Storia del Principato di Monaco
Approfondimento
Le origini
Nell’VIII secolo a.C. i greci fondano la città di Focea, nella Ionia in Turchia. I suoi abitanti, i Focesi, si rivelano un popolo intraprendente, dedito ai commerci ed alle esplorazioni marinare. Narra Erodoto che, avventuratisi nei mari che bagnano la penisola italica ed il sud di quella iberica, fondano colonie in tutto il Mediterraneo tra le quali, si presume, l’attuale Principato di Monaco. Ma prima dei focesi la Rocca di Monaco viene abitata dai fenici, e secondo alcuni sono questi ultimi i veri fondatori della città dove, tra l’altro, erigono un tempio dedicato ad Ercole Mòneco dal quale ne deriverebbe il nome.
Dopo fenici e greci, nel 122 a.C. sono i romani ad occupare quelle terre, che chiameranno Portus Herculis Monoeci, e che non abbandoneranno per molti secoli. Augusto fa passare da Turbia – a circa 6 km dalla zona del porto – la via Julia Augusta, e vi erige il famoso Tropaeum Alpinum, detto anche Tropaeum Augusta, per celebrare la definitiva vittoria sulle tribù alpine che nuocevano ai commerci. Sull’altura detta “Testa di Cane” si susseguono, intorno all’anno mille, saraceni, genovesi e pirati, fino all’avvento della fiera e bellicosa famiglia guelfa genovese dei conti Grimaldi che governerà quasi ininterrottamente la città di Monaco, trasformandola successivamente in principato, fino ai nostri giorni.
La famiglia Grimaldi
Arricchitasi con i commerci, la finanza e l’acquisto di terre, i Grimaldi entrano prepotentemente nella storia di Genova, insieme a poche altre famiglie quali i D’Oria, gli Spinola, i Fieschi e gli Imperiale, esprimendo molti personaggi di valore, di ingegno e di armi. Il primo esponente della famiglia ad impadronirsi di Monaco è Francesco, detto il “Malizia”, nel 1297. Da questo momento le sorti della città seguono di pari passo quelle della nobile famiglia genovese.
A lui succede suo cugino Ranieri I il quale, dopo soli quattro anni, nel 1301, sconfitto dai genovesi è costretto a cedere loro la Rocca. Ci penserà suo figlio Carlo I a riconquistarla trent’anni dopo, nel 1331. Nel 1346 estende la signoria sulla città di Mentone e nel 1355 anche su Roccabruna. Carlo I è considerato il primo vero Signore di Monaco e, quindi, il capostipite della dinastia monegasca. Fra il 1357 ed il 1436 la città ricadrà per altre tre volte sotto il dominio genovese, per complessivi 57 anni, e per un mese circa, nel 1436, sotto quello del Ducato di Milano. Ma da questo momento la famiglia Grimaldi regnerà senza soluzione di continuità, se si eccettua una parentesi durante la Rivoluzione Francese.
Nel 1489 la città ottiene dal re di Francia Carlo VIII e dal duca di Savoia il riconoscimento della propria sovranità e nel 1512 Luigi XII di Francia ne riconosce l’indipendenza. Quello con la Francia è un legame molto solido e duraturo: l’unica eccezione si ha fra il 1524 ed il 1641, ad opera di Agostino I che, in contrasto con i confinanti d’Oltralpe, si pone sotto il protettorato spagnolo. E’ in questa fase che nasce il Principato di Monaco quando, nel 1612, Onorato II assume il titolo ereditario di principe con il riconoscimento del re di Spagna.
Il 14 settembre 1641 lo stesso Onorato II sottoscrive un trattato con Luigi XIII nel quale la Francia conferma il riconoscimento della sovranità di Monaco ed accorda parità di rango fra il principe e la più alta nobiltà francese. Il protettorato, dunque, ritorna alla Francia che, verso la fine del XVII secolo, nomina il principe Luigi I proprio ambasciatore presso la Santa Sede.
Gli sconvolgimenti della Rivoluzione Francese travolgono il Principato che, nel febbraio 1793, viene annesso alla Francia e la moglie di Giuseppe Grimaldi condotta alla ghigliottina. Il Principato tornerà ai Grimaldi nel 1814, col primo trattato di Parigi; il secondo trattato di Parigi, l’anno successivo, lo porrà sotto il protettorato del Re di Sardegna. Con la cessione alla Francia delle città di Mentone e Roccabruna (o Roquebrune), avvenuta il 2 febbraio 1861, il territorio si riduce di circa l’ottanta per cento assumendo così la sua definitiva fisionomia.
Il Principato
Fatta eccezione per il Vaticano, il Principato di Monaco è il più piccolo Stato del mondo. Con i suoi 36.000 abitanti, un quinto dei quali è italiano, distribuiti su un’estensione di appena 200 ettari è una città-Stato: la capitale, Monaco, occupa infatti l’intero territorio e si divide in dieci quartieri. Ai quattro originari – Monaco, La Condamine, Montecarlo e Fontvieille – se ne sono aggiunti nel tempo altri 6: Moneghetti, Larvotto, Saint Roman, Saint Michel, La Colle e Les Révoires. In particolare l’area di Fontvieille, estesa per 22 ettari e sede del porto, è stata interamente ricavata dal mare, negli anni ’60 del Novecento, per rispondere alle pressanti esigenze di spazi dei quali il Principato non poteva disporre.
Terra di seduzione
E’ singolare come uno Stato pressoché insignificante per popolazione ed estensione territoriale sia invece famoso in tutto il mondo ed ambita meta del turismo internazionale. I motivi sono da ricercarsi innanzitutto nella mitezza del suo clima e nelle sue bellezze naturali: i quattro chilometri di spiaggia sul mar Ligure, nel cuore della Costa Azzurra, fanno del Principato un vero angolo di paradiso.
La pittoresca baia cui fa da sfondo la rocca della Testa di Cane con i bastioni, il castello e l’antica e austera capitale, Monaco e, scendendo con lo sguardo, la terrazza con i giardini fioriti e le fastose ville di Montecarlo costituiscono un quadretto suggestivo ed unico. A ciò si aggiunga una sapiente politica di sviluppo turistico che la famiglia Grimaldi ha posto in essere a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, da quando, cioè, un colpo di genio del principe Carlo III non ne muta radicalmente le sorti.
Va detto che il Principato, privo di risorse naturali, fino a metà Ottocento è una terra poverissima, ed i suoi abitanti vivono in miseria e sono oberati dalle tasse. Il palazzo del Principe è decadente e, nonostante la sua imponenza, se ne utilizzano soltanto tre stanze come abitazione del sovrano essendo tutte le altre impraticabili; è proprio da questa miseria estrema che in Carlo III va maturando l’idea che porterà alla svolta epocale: l’apertura di una casa da gioco.
Per superare l’isolamento cede alla Francia le citate Mentone e Roquebrune, ottenendone in cambio, tra l’altro, un’importante arteria di collegamento fra Monaco a Nizza ed una fermata della linea ferroviaria tra Genova e la stessa Nizza. Dopo i primi anni di insuccessi finalmente, nel 1863, il capitalista francese François Blanc, concessionario dei giochi d’azzardo, inaugura il casinò che, sorto su di un’altura che domina il mare, prende il nome di Monte Carlo, in omaggio al principe.
L’iniziativa si rivela subito un enorme affare, per cui Blanc provvede, a proprie spese, alla sistemazione della viabilità nel Principato, alla sua illuminazione, all’istituzione di servizi di collegamento via terra e via mare con la Francia e con l’Italia ed alla costruzione dell’Hotel de Paris che diventerà il più sontuoso d’Europa. Contemporaneamente i prezzi dei terreni e delle case salgono vertiginosamente e, grazie ai notevolissimi proventi derivanti dalla concessione a Blanc, già nel 1869 sono abolite tutte le tasse a carico dei cittadini monegaschi.
Dopo la morte di Blanc sua moglie Marie realizza, nel 1879, un grande teatro all’interno del casinò, l’”Opera”, alla cui inaugurazione, madrina l’attrice francese Sarah Bernhardt, interviene la più alta società francese e non solo. L’avvento della “Belle Epoque” trova nel Principato e in Montecarlo, frequentati ormai dalla nobiltà e dall’alta borghesia di tutto il continente, una delle sue capitali più brillanti e rappresentative.
L’intraprendente gestione di Camille, figlio di Blanc, contribuisce notevolmente all’ulteriore sviluppo della località, con l’avvio di numerose iniziative che durano ancora oggi e rappresentano, ognuna nel proprio campo, motivo di interesse ed attrazione turistica. Nascono così i tornei di tennis, golf, boxe, gare ciclistiche, regate veliche, il “Rally di Montecarlo”, concorsi di bellezza e le terme di Montecarlo. Il principe Alberto, dal canto suo, appassionato di oceanografia e di preistoria, crea nel 1902 il Museo d’Antropologia Preistorica; nel 1906 istituisce la Fondazione dell’ Istituto Oceanografico e, quattro anni dopo, il Museo Oceanografico. I due musei, di fama mondiale, sono oggi visitatissimi.
Il principe Luigi II, nel 1929, realizza un circuito di corse automobilistiche dando vita al Gran Premio di Formula 1 di Montecarlo. Dopo la seconda guerra mondiale la società che fu di Blanc passa al ricchissimo Aristotele Onassis, mentre il principe Ranieri III è impegnato nella ricerca di nuove iniziative da avviare, anche per rilanciare il nome del Principato che ormai si identifica nel solo casinò.
Con l’avvento della televisione fonda le emittenti Telemontecarlo e Radiomontecarlo, che trasmettono in lingua francese ed italiana, avviando così un nuovo, ricco business. Ad alimentare le suggestioni fiabesche di cui gode il Principato nel mondo giungono il felice incontro e le successive nozze tra Ranieri e la grande attrice americana Grace Kelly. Il ricevimento diviene un evento storico internazionale, presenti teste coronate, capi di Stato e stelle del cinema. La bella fiaba avrà purtroppo un triste epilogo con la morte della principessa Grace in un incidente stradale.
Montecarlo oggi
Con la scomparsa del principe Ranieri III la reggenza è passata al figlio Alberto II che il 2 luglio 2011 ha sposato la ex atleta nuotatrice sudafricana Charlene Wittstock.
Per le sue numerosissime attrattive, per la mitezza del clima, per le invidiabili e invidiate condizioni dei suoi abitanti oggi Montecarlo è uno dei luoghi di villeggiatura più esclusivi al mondo. Punto di ritrovo dell’alta società internazionale e meta continua di visitatori da tutto il globo, nell’immaginario collettivo il Principato di Monaco rimane un luogo da fiaba, un oggetto del desiderio, una terra cui a ognuno piacerebbe appartenere.
Davvero complimenti per l'articolo, saro' stato nel Principato di Monaco 30 volte nella mia vita e confermo tutto quello che hai scritto…aggiungo solo che un attrattiva importante per chi vuole andarci ad abitare o soltanto villeggiare e' l'estrema sicurezza pubblica e i 47 parcheggi pubblici dove e' possibile parcheggiare sia per i ricchi residenti che hanno piu' autovetture, che per i turisti, tra l'altro la notte dalle 20,00 alle 08,00 si e' considerati come i residenti e il parcheggio costa solo 50 centesimi l'ora!!!Monte-Carlo e' il luogo N°1 al Mondo, non esistono paragoni con nessuno…e' tutto questo grazie alla Famiglia Grimaldi!!!
Je crois que Monte-Carlo est l'un des endroits que j'aime vraiment à vivre.