anticipano le indagini dei magistrati, commenti e campagne mirate.
Tale scelta comporta però la perdita di diversi lettori, che scelgono “L’Indipendente”, quotidiano filoleghista diretto da Vittorio Feltri. Esso invece sostiene il pool di magistrati di Milano e di Palermo.
1993-1994: Indro Montanelli lascia “il Giornale”
Il 12 luglio 1993 Berlusconi invia un fax al quotidiano imponendo di “sparare a zero sul pool”. E’ una decisione alla quale si oppongono sia Montanelli sia Orlando, cestinando il fax inviato alla redazione. E’ nello stesso mese che “Prima Comunicazione” annuncia il cambio di direzione del quotidiano. A “il Giornale”, a Montanelli subentra Vittorio Feltri.
Passano poi poche settimane e l’ex direttore presenta una lettera di dimissioni. Così Indro Montanelli lascia “Il Giornale” il giorno 11 gennaio 1994 per fondare “La Voce”.