Il fu Mattia Pascal: riassunto

L’opera Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello venne pubblicato a puntate sulla rivista Nuova Antologia per la prima volta tra aprile e giugno del 1904. Uscì poi un volume nello stesso anno. Pirandello collegò sin da subito questo romanzo con saggio dell’Umorismo, uscito nel 1908 che è appunto dedicato a Mattia Pascal, il personaggio principale del libro che stiamo analizzando. È il protagonista che racconta la sua storia.

Pirandello, Il fu Mattia Pascal (1904)
Il fu Mattia Pascal: copertina di un’edizione del romanzo e foto dell’autore, Luigi Pirandello

Il romanzo è diviso in tre parti che corrispondono a tre diversi modelli di vita. Negli ultimi due capitoli si narra la trasformazione del protagonista nel “fu” Mattia Pascal, egli ormai è un estraneo per la vita che ha vissuto. Prima di cominciare la storia, ci sono due capitoli in cui l’autore afferma che sta per scrivere una sorta di antiromanzo.

Nel terzo capitolo inizia il racconto vero e proprio: si narrano le vicende nel giovane Pascal, partito per la Francia a seguito di alcuni problemi familiari. Vince una somma alla roulette e decide di non rientrare a casa ma stabilirsi a Roma, dove si inventa la nuova identità di Adriano Meis.

Le vicende iniziano a complicarsi in quanto il protagonista si innamora ma è cosciente di non poter sposare la ragazza in quanto non in possesso di una vera identità. Finge il suicidio di Adriano Meis e torna al suo paese natio. Qui scopre che era stato dato per morto e seppellito al cimitero. Trova sua moglie sposata con un altro uomo ed è quindi costretto a farsi una nuova vita come fu Mattia Pascal. Incoraggiato a scrivere la storia della sua vita, dà corpo al romanzo.

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Vive come fuori dalla vita stessa: lavora in una biblioteca che non è frequentata da nessuno, in una condizione di inettitudine e distacco dalla società. Il tema dell’inetto è uno dei fondamentali del romanzo, accompagnato a quello della famiglia considerata come prigione dalla quale il protagonista scappa per inseguire il sogno facile dell’arricchirsi mediante il gioco d’azzardo.

Il fu Mattia Pascal: Finale

Alla fine del libro Pascal obietta di non essere fatto per rientrare nella legge né tantomeno di volerlo fare. Ormai ha rinunciato a qualunque illusione sull’identità, che è il fattore che riduce l’uomo ad una maschera, una forma. Non resta altro che vivere al di fuori della vita, libero dalla forma ma solo.

Incipit del romanzo

Una delle poche cose, anzi forse la sola ch’io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal. E me ne approfittavo. Ogni qual volta qualcuno de’ miei amici o conoscenti dimostrava d’aver perduto il senno fino al punto di venire da me per qualche consiglio o suggerimento, mi stringevo nelle spalle, socchiudevo gli occhi e gli rispondevo:
– Io mi chiamo Mattia Pascal.
– Grazie, caro. Questo lo so.
– E ti par poco?
Non pareva molto, per… (incipit de Il fu Mattia Pascal)

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Anna D'Agostino

Anna D'Agostino, napoletana di nascita portodanzese d'adozione, laureata in Filologia Moderna e appassionata di scrittura. Ha collaborato con varie testate come giornalista pubblicista, attualmente insegna Lettere in una scuola secondaria di primo grado.

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