La Spedizione Amundsen che conquistò il Polo Sud

Raggiungere il Polo Sud è stato il sogno di molti esploratori. È passato oltre un secolo da quando Roald Amundsen, insieme ai componenti della spedizione da lui guidata, il 14 dicembre 1911 toccò il punto più a Sud della Terra.  La conquista del Polo non è solo un viaggio epico, ma una vittoria dell’uomo sulla natura, proprio come scalare i tetti del mondo o arrivare sulla Luna.

Amundsen al Polo Sud
Amundsen al Polo Sud

Quello di Amundsen è un viaggio studiato alla perfezione, quasi in modo maniacale, e dura circa due anni. La spedizione, infatti, parte nel giugno 1910 con la nave Fram, già impiegata in diverse avventure, tra cui i viaggi di Fridtjof Nansen. Amundsen e i suoi uomini partono con 4 slitte e 52 cani. L’equipaggio si dota di giacconi con pelli di foca, renna e lupo per stare caldo, sci lunghissimi per evitare di cadere nei crepacci e tende molto robuste. Come scorte alimentari, invece, ha uno stock di carne di foca, di farina d’avena e di verdure.

Alla partenza, nessuno sa che la Fram sta portando l’equipaggio all’esplorazione del Polo Sud.  Si crede, infatti, che l’obiettivo della spedizione sia il Nord: Amundsen diffonde la notizia di voler passare lo Stretto di Bering. Il motivo? Il norvegese desidera battere sul tempo il suo rivale Robert Falcon Scott nella corsa al Nord, il quale viene informato delle intenzioni dell’esploratore con un telegramma inviato da Madera dall’equipaggio della Fram. Oltre il danno, anche la beffa. La notizia fa il giro del mondo grazie alla comunicazione del fratello Amundsen qualche mese più tardi, il 2 ottobre.

A metà gennaio la Fram raggiunge la baia delle Balene, sul Mare di Ross, e qui gli esploratori costruiscono un campo base e dei depositi per le provviste. L’operazione dura diverse settimane e serve al gruppo di esperti per prendere confidenza con il terreno e l’ambiente circostante. Le condizioni climatiche sono dure ed è necessario attendere la primavera per mettersi realmente in viaggio. La nave, completamente svuotata, torna a casa per andare a riprenderli l’anno successivo. Raggiungere il Polo, nonostante le buone intenzioni, non è una cosa semplice e il primo tentativo non va a buon fine.

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Amundsen, illuso che le temperature si stiano alzando e carico dell’entusiasmo dei colleghi, prova a raggiungere la meta per la prima volta l’8 settembre 1911, ma le temperature crollano a meno 51 e gli esploratori sono costretti a rifugiarsi nei depositi costruiti a 80 gradi a Sud, per poi tornare al campo base. Gli uomini iniziano a fare i conti con i primi problemi di salute: il congelamento degli arti e la debolezza fisica si fanno sentire e creano tensioni all’interno della squadra.

 

Roald Amundsen
Roald Amundsen

Roald Amundsen decide di riprovarci il 19 ottobre 1911 con quattro slitte e 52 cani al seguito e il 21 novembre riesce ad arrivare con quattro uomini al plateau antartico, dove viene costruito un campo soprannominato “macelleria”. Purtroppo, qui, sono uccisi 24 cani, per sfamare gli uomini e gli animali. Parte della carne viene poi congelata per essere utilizzata come provvista nel viaggio di ritorno.  Con molta fatica, la spedizione giunge il 7 dicembre a 88°23′ Sud.

La squadra riesce finalmente a piantare la bandiera norvegese il 14 dicembre 1911: al Polo Sud arrivano 5 uomini, Olav Bjaaland, Helmer Hanssen, Sverre Hassel, Oscar Wisting e ovviamente Roald Amundsen, e 16 cani. Riescono rientrare al campo base un mese dopo, il 25 gennaio 1912. Il viaggio è durato in tutto 99 giorni. Il Mondo viene a conoscenza della grande impresa, qualche mese più tardi, il 7 marzo 1912, quando la Fram raggiunge Hobart, in Tasmania, e Amundsen riesce a telegrafare il successo. Per l’esploratore è una doppia vittoria, perché il suo rivale Scott raggiunge il Polo Sud ben 35 giorni dopo.

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