Il porto sepolto: analisi e commento alla poesia

La poesia “Il porto sepolto” è la prima della raccolta omonima, pubblicata per la prima volta in maniera autonoma da Giuseppe Ungaretti nel 1916 e poi confluita nella raccolta L’Allegria (1942). Il poeta stesso ha spiegato più volte nei suoi scritti il senso del titolo di questa raccolta: da ragazzo conobbe dei giovani ingegneri francesi che gli parlarono di un porto sommerso esistente ad Alessandria d’Egitto, città natale dell’autore, già prima dell’età tolemaica.

Il porto sepolto, poesia di Ungaretti

Ungaretti rimase profondamente colpito da questa storia proprio perché queste rovine sarebbero rimaste nascoste per sempre: il titolo indica quindi qualcosa di oscuro ed indecifrabile.

La raccolta L’Allegria

Il porto sepolto confluì quindi nella raccolta L’Allegria, che ebbe la sua edizione definitiva solo nel 1942. Essa è formata da 5 sezioni, che vengono disposte in ordine cronologico, quasi a formare un diario dell’autore.

Egli volle descrivere la realtà tragica della guerra, che visse in prima persona come soldato semplice sul Carso e poi in Francia. Nelle poesie de Il porto sepolto, come in quelle de L’Allegria, si avverte proprio l’influenza del Simbolismo francese, attivo in quegli stessi anni.

Il linguaggio è nuovo ed originale ma, soprattutto, la parola diventa un simbolo. Il poeta si pone come un veggente, capace di riscoprire ciò che è stato nascosto/sepolto.

Il porto sepolto: testo

Vi arriva il poeta
e poi torna alla luce con i suoi canti
e li disperde

Di questa poesia
mi resta
quel nulla
d’inesauribile segreto

Parafrasi

Il poeta vi discende (nel porto sepolto)
e poi riemerge con le sue poesie
e le diffonde

Di questa poesia
mi rimane
un mistero
insondabile e indicibile

Analisi

La poesia in esame, Il porto sepolto, è composta da 7 versi liberi, disposti in due strofe. Ungaretti descrive l’opera del poeta come una sorta di avventura, come una discesa in questo porto sepolto per riportare alla luce soltanto dei frammenti che non possono essere decifrati. Il porto sepolto diventa quindi il simbolo di ciò che è nascosto nell’animo di ogni uomo.

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Prima strofa

La prima strofa si apre con l’avverbio di luogo “vi” che si riferisce al titolo della poesia. Il poeta infatti arriva proprio nel porto sepolto perché esso diventa il luogo da cui nasce la poesia, è la fonte di ispirazione per chi scrive. Il poeta ci arriva, torna in superficie con le sue poesie e le disperde tra gli uomini, un po’ come il palombaro che trova dei reperti antichi e li riporta alla luce.

La funzione del poeta è quindi quella di scoprire cosa è rimasto sepolto nell’animo degli uomini e riportarlo in vita, per provare a dare un po’ di sollievo. In questa prima strofa sono quindi presenti tre verbi che indicano le diverse fasi del viaggio del poeta:

  1. arriva v.1 (il poeta scende fino agli abissi dell’anima);
  2. torna alla luce v.2 (cerca di rinascere);
  3. disperde v.3 (la poesia viene dispersa nel vento e viene colta solo dalle anime più sensibili).

Seconda strofa

La seconda strofa è una riflessione fatta sulla base della prima e quindi sull’opera del poeta stesso. Cosa ha trovato in fondo all’animo umano? Nulla, perché il cuore degli uomini è un segreto inesauribile, indefinibile. Solo il poeta, che ha un animo sensibile, riesce a percepire ciò che è nascosto nel cuore di ognuno e riesce a tradurlo in poesia.

Figure retoriche

Per quanto riguarda le figure retoriche, si noti la presenza di numerosi enjambements, che vengono utilizzati da Ungaretti per rendere il testo ancora più frammentario. Lo stile, la metrica e la sintassi sono quindi ridotte all’essenziale, conta soprattutto l’importanza della parola stessa, messa in evidenza attraverso l’utilizzo di versi molto brevi.

Commento

Si tratta di una delle liriche più complesse dell’autore, ma risulta fondamentale per comprendere a pieno la poetica di Ungaretti: il poeta assume quindi un ruolo fondamentale all’interno della società umana perché è l’unico che può indagare i misteri che si trovano nell’anima, ovvero nel porto sepolto, e può esprimerli con parole, tentando di dare un sollievo alle sofferenze dell’uomo.

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Anna D'Agostino

Anna D'Agostino, napoletana di nascita portodanzese d'adozione, laureata in Filologia Moderna e appassionata di scrittura. Ha collaborato con varie testate come giornalista pubblicista, attualmente insegna Lettere in una scuola secondaria di primo grado.

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