Anno sabbatico: cos’è e come è regolamentato in Italia

Che cos'è l'anno sabbatico

L’origine del termine anno sabbatico risale alla tradizione ebraica: in Italia ogni lavoratore dipendente sia pubblico che privato può farne richiesta.

Mi prendo un anno sabbatico”: quante volte abbiamo sentito pronunciare questa frase da parte di amici e conoscenti? L’anno sabbatico, chiamato anche “gap-year” o “career break”, rappresenta la possibilità di interrompere un lavoro per dedicarsi ad altro. Come inseguire una passione, realizzare un progetto o dedicarsi al volontariato. Potrebbe trattarsi, per molti, di un’esperienza che apre la strada ad una nuova vita.

L’origine dell’espressione: Anno sabbatico

Il nome anno sabbatico deriva dalla tradizione legata al calendario ebraico, e si riferisce per la precisione al periodo di un anno che ricorre ogni sette, durante il quale gli Ebrei erano soliti lasciar riposare la terra, condonare i debiti contratti e liberare gli schiavi. Questi erano individui costretti a lavorare per i familiari del creditore fino a quando non pagavano tutti i debiti contratti o espiavano i reati commessi.

Il creditore era però tenuto al mantenimento degli schiavi, e a versare loro una somma per tornare ad una vita normale dopo essere stati liberati. Ogni sette anni, in occasione appunto dell’anno sabbatico, avveniva la restituzione degli schiavi da parte dei creditori. Per tale motivo si riteneva particolarmente fortunato chiunque iniziava a pagare i debiti in prossimità dello scadere del settimo anno.

L’anno sabbatico in Italia

I congedi dei lavoratori dipendenti nel nostro Paese sono disciplinati dalla legge n. 53 del 2000, conosciuta anche come “legge Turco” (dal nome dell’allora ministro della Solidarietà sociale, Livia Turco). Questa normativa si pone l’obiettivo di assicurare un equilibrio tra tempi di lavoro, di cura, di formazione e di relazione dei lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati.

Tra le forme di congedo dal lavoro previste dalla legge si colloca anche l’anno sabbatico, che corrisponde ad un periodo di interruzione di 11 mesi nella carriera lavorativa di una persona, allo scopo di impegnarsi in una particolare attività o alla realizzazione di un progetto, ai quali non ci si potrebbe dedicare se si continua a lavorare.

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L’azienda, entro 10 giorni dalla richiesta inoltrata dal dipendente, è tenuta a dare una risposta, affermativa o negativa. La concessione dell’anno sabbatico resta facoltà esclusiva del datore di lavoro, che approva la richiesta solo se la ritiene compatibile con le esigenze e l’organizzazione del lavoro.

Chi può richiederlo

Può richiedere la concessione di un anno sabbatico ogni lavoratore, pubblico o privato, che abbia almeno cinque anni di anzianità. Può farne richiesta una sola volta nella vita lavorativa all’interno della medesima azienda.

Alla richiesta il lavoratore deve allegare un progetto in cui sono indicate motivazioni, obiettivi, piano di realizzazione del progetto. E’ opportuno che la descrizione di tali elementi sia dettagliata. Soprattutto nei vantaggi che l’azienda potrebbe ottenere dalla realizzazione dello stesso. Tra questi, ad esempio: crescita delle competenze professionali, acquisizione di una lingua straniera, formazione specifica in ambiti culturali diversi, realizzazione di opere di volontariato, ecc.

Il lavoratore che presenta domanda e ottiene il permesso di usufruire dell’anno sabbatico ha diritto al mantenimento del posto di lavoro al suo rientro o anche prima della scadenza del periodo richiesto, qualora venissero meno i motivi che ne hanno determinato la richiesta. Durante questo periodo il lavoratore non percepisce alcuno stipendio, non matura ferie né scatti di anzianità professionale, né contributi pensionistici. Inoltre la legge vieta in maniera categorica che il lavoratore dipendente possa svolgere altra attività retribuita durante l’anno sabbatico.

Opportunità per gli studenti

Secondo i dati diffusi dall’American Gap Association, sono in media 30-40 mila i ragazzi che ogni anno decidono, terminato il liceo, di allontanarsi dai banchi di scuola per un po’. Lo fanno per vivere un’esperienza diversa e poi riprendere il percorso interrotto. Perché staccare? Per viaggiare, visitare Paesi sconosciuti, fare volontariato, oppure mettersi alla prova con esperienze di lavoro. Comunque sia, per fare qualcosa di importante e formativo da aggiungere al curriculum.

In Italia, invece, per quanto il fenomeno risulti in crescita negli ultimi anni, l’anno sabbatico resta un’esperienza piuttosto di nicchia, contemplata soprattutto allo scopo di migliorare la conoscenza della lingua inglese.

Per i docenti universitari

Un anno intero di congedo retribuito da dedicare alla ricerca e all’aggiornamento professionale. E’ questo è l’anno sabbatico per i docenti universitari italiani. L’occasione arriva due volte ogni dieci anni nel nostro Paese. Mentre in America una ogni sette.

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Cristiana Lenoci

Cristiana Lenoci è laureata in Giurisprudenza e specializzata nel campo della mediazione civile. La sua grande passione è la scrittura. Ha maturato una discreta esperienza sul web e collabora per diversi siti. Ha anche frequentato un Master biennale in Giornalismo presso l'Università di Bari e l'Ordine dei Giornalisti di Puglia.

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