Cos’è il Maccartismo?

Quando si parla di maccartismo si fa riferimento a un periodo della storia statunitense, durato dalla fine degli anni Quaranta alla metà degli anni Cinquanta del Novecento, contraddistinto da un forte sentimento di sospetto nei confronti dei (presunti) comunisti. Noto anche come “seconda paura rossa”, il maccartismo deve il suo nome a un senatore repubblicano del Wisconsin, Joseph McCarthy, che condusse la maggior parte delle audizioni nei confronti dei sospettati.

Il politico statunitense Joseph McCarthy, di cui il termine "maccartismo"
Joseph McCarthy

Durante questo periodo, negli Stati Uniti si diffuse il timore che le istituzioni americane potessero subire influenze comuniste: timore accentuato dalla scoperta di diversi casi di spionaggio sovietico, dal successo del 1949 della rivoluzione cinese, dal rafforzarsi dell’egemonia dell’Unione Sovietica sull’Europa dell’Est e dalla Guerra di Corea che andò in scena nei primi anni Cinquanta. Caratteristici dell’epoca furono i controlli di sicurezza interni cui venivano sottoposti gli impiegati del governo federale. Il programma investigativo, condotto dall’FBI di J. Edgar Hoover, indagava su eventuali legami comunisti degli impiegati, utilizzando anche fonti anonime e testimoni che gli accusati non erano in grado di riconoscere. Fino al 1951, era sufficiente un “ragionevole motivo” per considerare un lavoratore sleale e quindi licenziarlo; da quell’anno, invece, si richiese la necessità di un “ragionevole dubbio” sulla lealtà dell’imputato.

La cosiddetta “paura rossa” (in inglese, Red Scare), per altro, precedette l’ascesa di Joseph McCarthy, avvenuta nel 1950, e proseguì dopo il declino del senatore. Molto colpito dal maccartismo fu anche l’ambiente di Hollywood, in cui trovavano lavoro diverse persone provenienti dall’Europa obbligate a emigrare, a causa delle loro simpatie per le sinistre, dopo l’avvento del nazismo. Tra gli altri accusati di anti-americanismo ci fu anche Charlie Chaplin, che nel 1952 si vide cancellato dall’FBI il suo visto di rientro dopo un viaggio in Europa: da quel momento, pur in assenza di dichiarazioni di colpevolezza ufficiali, la sua carriera americana al cinema si concluse.

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Elia Kazan ed Edward Dmytryk vennero costretti a denunciare i propri colleghi, mentre Walt Disney fu sospettato di simpatie comuniste, pur avendo nel 1947 testimoniato presso il Comitato attività anti-americane. Furono sottoposti a interrogatorio anche Gary Cooper e Louis B. Mayer; Arthur Miller finì sotto inchiesta, e Elmer Bernstein, compositore di colonne sonore, non poté più prendere parte a produzioni di alto livello.

Tra i processi più famosi, comunque, si ricordano quello di Alger Hiss (iniziato prima dell’ascesa di McCarthy), accusato di spergiuro ma non di spionaggio, e quello di Ethel e Julius Rosenberg, che vennero condannati a morte. Le testimonianze decisive che portarono a tale sentenza furono quelle di David Greengrass, Harry Gold e Klaus Fuchs.

Il maccartismo si concluse, secondo l’interpretazione storiografica più diffusa, nel 1954, anno in cui contro McCarthy fu votata da una commissione del Senato una mozione di censura dopo una campagna condotta dal senatore contro alti ufficiali dell’esercito americano accusati di filo-comunismo. In quello stesso anno per la prima volta le udienze furono trasmesse in televisione: fu così che il pubblico americano ebbe modo di vedere il metodo di gestione delle indagini di McCarthy, e di farsi un’impressione piuttosto negativa sul suo conto. D’altra parte, gli organi di stampa sottolinearono come il senatore e la sua attività avessero rovinato l’esistenza a molte persone accusate senza prove o addirittura con prove false.

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Va sottolineato, per altro, che il maccartismo fu associato a McCarthy soprattutto a causa della sua massiccia presenza sui mass media, favorita dal suo carattere imprevedibile e apparentemente franco; nonostante ciò, egli con tutta probabilità non fu uno degli esponenti più importanti del fenomeno.

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Stefano Moraschini

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