Battaglia di Magenta, riassunto. La storia e i protagonisti.

Il nome di Magenta, una città della provincia di Milano, è legato ancora oggi alla famosa Battaglia che qui si combatté il 4 giugno 1859, durante la Seconda guerra di indipendenza italiana, tra gli schieramenti militari francesi e quelli dell’impero austriaco. La Battaglia di Magenta fu importante per la vittoria definitiva dei franco-piemontesi. Essa rappresenta un episodio significativo per l’avvio del processo di unificazione dell’Italia.

Battaglia di Magenta
Il campo della Battaglia di Magenta dopo gli scontri dipinto in un quadro di Giovanni Fattori: Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta (1859). Tela; 232 x 348cm; Galleria d’Arte Moderna, Firenze

Lo scenario europeo pre-Battaglia

Per comprendere le motivazioni e le dinamiche che hanno condotto alla battaglia di Magenta, è bene fare un passo indietro, per esaminare il contesto in cui si inserisce questo episodio della storia italiana.

A livello europeo vi è la presenza di due grandi poli di potenze contrapposte: l’impero francese e quello austro-ungarico. Da una parte c’è la Francia, che cerca di imporre una politica di espansione dei confini, dall’altra vi sono gli Austriaci che invece reprimono in maniera anche violenta ogni iniziativa di libertà e rinnovamento civile.  

Oltre a questi due imperi contrapposti, che vogliono imporre la loro politica a livello internazionale, c’è anche il regno di Piemonte e Sardegna, guidato da Vittorio Emanuele II, che gode di una discreta popolarità e che nella sua attività viene affiancato dal Primo Ministro Camillo Benso di Cavour.

Entrambi hanno un obiettivo ambizioso: trasformare l’Italia in una nazione moderna, eliminando le differenze e le divisioni esistenti. Per fare questo, lo stratega Cavour elabora un piano: allearsi con la Francia, e convincere Napoleone III a perorare la causa.

La contessa di Castiglione e la sua azione diplomatica

Il merito di convertire l’imperatore francese alla “causa italiana” va ad una donna straordinariamente bella ma anche molto abile nella diplomazia:  la contessa di Castiglione, il cui soprannome è “Nicchia”.

La nobildonna, molto ambita e sempre circondata da uno stuolo di ammiratori e spasimanti, sposa il conte Francesco di Castiglione (cugino di Camillo Benso di Cavour) e si trasferisce presso la sua lussuosa residenza. Ma i dissapori coniugali non tardano ad arrivare, tanto che il matrimonio capitola dopo poco tempo.

La donna fa il suo ingresso alla corte di Vittorio Emanuele II, e non passa certo inosservata.

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Cavour espone all’imperatore il suo piano: incaricare “Nicchia” di sedurre Napoleone III e convincerlo a “sposare” la causa del Piemonte. La donna non se lo fa ripetere due volte, e accetta subito l’incarico.

Pochi mesi prima del Congresso di Parigi (16 aprile 1856) la donna si trasferisce nella capitale francese. L’incontro, che avviene nel mese di febbraio 1856, serve a ristabilire i confini dell’Europa dell’Est destabilizzati dopo la guerra di Crimea.

In tale circostanza il primo ministro Cavour riesce ad assicurarsi l’appoggio di Francia e Inghilterra, che si schierano ufficialmente contro l’Austria.

Cavour - Napoleone III - satira
La satira piemontese riconosceva nella Francia un’antagonista del Piemonte nel controllo della penisola. In questa vignetta che si rifà a “I promessi sposi” Don Abbondio è Cavour, Renzo è il Piemonte, Lucia è l’Italia e Don Rodrigo è Napoleone III.

La Battaglia di Magenta

Il 26 aprile 1859 gli Austriaci impongono il disarmo del Piemonte, ma la riposta di Cavour è negativa. Questo ultimatum segna l’inizio della Seconda Guerra di Indipendenza italiana.

Nel conflitto vengono coinvolti circa un milione di uomini. Gli Austriaci vogliono sconfiggere l’esercito sabaudo prima che accorrano in suo aiuto i Francesi guidati da Napoleone III, ma i piani non vanno come desiderano.

Il re francese, servendosi delle rete ferroviaria, trasporta velocemente le sue truppe in Italia. Queste sferrano un primo attacco agli Austriaci a Montebello. Le forze franco-piemontesi decidono di attraversare il fiume Ticino e puntare verso Magenta, mentre gli Austriaci fanno male i loro calcoli e attendono l’attacco nella zona più a sud, in Lomellina.

Magenta diventa così teatro di una sanguinosa battaglia tra l’esercito austriaco (formato da circa 58 mila uomini) e l’armata franco-piemontese (costituita da circa 59 mila uomini) alla guida di Napoleone III.

E’ il 4 giugno 1859. I morti sul campo di battaglia sono circa seimila, la maggior parte dei quali austriaci. La vittoria delle truppe franco-piemontesi apre la strada alla liberazione di Milano, e alla successiva unificazione del nostro Paese.

Rievocazione storica della Battaglia

Ogni anno a Magenta si rievoca questo episodio cruciale del periodo che prelude all’Unità d’Italia. Gli storici ritengono infatti che, senza la vittoria della compagine franco-piemontese, sicuramente la storia del nostro Paese avrebbe preso una piega diversa.

Rievocazione della Battaglia di Magenta
Magenta, in provincia di Milano: foto da una annuale rievocazione storica. Per maggiori info: www.battagliadimagenta.it

L’evento che si tiene annualmente nella città lombarda serve a ricordare questa decisiva battaglia affermando i valori della solidarietà, dell’amicizia, e della fratellanza tra i popoli.

La rievocazione storica della Battaglia di Magenta con le sue interessanti celebrazioni, richiama migliaia di persone da tutta Italia, e ha l’obiettivo di rinsaldare il senso di appartenenza nazionale e le forti radici comuni che ci legano in quanto italiani.

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Cristiana Lenoci

Cristiana Lenoci è laureata in Giurisprudenza e specializzata nel campo della mediazione civile. La sua grande passione è la scrittura. Ha maturato una discreta esperienza sul web e collabora per diversi siti. Ha anche frequentato un Master biennale in Giornalismo presso l'Università di Bari e l'Ordine dei Giornalisti di Puglia.

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