Il mito di Apollo e Dafne, riassunto

Il mito di Apollo e Dafne è uno dei più conosciuti. Esso è stato tramandato prima oralmente, come è accaduto per tutti i miti greci, e poi in forma scritta da parte dei più grandi autori dell’antichità. Una delle prime fonti autorevoli è rappresentata da Le metamorfosi di  Publio Ovidio Nasone, poeta latino vissuto intorno al primo secolo d.C.. Qui il poeta descrive le trasformazioni dei personaggi, tra cui quella del mito in esame: la tormentata storia d’amore tra Apollo e Dafne, che per fuggire dal dio diventa una pianta di alloro.

Apollo e Dafne - quadro Tiepolo
Il mito di Apollo e Dafne, rappresentato da Giambattista Tiepolo. Il quadro realizzato nel 1743-1744 è conservato presso il Museo del Louvre di Parigi.

Le versioni del mito

Esistono diverse versioni del mito, con diverse conclusioni, ma gli elementi di base restano più o meno  gli stessi. Dafne, parola greca che significa lauro, è una bellissima Ninfa che fa parte del gruppo delle Naiadi, protettrici dei corsi d’acqua. Di lei si innamora il dio Apollo. Egli era uno degli dei più amati e temuti, secondo la mitologia greca. Mentre le origini di Dafne restano incerte, Apollo era figlio di Zeus (il re degli dei) e di Leto, che ebbe una relazione clandestina col dio dalla quale partorì Artemide, dea della caccia, e Apollo, dio del sole e di tutte le arti.

La storia

La storia parte con una diatriba tra Apollo e Cupido, il dio dell’Amore. Apollo era riuscito ad uccidere un temibile serpente, Pitone, e Cupido era invidioso di lui. Per vendicarsi, decise di pungere con la freccia dell’amore il dio Apollo e con la freccia dell’odio Dafne, la bellissima ninfa. Ella, però, era contesa tra il dio e un uomo mortale di nome Leucippo, figlio del re dell’Elide.

Leucippo, per guardarla mentre faceva il bagno nel fiume con le altre ninfe, decise di travestirsi da donna. Quel giorno, però, le ninfe decisero di fare il bagno nude e invitarono anche Leucippo a scoprirsi. Così facendo, smascherarono il suo travestimento e lo uccisero.

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Apollo si liberò così definitivamente del rivale in amore e decise di dichiararsi a Dafne. Lei, essendo una ninfa amante della sua libertà, non voleva sottostare al volere del dio. Così, dopo il momento della dichiarazione, iniziò a scappare velocemente per non essere raggiunta. Durante la fuga, chiese aiuto alla madre terra Gea per non cadere nelle mani di Apollo.

Gea accolse il suo appello e la trasformò in un bellissimo albero di alloro, separando per sempre i due.  Da quel giorno, l’alloro divenne la pianta sacra al dio Apollo, che ne portò una corona sempre intorno al suo capo.

Questa narrata è la versione più comune del mito, ma ne esistono altre , anche se non altrettanto importanti. Da ricordare quella citata da Pausania, scrittore greco vissuto intorno al II secolo d.C.. La storia resta uguale, soltanto Dafne viene presentata come una cacciatrice vergine e non come una ninfa.

L’interpretazione del mito di Apollo e Dafne

Dal punto di vista interpretativo, il mito può essere visto come una lotta eterna tra castità (Dafne) e pulsione sessuale (Apollo). La metamorfosi è l’unica soluzione  possibile per la fanciulla per restare vergine per sempre.

Apollo e Dafne: particolare della celebre scultura del Bernini

Molti sono stati gli artisti che hanno rappresentato il mito di Apollo e Dafne. Tra questi sono da annoverare Gian Lorenzo Bernini, autore di una splendida rappresentazione scultorea dei due protagonisti, oggi conservata alla Galleria Borghese a Roma. Anche pittori come Giorgione, il Pollaiolo e Tiepolo hanno creato quadri ad essa ispirati. Qualche critico d’arte ha anche visto ne Il bacio di Klimt l’attimo prima della trasformazione di Dafne in albero, ovvero il momento in cui il dio bacia la fanciulla per la prima ed unica volta.

Il bacio di Klimt
Il bacio di Klimt: secondo alcuni anche questa celebre opera è una interpretazione del mito di Apollo e Dafne.

Quella di Dafne ed Apollo è una storia d’amore senza lieto fine ma che ha sempre affascinato il grande pubblico, dall’antica Grecia fino ai giorni nostri.

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Anna D'Agostino

Anna D'Agostino, napoletana di nascita portodanzese d'adozione, laureata in Filologia Moderna e appassionata di scrittura. Ha collaborato con varie testate come giornalista pubblicista, attualmente insegna Lettere in una scuola secondaria di primo grado.

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