L’ispirazione del poeta, opera di Poussin

Poesia, musica e arte si combinano nell’opera di Nicolas Poussin (1594-1665), ritraendo il momento sommo della creazione intellettuale, nata dall’ispirazione.  “L’ispirazione del poeta” (1630) nasconde i profili delle grandi realtà degli anni maturi dell’Italia Rinascimentale, della Roma dei Papi e di complesse dinamiche religiose e antiriformiste. Nella poesia lo spirito si inebria di sentimenti assoluti, emergendo dalle più intime passioni umane, rincorrendo l’ideale sommo della perfezione, nel ravvicinamento a quelle antiche concezioni dalla purezza inalterata, ormai smarrite.

Ispirazione del poeta - Poussin - Inspiration of the poet
Ispirazione del poeta (Nicolas Poussin, 1630 circa) – Olio su tela – 184 x 214 cm

La pittura seicentesca, nell’Italia di Artemisia Gentileschi (1593-1653) e nella Francia di Elisabeth Sophie Chéron (1648-1711), guarda esultante verso il luminoso passato dell’arte classica, in quei volumi fatti forme antiche e sacre divinità olimpiche. La luce è pura, come la concezione che ispira alla creazione di dipinti a tema mitologico, quale richiamo fondamentale per una realtà storica che riscopre la validità del glorioso passato umano.

La mitologia, nell’intero complesso delle reminescenze e dei riferimenti alla letteratura antica, s’immerge nella bellezza del paesaggio bucolico, come spazio adibito per natura alla combinazioni di quelle grazie che ben divengono musa dell’ingegno sensibile dei grandi artisti.
Il cuore del classicismo francese vede in Poussin l’esponente rappresentativo di un secolo storicamente complesso, inondato di arte e di un autentico vigore intellettuale.

L’ispirazione del poeta” raggiunse il Louvre nel 1911 dove, arricchendo la collezione di dipinti francesi, divenne simbolo della poetica vocazione che guidò l’uomo verso i trionfanti capolavori custoditi nel museo parigino.

L’ispirazione del poeta: note tecniche e descrittive

Nella “Guida pittorica” di Alessandro Petti, la poetica di Nicolas Poussin trova la sua identità in una descrizione nitida, indicando il pittore francese come colui che nel pieno spirito classicista “predilegea massimamente le bellezze espressive poiché mostravano il linguaggio del pensiero e del sentimento e perciò ricercava nell’ antico quella bellezza ideale o intellettuale“, scelta assoggettata alla mediazione di personaggi storici, particolarmente pertinenti a una nobile espressione della composizione e dello stile.

Poussin riportò l’ispirazione del soggiorno a Roma nella sua composizione pittorica ritraente il poeta, Calliope ed Apollo.

Il condottiero italiano Francesco della Scala (1211-1329) individuava nell’ispirazione, geminata direttamente dall’intelletto umano, quella facoltà creatrice e plastica che rende l’uomo simile a Dio, incoraggiando l’innalzando dell’esistenza umana in “spazi e tempi eternali”.
La ricerca delle parole, quei nobilissimi congegni di linee e curve che abilitano l’uomo a rendere leggibile e tramandabile nei tempi l’impulso umano, induce il poeta a bramarle nell’alto del cielo, tra le fronde di un paesaggio che lascia intravedere l’azzurro dell’empireo, ammorbidito dalle nubi pesanti.

Ispirazione del poeta - dettaglio
Il dettaglio dei volti nel quadro di Poussin “L’ispirazione del poeta” • Da sinistra: Calliope, Apollo e il poeta.

I personaggi si legano tra i gesti e i movimenti del corpo, indicando il senso e il moto stesso dell’ispirazione che, partendo dalla musa, è convogliata al poeta grazie alla figura dell’Apollo inghirlandato d’alloro, nell’attesa di una ricompensa immediata, indicata dal putto pronto ad incoronare il poeta.

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Il classicismo incantevolmente affiora dai visi, dalle movenze e dalle pose colme di simbolismo. La luce illumina le giovani membra, conferendo vitalità e riportando volume in quelle forme che altrimenti risulterebbero spente e immobili, come quelle della statuaria classica.
I colori brillano dai drappeggi e nelle rose gote della musa, unendo la naturalità dell’atto alla freschezza della vegetazione anonima e poco rivelativa.

Calliope, la dea dalla “voce bella” ispiratrice dell’Iliade (evocata nel proemio, proprio nel 1° verso) e dell’Odissea di Omero, è una dea ellenica, una venere dal corpo pudicamente fasciato in drappeggi dalle pieghe abbondanti.
La figlia della dea greca Mnemòsine, Calliope (Καλλιόπη), fu immortalata nella sua posa semplice e guardinga, facendosi immagine di quella fiera giovinezza che non teme l’eternità.

I simboli e il loro significato

Il significato dell’opera appare immediato, intuitivo nella simbologia, nel potere comunicativo che si serve del patrimonio classico per rinforzare e rendere visibile il meccanismo che genera l’arte, sia questa poesia, pittura o musica.

Poussin modellò il frutto della sua esaltante genialità classicista, riproponendo schemi grafici differenti, modificando e sostituendo pose e personaggi, fino al raggiungimento ultimo di un ritmo equilibrato e severo.

Il messaggio viene narrato ispirando e affascinando lo spettatore, coagulando il mistero dell’alta contemplazione del mondo all’esito finale della poesia, resa perfetta grazie alla mediazione di Apollo.

La grandezza di Poussin non venne in ogni caso accolta con gaudio dai contemporanei, giungendo, in assai rare occasioni, a critiche rivolte alla sua distinta pittura, dove li si rimproverava di aver “qualche volta troppo divise le sue composizioni e dispersa la luce Io che nocque all’insieme delle linee e all’effetto del chiaroscuro“.

Un giudizio che si rivela incomprensibile agli occhi dello spettatore moderno, il quale riconosce in Poussin il merito di aver valicato l’estasi generata da una pittura di cristallina perfezione, riuscendo ad incorporare all’estro pittorico il senso glorioso della poesia, della retorica e della meditazione filosofica.

Note Bibliografiche
P. Daverio, Louvre, Scala, Milano, 2016
F. Della Scala, Discorso di filosofia, Andrea Bettini Libraio-Editore, Firenze, 1873
A. Petti, Guida pittorica ossia analisi intorno lo stile delle diverse scuole di pittura e degli artisti italiani e stranieri, Stabilimento tipografico di Nicola Fabricatore, Napoli, 1855
C. De Seta, Viale belle arti: Maestri e amici, Bompiani, Milano, 2013

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Simona Corciulo

Simona Corciulo nasce a Gallipoli il 5 maggio del 1992. Appassionata di arte e antiquariato, ha conseguito la laurea in ''Tecnologie per conservazione e il restauro'' nel 2014. Fervida lettrice, ama scovare e collezionare libri di arte, storia, narrativa - italiani e stranieri - desueti o rari.

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