Il codice Morse: riassunto e curiosità

Chiamato anche alfabeto Morse, il codice Morse è un metodo di trasmissione in codice composto da linee e punti disposti in una precisa sequenza, con cui si rappresentano le lettere dell’alfabeto ed i numeri, oltre che i segni di punteggiatura.

Codice Morse - Alfabeto Morse
Tabella illustrativa dell’alfabeto Morse

Il brevetto

Questo codice fu inventato nel 1835 da Samuel Morse, pittore ed inventore statunitense, da cui prende il nome, ma venne perfezionato dal suo collaboratore Alfred Vail. Vi sono state controversie riguardo a quale dei due debba essere attribuita l’invenzione del codice, ma il brevetto fu depositato da Morse il 3 ottobre 1837.

Samuel Morse
Samuel Morse

Il codice Morse si basa sulla composizione di sequenze di: punto (•), linea (—), intervallo breve (pausa tra ogni lettera), intervallo medio (pausa tra parole) e intervallo lungo (pausa tra frasi). Vocalmente si usa la sillaba “TI” per indicare il punto e “TA” per la linea.

Usato per trasmettere messaggi tramite telegrafo oppure tramite segnale radio, l’alfabeto Morse fu da subito considerato il migliore modo per l’invio di informazioni ed ebbe un successo indiscusso, tanto che fu utilizzato a livello internazionale per le comunicazioni marittime fino al 1999.

Una celebre sequenza

Una famosa sequenza dell’alfabeto Morse è usata per trasmettere segnale di richiesta di soccorso: SOS.

Differenze con il codice binario

Tale codice inventato da Samuel Morse può a buon titolo essere considerato come una forma arcaica di comunicazione digitale.

Il codice binario usa come è noto solo due stati: 0 e 1.

Il codice e l’alfabeto Morse usano invece cinque stati:

  1. il punto (•);
  2. la linea (—);
  3. l’intervallo breve (tra punti e linee all’interno di una lettera);
  4. l’intervallo medio (tra lettere);
  5. l’intervallo lungo (tra parole).
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Curiosità

La prima linea telegrafica fu costruita tra Baltimora e Washington: il primo messaggio venne inviato il 24 maggio 1844. Esso fu:
“What hath God wrought?”
dall’inglese: Cosa ha fatto Dio?, espressione tratta dal Libro dei Numeri (quarto libro della Torah ebraica e della Bibbia cristiana).

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