Storia della ghigliottina

La ghigliottina è lo strumento di morte notoriamente legato alla pena capitale, quanto meno dal punto di vista storico, e questo probabilmente perché fu utilizzata dopo una rivoluzione popolare contro un re assolutista e sua moglie: il 21 gennaio 1793 il Re di Francia Luigi XVI fu decapitato per volontà del popolo e così toccò alla moglie Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena il 16 ottobre del 1793.

Da un punto di vista più massmediatico, invece, lo strumento di morte più conosciuto attualmente come braccio armato della giustizia è la sedia elettrica, tutt’ora vigente in alcuni stati americani.

Origini storiche della ghigliottina

Un'immagine della ghigliottina
Un’immagine della ghigliottina

La ghigliottina ha un origine storica che non la identifica con lo strumento comunemente considerato e che risale a tempi remoti in cui la decapitazione veniva utilizzata come punizione contro atti che contrastavano con il diritto vigente scritto o consuetudinario. Esistono prove in molti archivi di marchingegni simili alla ghigliottina utilizzati in Inghilterra, Scozia, Irlanda , Germania e Italia dal ’500 fino al 1870 anno in cui fu abolita nello Stato Pontificio.

La ghigliottina fu progettata e realizzata durante le prime due settimane dell’aprile del 1792 e il 17 aprile dello stesso anno era pronta per essere utilizzata. Non fu però Joseph-Ignace Guillotin a realizzarla bensì un musicista tedesco, Tobias Schmidt, che non riuscì a brevettarla perché il Ministero degli Interni francese rifiutò di riconoscergli la paternità della macchina considerandola non commerciabile e appartenente di diritto allo Stato francese. Schmidt costruì la ghigliottina secondo le indicazioni e i disegni di Antoione Louis, segretario dell’accademia di medicina, mentre Guillotin fu uno dei relatori della legge che prevedeva, in 6 articoli, le nuove norme per l’esecuzione capitale e fra queste anche la decapitazione come suo strumento di giustizia.

Il primo condannato a morte ucciso dalla ghigliottina fu Nicolas Pelletier, giustiziato il 25 aprile 1792 mentre l’ultimo fu Hamida Djandoubi, colpevole dell’omicidio di una ragazza che fu giustiziato il 10 settembre 1977. L’ultima esecuzione pubblica per mezzo della ghigliottina fu eseguita su Eugene Weidmann il 17 giugno 1939 di fronte ad una folla molto ampia.

Origine del nome

La ghigliottina fu considerata, sia dalla stampa che dall’opinione pubblica, opera di Antoine Loius e inizialmente fu battezzata Louisette o Petit-Louise con un certo sconcerto da parte del suo ideatore. In seguito  la stampa la ribattezzò Guillotine, cercando così di appioppare l’idea al deputato che aveva presentato la legge sulle esecuzioni capitali per mezzo del taglio della testa ma anche quest’ultimo se la prese a male per il nome e non partecipò mai ad alcuna esecuzione. L’unico, invece, che avrebbe voluto farsi riconoscere la paternità della macchina, Tobias Schmidt,  non fu minimamente considerato da nessuno.

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Diversi furono i luoghi in cui venne posta durante gli anni del suo servizio. Dopo essere stata trasferita su alcune piazze celebri in cui venivano eseguite condanne politiche e penali come Place de la Réunion e Place de Gréve, si decise, nell’ottocento, di collocarla davanti alle carceri dove erano detenuti i condannati che dovevano essere giustiziati.

Com’era fatta la ghigliottina?

La sua struttura come è stato mostrato innumerevoli volte in film, documentari, riviste, fumetti, ecc., era composta da un basamento al quale erano fissati due montanti che distanziavano una quarantina di centimetri l’uno dall’altro ed erano alti quattro metri; quest’ultimi erano uniti da una barra sulla quale era montato un disco girevole sul quale era avvolta una fune.

La ghigliottina
La ghigliottina

La lama che inizialmente era stata progettata come una mezza luna e in seguito fu invece deciso che fosse una lama obliqua (decisione consigliata dal re Luigi XVI che ebbe poi un incontro sfortunato con la sua idea) era posta fra i due assi e caricata con un peso per aumentarne la velocità e la forza di impatto.

L’esecuzione avveniva ponendo il condannato in posizione orizzontale sopra ad un asse, il suo collo veniva immobilizzato da due lunette di legno, una inferiore e una superiore, e la lama veniva rilasciata tagliando di netto il collo. In origine la testa veniva presa per i capelli e mostrata al pubblico: da qui alcune leggende metropolitane che narravano di teste che si lamentavano o che mostravano qualche movimento, ma fu abolita perché ritenuta, in epoca più moderna, troppo cruenta.

La pena capitale fu abolita in Francia nel 1981. Attualmente viene utilizzata in 68 paesi.

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Fulvio Caporale

Fulvio Caporale è nato a Padova e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche svolge la professione di consulente editoriale e pubblicitario. Collabora con case editrici e giornali cartacei e online occupandosi di libri, arte ed eventi culturali. Ha tradotto testi letterari e tecnici dallo spagnolo, dal portoghese, dall'inglese e dal catalano.

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Si, molto interessante, bisognerebbe rivedere le date…c'è un po di confusione. Il Re di Francia Luigi XVI muore il 21 gennaio 1973, la moglie muore il 16 ottobre 1793. Sicuramente c’è un’ inversione di numeri.
Il primo condannato muore nel 1792, l’ultimo nel 1977…..è possibile?
L’ultima esecuzione pubblica nel 1939, è giusta la data?