Metropolis (quadro celebre di George Grosz)
Metropolis è il titolo di un celebre quadro dipinto dall’artista tedesco George Grosz (nome d’arte di Georg Ehrenfried Groß; 1893 -1959) fra il 1916 e il 1917. Si tratta di un’opera futurista, realizzata mediante la tecnica dell’olio su tela, che misura 100 x 102 cm. Oggi è esposto al museo Thyssen-Bornemisza di Madrid.
Contesto culturale
La città, nella sua evoluzione storica, è uno dei temi più dibattuti del XX e del XXI secolo. La pittura ne ha rappresentato lo sviluppo e le trasformazioni, vedi Boccioni e Kirchner, raccontando una trasformazione che sarebbe stata uguale a quella che la società, massificandosi, avrebbe affrontato: città sempre più grandi che avrebbero inglobato, come immensi formicai, migliaia di persone, che in cerca di lavoro avrebbero sconvolto le loro vite per un’ esistenza in quelle che in seguito sarebbero diventate delle metropoli convulse e in velocissimo sviluppo.
I futuristi celebrarono la città come un luogo di trasformazione e di fascino, dove la modernità avrebbe sacrificato tutto ciò che consideravano vetusto. Gli espressionisti, invece, consideravano la città nei suoi aspetti peggiori, la solitudine, l’alienazione e lo sfruttamento legati all’industrializzazione e agli aspetti più biechi della modernità.
In questo senso uno dei quadri che più colpisce per la sua immediatezza e la sua grande visionarietà è Metropolis, di George Grosz.
Analisi dell’opera
Grosz in questo dipinto immagina una città caotica, soffocante, infernale, in cui gli uomini si muovono dentro ad un inferno metropolitano. Il colore preponderante è il rosso, che accentua l’idea di un luogo di sofferenza e caos, dove gli altri colori vengono divorati, come le persone dal cemento e dal traffico di una città moderna.
Le persone che sembrano fuggire di fronte alla catastrofe, che potrebbe essere una guerra imminente o il loro futuro in una metropoli sconvolta dalla crescita selvaggia, hanno i volti coperti dalle maschere.
In effetti Grosz sembra voler costruire in Metropolis una sorta di parodia, come se i personaggi appartenessero ad uno spettacolo, tragico certamente, ma anche farsesco. Metropolis fu dipinto durante la prima guerra mondiale e il contesto drammatico in cui il pittore visse e che avrebbe portato alla consapevolezza di come la guerra si fosse trasformata in un massacro di massa, non poteva non influire nel risultato finale dell’opera.
Un altro aspetto che colpisce è la forza sonora e ipnotica del quadro. L’immobilità degli edifici si scontra con la dinamica fuga delle persone, che scappano in direzioni diverse, creando una sorta di marcia caotica, mentre l’edificio principale, immobile, divide in due il quadro, appoggiandosi idealmente alla linea di confine creata dal palo posto al centro.
Sembra la scena di un film o di un’opera teatrale, come si è detto, che segue un movimento preciso e meccanico. È una visione apocalittica e disperata, forse una previsione? Il nazismo con la sua catastrofe storica sarebbe nato pochi anni dopo e Grosz sarebbe stato censurato per il contenuto dei suoi quadri.