L’uomo dal fiore in bocca, opera di Pirandello

In questo spazio vogliamo dedicarci al testo teatrale scritto nel 1923 da Luigi Pirandello: “L’uomo dal fiore in bocca”. Si tratta di un atto unico, breve ma intenso, carico di emotività e drammaticità. Si colloca successivamente ad altre celebri opere dell’autore siciliano, quali Sei personaggi in cerca d’autore, Così è (se vi pare) o La Giara.

Uomo dal fiore in bocca

L’uomo dal fiore in bocca: riassunto dell’opera

La scena della novella/commedia si svolge in un caffè di una piccola stazione di provincia. Un posto misero, spoglio, dove due uomini conversano a tarda notte.

Gli argomenti della conversazione dei due personaggi sono basati sulla quotidianità: dalle compere di cui sono incaricati dalle rispettive mogli, al treno perso per un minuto di ritardo. E ancora: l’arte con cui i commessi fanno i pacchetti per confezionare gli oggetti acquistati nei negozi.

Il dialogo iniziale

“Ah, lo volevo dire! Lei dunque un uomo pacifico è… Ha perduto il treno?

L’avventore: Per un minuto, sa? Arrivo alla stazione, e me lo vedo scappare davanti.

L’uomo dal fiore: Poteva corrergli dietro!

L’avventore: Già. E` da ridere, lo so. Bastava, santo Dio, che non avessi tutti quegli impicci di pacchi, pacchetti, pacchettini… Più carico d’un somaro! Ma le donne – commissioni… commissioni… – non la finiscono più. Tre minuti, creda, appena sceso di vettura, per dispormi i nodini di tutti quei pacchetti alle dita; due pacchetti per ogni dito.

L’uomo dal fiore: Doveva esser bello! Sa che avrei fatto io? Li avrei lasciati nella vettura.

L’avventore: E mia moglie? Ah sì! E le mie figliuole? E tutte le loro amiche?

L’uomo dal fiore: Strillare! Mi ci sarei spassato un mondo.

L’avventore: Perché lei forse non sa che cosa diventano le donne in villeggiatura!

L’uomo dal fiore: Ma sì che lo so. Appunto perché lo so.

Dicono tutte che non avranno bisogno di niente.”

I personaggi e la storia

In particolare, tra i due uomini, c’è quello più predisposto alla chiacchiera che parla in continuazione; mentre l’altro ascolta parlando raramente, quando riesce ad inserirsi nel discorso. Quindi viene rappresentato più un monologo che un dialogo vero e proprio.

Poi dal dialogo banale il discorso fa emergere il dramma quando il primo personaggio, l’uomo dal fiore in bocca, rivela all’altro che è affetto da un epitelioma: si tratta di un tumore della bocca, male che lo condannerà a morte nel giro di poco tempo.

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Egli racconta di questo male descrivendolo con dovizia di particolari; questo male dal nome dolce che potrebbe benissimo adattarsi ad un fiore; ma che invece di un fiore è un tumore maligno che si trova sul suo labbro e che lo costringe a pochi mesi di vita.

L’uomo spiega al suo interlocutore che è un ottimo osservatore e se mentre i conoscenti gli riportano alla mente il suo stato di vita, gli estranei no; così li osserva e ha la sensazione di sentirsi libero di immaginare la sua vita senza quella condanna a morte e alla sua illusoria volontà di vivere.

In questo modo sfugge anche alla moglie, per lo stesso motivo. L’uomo la respinge e lei lo segue nell’ombra per stargli vicino; ma il marito vuole scacciare il passato, i ricordi e la stessa vita.

Finale

I due uomini si congedano; prima però l’uomo dal fiore in bocca raccomanda all’avventore sconosciuto di raccogliere un

cespuglietto di erba su la proda, ne conti i fili per me…Quanti fili saranno, tanti giorni ancora io vivrò. Ma lo scelga bello grosso, mi raccomando. Buona notte caro signore.

Lo stile della novella: analisi e commento

Il lessico e la sintassi ne “L’uomo dal fiore in bocca” non danno volutamente carica espressiva alla prosa. L’espressività si coglie invece dal ritmo dei periodi, dando anche pause e accensioni improvvise.  

Con questa novella Pirandello affronta il dilemma di come l’uomo si pone davanti alla morte. L’autore evidenzia come cambia in maniera radicale il modo di vedere il mondo, la propria vita e quella degli altri. Anche piccoli avvenimenti scontati assumono un’importanza vitale.

Per quanto riguarda i due protagonisti, c’è l’uomo comune, che rappresenta la normalità con i suoi problemi di routine e le sue preoccupazioni banali, offuscato dalla banalità del vivere quotidiano, che è rappresentato dall’avventore. L’altro personaggio si contrappone all’avventore: l’uomo dal fiore in bocca vive con la consapevolezza che è destinato a morire.

È diventato capace di elevarsi e di avere la capacità di penetrare l’essenza dell’esistenza, comprendendo quanto sia futile la vita quotidiana e borghese.

Luigi Pirandello
Luigi Pirandello

Breve note biografiche su Luigi Pirandello

Drammaturgo, scrittore e poeta siciliano, nel 1934 venne conferito a Luigi Pirandello il Premio Nobel per la letteratura: nacque il 28 giugno 1867 a Girgenti (denominata poi Agrigento). Grazie all’incoraggiamento della madre, Caterina Ricci Gramitto, Luigi manifestò sin da ragazzino la sua passione per la letteratura. È nel 1889 che scrisse i suoi primi versi: “Mal Giocondo” e poi nel 1891 “Pasqua di Gea”, una raccolta dedicata all’amata Jenny Schulz-Lander, di cui, a Bonn, si innamorò.
Per approfondire: biografia di Luigi Pirandello.

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Serena Marotta

Serena Marotta è nata a Palermo il 25 marzo 1976. "Ciao, Ibtisam! Il caso Ilaria Alpi" è il suo primo libro. È giornalista pubblicista, laureata in Giornalismo. Ha collaborato con il Giornale di Sicilia e con La Repubblica, ha curato vari uffici stampa, tra cui quello di una casa editrice, di due associazioni, una di salute e l'altra di musica, scrive per diversi quotidiani online ed è direttore responsabile del giornale online radiooff.org. Appassionata di canto e di fotografia, è innamorata della sua città: Palermo.

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