I Patti Lateranensi del 1929: riassunto

Dopo l’Unità d’Italia, avvenuta nel 1861, gli italiani cominciarono a pensare a uno Stato unitario di carattere liberale. I rapporti con la Chiesa furono molto difficili. Una delle ragioni dello scontro fu soprattutto causata da quest’ultima che faceva parte del territorio italiano: rivendicò dall’inizio il suo essere Stato. Si giunse così alla sottoscrizione di un accordo di mutuo riconoscimento: i Patti Lateranensi.

Patti Lateranensi
Patti Lateranensi: illustrazione tratta da “La Domenica del Corriere” (24 febbraio 1929), supplemento al Corriere della Sera

Re Vittorio Emanuele II e la Battaglia di Porta Pia

Anche prima dell’Unità, si crearono tra gli “staterelli” che occupavano il territorio italiano e lo Stato della Chiesa delle piccole fratture. Esse cessarono in un certo qual modo con l’unificazione territoriale. Questa si completò nel 1870 attraverso un’azione militare voluta dal Re Vittorio Emanuele II contro la Roma Pontificia.

Ciò ebbe il suo culmine con la Battaglia di Porta Pia: i bersaglieri dell’esercito regio riuscirono a penetrare all’interno di essa rompendo le flebili difese delle truppe pontificie.

I partiti e la Chiesa

Dal 1870 al 1918, l’Italia fu caratterizzata da un governo liberale: i nuovi politici aderirono, per la maggior parte, alla Chiesa Cattolica ma il Papa non prese loro molto in considerazione, poiché nel corso di questi anni, nel nostro paese, non vi erano ancora presenti dei partiti di Chiesa, ossia dichiaratamente cattolici.

Il 1918 fu un anno chiave da questo punto di vista.

Nacque il Partito Popolare Italiano, un partito di cattolici, ma non clericale come fu quello della Democrazia Cristiana molti anni dopo.

Il Papa fu comunque contento e decise di sponsorizzare l’avvio di questo nuovo partito. Anche perché la Chiesa capì che era ormai importante avere uno strumento politico all’interno di un nuovo sistema che si stava sviluppando.

Mussolini e la Chiesa

Qualche anno dopo, precisamente dal 1922 in poi, vi fu l’avvento di Benito Mussolini. Il Duce capì che non poteva governare perfettamente senza il supporto clericale, nonostante fosse un ateo convinto e nonostante credesse nella laicità dello Stato.

Mussolini decise di avvicinarsi alla Chiesa con diverse manovre strategiche per attirare a sé le simpatie della comunità ecclesiastica.

Come ad esempio:

  • l’introduzione dei cappellani militari,
  • l’affissione del crocifisso negli edifici pubblici (scuole, uffici),
  • l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole.
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Furono inoltre gettate le basi per la costruzione dell’Università Cattolica di Milano. Nel frattempo, nel 1926, il Partito Popolare Italiano venne sciolto proprio dal regime fascista.

I rapporti tra Pio XI e Mussolini si rafforzarono: il Papa definiva il Duce come “Uomo della Provvidenza“, perché credeva che, grazie alla sua personalità e alla sua politica, la pericolosità del comunismo bolscevico non sarebbe mai subentrato in Italia.

Inoltre Mussolini rinunciò al suo anti-clericarismo riconoscendo la forza e l’influenza del Vaticano sul popolo Italiano.

C’erano dunque tutti i presupposti per una riappacificazione consensuale.

Le trattative tra il governo Mussolini e la Santa Sede ebbero inizio nel 1926 nel segreto più assoluto.

Il negoziatore per lo stato fascista fu inizialmente il consigliere di Stato Domenico Barone; per il Vaticano fu l’avvocato Francesco Pacelli, fratello del futuro papa Pio XII (Eugenio Pacelli).

Patti Lateranensi - firma di Benito Mussolini
Una foto del momento della firma di Benito Mussolini

I Patti Lateranensi (o Patti del Laterano)

Nel gennaio del 1927, Barone morì e le trattative furono continuate da Mussolini in persona; esse terminarono l’11 febbraio 1929 con la nascita e la firma dei Patti Lateranensi (o del Laterano, o Trattato del Laterano) in nome dell’edificio in cui furono stipulati e dichiarati. Le firme poste furono quelle del Duce e del cardinale Pietro Gasparri.

Patti del Laterano - protagonisti
Una foto storica con i protagonisti dei Patti del Laterano. Al centro, seduti: il cardinale Gasparri e Benito Mussolini.

I Patti Lateranensi furono distinti in tre accordi principali:

  1. il primo fu un trattato internazionale che diede origine allo Stato del Vaticano, il più piccolo Stato del Mondo;
  2. con il secondo accordo il governo diede una convenzione finanziaria, grazie alla quale il Regno d’Italia risarcì il Papa per la perdita dello Stato Pontificio con la Questione Romana del 1870;
  3. nel terzo accordo vi fu un concordato che regolò i rapporti fra lo Stato e la Chiesa.

Dopo la caduta del fascismo, il concordato creò molti problemi per l’assemblea costituente durante la composizione della Costituzione Italiana: esso venne rivisto nel 1984 per rimuovere la clausola riguardante la religione di Stato della Chiesa cattolica in Italia. Il nuovo concordato fu firmato a Villa Madama, a Roma, da Bettino Craxi (Presidente del Consiglio del periodo storico) per lo Stato Italiano e dal cardinale Agostino Casaroli in qualità di rappresentante della Santa Sede.

Le modifiche apportate furono diverse: la Chiesa cattolica, da quel momento in poi, sarebbe stata finanziata dall’Irpef attraverso il cosiddetto Otto per Mille; la nomina dei vescovi non avrebbe più avuto bisogno dell’approvazione del governo italiano; l’ora di religione nelle scuole, da obbligatoria diventò facoltativa.

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Alessio Bellè

Alessio Bellè, 24 anni, vive per il momento a Lecce, studia ed è appassionato di storia, arte e letteratura; affascinato dalle interpretazioni di Indro Montanelli, Mario Cervi e Piero Melograni. S'affaccia sui portali online per la prima volta.

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