Ciambellano, etimologia, curiosità e storia

Ci suonerà senz’altro come un termine ormai desueto. Pronunciare “ciambellano”, insomma, risveglia scenari medievali, di lunghi banchetti, strumenti a corde e giullari a divertire i re. Tuttavia, ancora oggi, è una carica che si assegna nelle famiglie reali reiterando un cerimoniale vecchio oltre mille anni.

Charles Sackville, 6° Conte di Dorset, Lord Ciambellano dal 1689 al 1697 (Dipinto di Godfrey Kneller, 1697)
Charles Sackville, 6° Conte di Dorset, Lord Ciamberlano dal 1689 al 1697 (Dipinto di Godfrey Kneller, 1697)

Ciambellano di corte: etimologia

Il termine Ciambellano giunge nella nostra lingua dal francese Chamberlenc, ovvero dignitario di corte.

Da lì la prima traduzione in italiano nel termine Camerlingo Camarlingo o ancora, Camerlengo.

A sua volta, però, il termine francese deriva dal latino medievale Camarlingus, dal franco Kamerling e dal latino Camerarius.

Entrambi, come si vede, sfruttano la radice “Cam” legando così il ruolo all’etimo della “camera”.

Il ciambellano, per intenderci, è da subito colui che si occupa di affari interni agli spazi della corte.

Cosa fa il ciambellano?

L’origine di questo termine, come detto, spiega il legame del ruolo con la gestione interna di corte. Un ruolo, questo, che negli anni, nei secoli, ha abbracciato varie funzioni.

Il ciambellano, così, si è occupato di compiti più frivoli, come organizzare banchetti, non senza importanti ricadute politiche e amministrative.

Tuttavia, al ciambellano è stata data la grande responsabilità, a partire dal V secolo – secondo quanto riporta la storia – di amministrare il tesoro e i beni dello stato.

Ciambellano: una carica di prestigio

Il dettaglio da non sottovalutare nel raccontare questa figura è il prestigio da sempre legato a questo ruolo. Anzitutto, ragionevolmente, è spesso un nobile, dotato già di per sé di un titolo, come avviene per esempio oggi nelle varie corti in Europa.

Tuttavia, in molti casi, nell’ancient regime, la carica di ciambellano poteva conferire il titolo di nobiltà. Per questo era molto ambita.

E non solo perché restituiva una dignità nobiliare a chi la ricopriva, ma anche perché tale carica si definiva come ereditaria di massimo grado, poteva cioè essere trasmessa ai propri figli o successori.

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Due ciambellani alla corte della monarchia britannica

Nella casa reale del Regno unito esistono due figure che attengono a questo ruolo storico: il Lord ciambellano (o Lord chamberlain of Household) e il Lord gran ciambellano.

Il Lord ciambellano

Il primo appartiene alla nobiltà ed è uno stretto consigliere del monarca. Ha anche una posizione politica in quanto funzionario capo di corte e responsabile dell’organizzazione delle funzioni di corte.

Questa figura è presente anche nelle casate monarchiche di Danimarca.

Il primo lord ciambellano fu Sir William Stanley, in carica dal 1485 al 1508. Da lì, oltre 80 si sono alternati in questo ruolo fino al conte William Peel III, nominato nel 2006.

Il Lord gran ciambellano

Il Lord gran ciambellano, invece, si definisce come un grande ufficiale di Stato del Regno Unito. Fino agli inizi del Settecento era l’unico consigliere del monarca.

Fra le sue funzioni quella di organizzare feste e ricevimenti alla casa reale.

Primo a detenere il titolo fu Robert Malet poco dopo l’anno mille. Decine, da allora, ve ne sono stati a corte fino a David George Philip Cholmondeley, settimo marchese della medesima casata, in carica dal 1990 e noto anche come regista.

In Italia un ruolo oggi desueto, ma non al cinema

Parlando di ciambellano, a molti sarà venuto in mente un recente richiamo a questa figura, in un film leggero degli anni 2010. Si tratta di Anastasio, ciambellano di corte, interpretato da Christian De Sica nel film “Il principe abusivo”, di Alessandro Siani, del 2013.

Seppur in chiave comica Siani riprende questa frattura fra il ruolo alto e la popolarità moderna.

Anastasio, infatti, diventa il personaggio chiave per istruire il protagonista Antonio De Biase all’etichetta di corte. Per finire, poi, a creare un rapporto binario quando Anastasio chiede ad Antonio di insegnargli a tornare alla spontaneità del popolo, per conquistare la bella Jessica Quagliarulo, cugina di Antonio, interpretata da Serena Autieri.

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Maria Cristina Costanza

Maria Cristina Costanza è nata a Catania il 28 gennaio 1984. Lascia la Sicilia a 18 anni per trasferirsi a Roma, dove si laurea in Comunicazione a La Sapienza. Sin da studentessa si orienta verso il giornalismo culturale collaborando con settimanali on line, webzine e webtv, prima a Roma poi a Perugia e Orvieto, dove vive attualmente. Dal 2015 è giornalista pubblicista. Col giornalismo, coltiva la sua 'altra' passione: la danza. Forte di quasi 20 anni di studio fra Catania, Roma, Perugia e New York oggi è insegnante di danza contemporanea e classica a Orvieto.

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