Il Piacere di Gabriele D’Annunzio, analisi e commento
L’opera “Il Piacere” di Gabriele D’Annunzio è suddivisa in quattro parti, ciascuna strutturata in capitoli. Queste quattro sezioni sono collocate cronologicamente, in quattro momenti precisi della vita del protagonista: Andrea Sperelli. La scelta del titolo è il fondamento della vita del protagonista, fatta di piacere sensuale e di lussuria, di avventure amorose, di opere d’arte, della bellezza a tutti i costi.
Approfondimento
Il Piacere: descrizione del personaggio di Andrea Sperelli
Sperelli è un personaggio a cui lo scrittore dedica molta attenzione, illustrando in modo preciso e minuzioso i pensieri del protagonista. Forse è il più famoso dei personaggi dannunziani. Andrea rappresenta la personificazione dell’autore.
Andrea Sperelli incarna la figura dell’eroe decadente. E’ un esteta, dotato di grande sensibilità e ciò lo rende incline alla bellezza ed al piacere, ai piaceri.
D’Annunzio ne descrive le ambizioni, le idee, i gusti artistici e le contraddizioni. È un personaggio che disprezza la mediocrità, lo spirito antidemocratico, la carenza di umanità, inoltre si distingue per la sapiente ricerca del piacere.
L’esistenza di Andrea Sperelli, così come lo ha educato il padre, è concepita come un’opera d’arte. Lui vive in un edificio del Cinquecento, palazzo Zuccari, a Trinità dei Monti a Roma. E’ totalmente arredato e pieno di opere d’arte e oggetti molto raffinati. Insomma conduce una vita piena di fascino, uno stile di vita aristocratico ed elegante. L’autore di lui descrive anche le debolezze morali.
Le debolezze di Sperelli
Andrea è un uomo privo di genuinità e di spontaneità, è incoerente e si arrende agli istinti. Andrea incentra la sua vita sull’artificio e la finzione, di conseguenza questo lo porta a costruire un rapporto ambiguo e distaccato da tutto ciò che lo circonda.
E’ un uomo dalla volontà molto debole, che non ha uno slancio morale, il suo agire è puramente cerebrale. È incapace di provare dei veri sentimenti. Ciò lo conduce alla solitudine e all’isolamento e ne esce anche sconfitto nel rapporto con le donne. Questo aspetto è ben delineato alla fine del romanzo.
Il Piacere: i personaggi femminili
Tra le donne protagoniste c’è Elena Muti, duchessa di Scerni: lei è la donna fatale, sensuale e aggressiva, che incarna l’erotismo lussurioso. La donna è il grande amore di Andrea, o meglio: il grande piacere. Infatti tra i due il sentimento vero è assente: è conquista e corteggiamento, è sensualità.
Poi c’è la donna pura, dolce, piena di curiosità intellettuali: Maria Ferres. Ella rappresenta una femminilità opposta a quella di Elena. Maria è per Sperelli un’alternativa, un’opportunità di riabilitazione. Ella però – in seguito – diventa solo una parte di un gioco erotico in sostituzione di Elena, che Andrea desidera ancora ma che lo respinge.
La scelta dei nomi femminili è simbolica: Elena evoca infatti Elena di Troia, che portò a causa della sua bellezza a sciagure terribili. Mentre Maria (donna angelo) evoca la madre di Gesù e la purezza della Vergine.
Incipit del romanzo
Il romanzo si apre subito con il dato cronologico. Si tratta dell’ultimo giorno dell’anno; poi, dalle pagine successive, si saprà che l’anno è il 1886.
È il momento in cui, dopo due anni, Andrea attende di rivedere Elena, l’antica amante, che aveva interrotto bruscamente la loro relazione amorosa. Adesso la donna è sposata con il ricco e vizioso inglese, Lord Heathfield.
Segue nel racconto una prima descrizione dell’ambiente, poi l’autore passa a delineare i pensieri del protagonista: attraverso un flashback rievoca l’ultimo incontro con la ex amante e la brusca interruzione della relazione che è stata voluta da Elena.
Da qui il racconto ritorna a parlare del presente, sull’attesa di Andrea che sente rinascere la passione e il desiderio di riallacciare il rapporto con la donna.
La narrazione poi fa un passo indietro: si torna alle vicende della relazione passata, al ricordo di come i due amanti si siano conosciuti ad una festa e all’appuntamento per il giorno seguente ad una corsa di cavalli: è qui che Andrea riesce a sedurre la donna, strappandole un invito nel suo appartamento.
Il riassunto dei quattro libri
Libro I
Nel primo libro c’è la descrizione dell’ambiente sofisticato in cui vive Andrea. Lui vive a Roma. È un uomo dai gusti raffinati, predilige studi insoliti, ma è anche un uomo senza alcun freno morale.
Dopo la relazione con Elena, abbandonato dalla donna che si è stancata di lui ed è andata via da Roma, lui cerca senza successo di sostituire la passione per Elena con numerose avventure, passando da una donna all’altra.
Questo accade sino a quando l’amante geloso di una donna che corteggia, Ippolita Albònico, lo sfida a duello. Il protagonista del romanzo riesce a colpire l’avversario, ma a sua volta resta ferito. Così decide di abbandonare Roma e di trascorrere la convalescenza in campagna da sua cugina marchesa d’Ateleta: è qui che spera di ritrovare la pace e la purezza morale che è andata perduta.
Libro II
Nel secondo libro Andrea, mentre si trova nella villa della cugina, incontra e conosce Maria Ferres. La donna è la moglie di un ministro guatemalteco. Lei è un ritratto di dolcezza e purezza aristocratica.
Tra i due nasce un amore, inizialmente platonico. Il tema di tutta la seconda parte del romanzo è incentrato sull’amore per Maria. Andrea sfida se stesso, vuole la donna anche carnalmente e riesce infine a sedurla, cede alla passione la donna dall’alta moralità. Lei stessa lo scrive sul suo diario.
Libro III
Nel terzo libro si passa al ritorno a Roma. È finita per Andrea la convalescenza in autunno, quindi rientra a Roma convinto di essere cambiato.
Nel frattempo anche Elena è tornata in città. I due si incontrano al teatro, ma lei si è sposata. Così Sperelli, ricevuto l’invito ad andarli a trovare a casa il giorno successivo, entra in crisi. Si insinua in lui il ricordo della passione vissuta con la donna.
Nei confronti di Elena, Andrea prova un amore morboso e rivive con la nuova amante Maria l’amore per la prima, in un gioco di trasposizioni di persona: mentre ha una relazione con Maria – la donna angelo, continua a desiderare Elena – la donna lussuriosa.
Un giorno commette l’errore, accecato dalla gelosia per aver scoperto che Elena ha un nuovo amante, di salutare Maria pronunciando erroneamente il nome di Elena. La donna scoperto l’inganno di quel legame, lo respinge e fugge via. Andrea tenta, ma senza troppa convinzione, di fermarla, quindi rimane da solo ed in preda alla disperazione.
Libro IV
Infine, il quarto libro, racconta della sconfitta dell’esteta. L’azione si conclude nella casa di Maria, che è stata abbandonata dal marito, fuggito via e che l’ha lasciata piena di debiti a causa del vizio del gioco.
Andrea gironzola dentro il palazzo di Maria, dove si sta svolgendo un’asta per ripagare i creditori. La scena è incentrata sul confronto tra la bellezza e il pregio del palazzo e la volgarità degli acquirenti, che sono rozzi furfanti e che hanno invaso quel luogo in cerca dell’affare.
Sul finire del racconto si assiste al fallimento dello stile di vita del protagonista. Infatti nelle ultime righe si legge di Andrea costretto a salire le scale lentamente, proprio come se stesse recandosi ad un funerale, dietro ad un armadio trasportato dai facchini che era appartenuto alla donna angelo.
I temi e l’ambientazione del romanzo “Il Piacere”
Il periodo storico scelto è quello della fine dell’Ottocento. La storia inizia nel 1887, due anni dopo la separazione da Elena, avvenuta il 25 marzo 1885. Il romanzo Il Piacere di D’annunzio è ambientato a Roma: lo sfondo è quello aristocratico della Roma tardo-rinascimentale e barocca.
Sulle tematiche emergono la critica alla società alto borghese di fine Ottocento che è vuota di contenuti e sentimenti. La decadenza di questa società che ha trascurato il senso del bello, e ancora: l’affermazione della figura dell’esteta intellettuale inquieto, che si è ritagliato un mondo tutto suo, che è dominato dal culto per la bellezza.
Infine, sempre al personaggio principale, è affidato il compito di trattare una riflessione sui diversi tipi di amore: quello fatto di solo piacere e quello invece puro e spirituale.
Analisi sull’importanza del romanzo
L’elemento di grande importanza in questo romanzo capolavoro di D’Annunzio e della Letteratura Italiana, è che introduce in Italia la figura dell’eroe decadente. Si tratta di una figura all’epoca già presente nella letteratura straniera, in autori quali: Jean des Esseintes, personaggio ideato da Huysmans, in Francia, e Dorian Gray di Oscar Wilde, in Inghilterra.
Il personaggio introdotto da Gabriele D’Annunzio rappresenta l’incarnazione di questo stereotipo: cultore solo del bello, raffinato, aristocratico, freddo.
Ne “Il Piacere” si ritrovano mescolate tracce della tradizione naturalistica del romanzo d’ambiente con la nuova tendenza decadente della narrativa lirico-evocativa.
E ancora: il racconto non segue una narrazione cronologica degli accadimenti ma quella per blocchi discontinui, utilizzando spesso dei flashback legati ai ricordi del protagonista Andrea, e degli avvenimenti passati, che mescolano passato e presente.
Lo stile utilizzato da D’Annunzio è molto ricercato e dotto; la prosa è levigata, l’italiano che utilizza è ricco e raffinato. C’è una selezione da parte dello scrittore nell’utilizzo di parole rare e preziose, nomi esotici o sonori, latinismi, termini aulici. Tutti i termini scelti sono intenzionalmente non alla portata di tutti, e le parole sono ordinate seguendo uno schema metrico.
Seppure vi sia la componente autobiografica, il romanzo è scritto in terza persona.