Perché si dice: Tizio, Caio e Sempronio ?
Il sodalizio di questi tre nomi Tizio, Caio e Sempronio è ormai consolidato da secoli. Oggi l’espressione si utilizza per citare tre nomi comuni qualsiasi, persone ipotetiche che servono come esemplificazioni schematiche o discorsive. Ma andiamo a scoprire l’origine di questo modo di dire.
Inizialmente, nella tradizione romana, era citato solo il nome di Sempronio, che è un nome di origine greca. All’antica Gens Sempronia appartenevano anche i famosi Gracchi. Il nome “Sempronio” è spesso presente nel Digesto di Giustiniano.
Di Sempronio si festeggiava anche l’onomastico, la cui data era fissata al 5 Dicembre (San Sempronio Martire). Successivamente vengono aggiunti i nomi Caio, che deriva da “Gaius” (un prenome romano molto diffuso) e Tizio “Tizius”.
Gaio era anche un famoso giureconsulto romano, quindi per questo motivo era così presente nella mente dei giuristi! Con il nome “Gaius” i Romani facevano riferimento anche ad una specie di uccello, la ghiandaia.
Tizio è utilizzato soprattutto nelle esemplificazioni tecniche e giuridiche. Il nome deriva dal latino “Titus”, che a sua volta ha origini etrusche. “Titus” si è diffuso grazie al suo utilizzo da parte di storici e letterati latini come Tito Flavio Vespasiano e Tito Livio.
Nei testi giuridici compare spesso anche il nome di Mevio. Di questo abbiamo traccia in alcuni volumi latini in cui si racconta la storia di Maevius, un centurione molto coraggioso che viene catturato da Antonio, ma viene poi liberato per aver dimostrato grande fedeltà all’imperatore Cesare Augusto.
Il terzetto “Tizio, Caio e Sempronio” si trova citato per la prima volta nelle opere scritte da Irnerio, che era un noto giureconsulto appartenente allo Studio di Bologna tra l’XI e il XII secolo. Da qui poi l’espressione viene utilizzata nel linguaggio dei glossatori, fino ad arrivare all’uso che ne facciamo noi oggi.
Nei trattati giuridici romani giunti fino a noi sono citati, a mò di esemplificazione, anche altri nomi come Filano e Calpurnio, che però non sono entrati a far parte del linguaggio comune.
In particolare, è da dire che “Tizio” rappresenta nel linguaggio comune il sinonimo di “una persona qualsiasi”, “un tale”, tanto è vero che nel Dizionario della lingua italiana si trovano anche le sue “flessioni” (maschile, femminile, singolare, plurale, ecc.).
Il terzetto viene personalizzato in alcune Regioni italiane. Nel dialetto napoletano, per esempio, il terzetto è stato tradotto in “Mimì, Cocò, e Carmeno o’ pazzo”.
“Tizio, Caio e Sempronio” è anche il titolo di un film ambientato ai tempi della Roma antica, in cui si racconta la vicenda di tre personaggi immaginari e le loro peripezie, diretto da Vittorio Metz e Marcello Marchesi.
Nella lingua inglese l’equivalente dell’espressione è “Tom, Dick and Harry”, oppure è abbastanza in voga il modo di dire “Jack and Jill”, in quella spagnola “Fulano, Zutano y Mengano”, in francese si dice: “Pierre ou Paul”. In inglese l’espressione al femminile si dice: “Jane Doe” (quella maschile è John Doe) e si utilizza in genere quando ci si vuole riferire ad una persona di cui non si conosce il nome.