Ermetismo in Letteratura: riassunto

L’Ermetismo è una corrente letteraria che ha visto la luce agli inizi del Novecento in Italia. Questo movimento ha interessato essenzialmente la letteratura più che le altre arti figurative. Le quali però erano investite comunque da una condizione di rinnovamento grazie all’avvento della rivoluzione delle Avanguardie, all’inizio del secolo.

Ermetismo
Ermetismo: una copertina di “Letteratura come vita”, di Carlo Bo, e una prima pagina della rivista “Il Frontespizio”.

Il termine Ermetismo è stato utilizzato per la prima volta per indicare un gruppo di poeti vicini ad alcune riviste letterarie. Tra queste: «Solaria» e «Il Frontespizio». Tali poeti erano strettamente legati da una comune poetica, e attivi a Firenze tra gli anni Trenta e gli anni Quaranta del Novecento. Manifesto della poesia ermetica è considerato il saggio di Carlo Bo, Letteratura come vita. In esso l’autore dichiara che letteratura e vita coincidono perché sono entrambe impegnate ad interrogarsi sull’enigma dell’esistenza.

Ma come mai questa cerchia di poeti è stata definita proprio ermetica?

Dal senso negativo a quello positivo

Il termine Ermetismo è stato utilizzato per la prima volta dal critico letterario Francesco Flora in senso dispregiativo per indicare quel gruppo di poeti che si erano ispirati al Simbolismo francese e ad Ungaretti. Essi erano accusati di essere oscuri, indecifrabili ed ermetici. L’aggettivo ermetico, infatti, significa chiuso e si riferisce a dei testi neoplatonici attribuiti alla leggendaria figura di Ermete Trismegisto. Questi fu scrittore di testi filosofici del periodo ellenistico.

Mattina, M'illumino d'immenso.
Mattina, M’illumino d’immenso. E’ una celebre poesia di Ungaretti, considerata tra le più esemplari dell’Ermetismo.

Forse l’aggettivo potrebbe anche essere legato ad Ermete inteso come dio delle scienze occulte. Da questa accezione negativa pian piano si è poi passati a considerare il movimento positivamente. Alcuni critici hanno infatti inserito in questo gruppo anche Montale e Ungaretti, regalando autorità anche a tutto l’Ermetismo.

I poeti ermetici

Poeti ermetici, oltre ai due grandi autori già citati, sono considerati:

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Due sono stati i modelli principali: i simbolisti francesi come Stéphane Mallarmé e Paul Valéry, e Giuseppe Ungaretti con la raccolta Sentimento del tempo (1933).

L’Ermetismo era nato infatti come reazione alla propaganda fascista attiva negli anni Trenta. Il loro modo di fare resistenza al regime era del tutto introverso. Invece di denunciare alla società gli orrori che venivano commessi davanti ai loro occhi, i poeti ermetici affidavano alla poesia la ricerca delle verità spirituali dell’esistenza.

Ed è subito sera
Un altro esempio di poesia ermetica: Ed è subito sera, di Salvatore Quasimodo

La poesia ermetica

Con gli Ermetici, la poesia non era denuncia del male da vivere, ma espressione dell’intimità dell’autore, che si interrogava sul mistero della vita. Essi avevano sviluppato una sorta di indifferenza verso le vicende storiche contemporanee. Le liriche ermetiche, infatti, si erano concentrate sul soggetto e spesso erano ambientate in paesaggi onirici, molto distanti dalla realtà.

Questo tipo di poesia aveva la caratteristica fondamentale di esprimersi in forme elaborate e complesse e di essere rivolta solo ad un pubblico elitario e ristretto. Essi riprendevano il concetto di poesia pura di Ungaretti. Utilizzavano analogie difficili da comprendere, sinestesie e metafore.

La poesia ermetica ricercava  l’essenzialità, anche da un punto di vista grafico. Venivano utilizzati molti spazi, aboliti gli articoli e i nessi temporali. Da un punto di vista metrico i versi erano liberi ed erano presenti molti richiami sonori.

L’Ermetismo e il fascismo

Il tutto per giungere una ricerca dell’essenzialità e al tentativo di trascrivere su carta le verità della vita. Gli ermetici spesso sono stati attaccati per non aver contrastato il regime fascista. Va detto, però, che la loro fu una rivoluzione silenziosa. Fu soprattutto una condanna totale a quella cultura massificatrice dei regimi totalitari.

Essi sono stati in grado di mostrare, anche se con termini complessi, le loro tormentate vicende interiori e possono considerarsi testimoni preziosi di un periodo turbolento.

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Anna D'Agostino

Anna D'Agostino, napoletana di nascita portodanzese d'adozione, laureata in Filologia Moderna e appassionata di scrittura. Ha collaborato con varie testate come giornalista pubblicista, attualmente insegna Lettere in una scuola secondaria di primo grado.

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