Gatti molto speciali, libro di Doris Lessing. Recensione del breve romanzo

Dalla Rhodesia fino alla Gran Bretagna e poi nel tempo, ma senza una reale trama. “Gatti molto speciali” di Doris Lessing non è un romanzo e nemmeno un saggio, ma una sorta di taccuino in cui la scrittrice britannica ha appuntato l’incidenza fra la sua vita e quella dei gatti che hanno abitato con lei. Non dei gatti che “ha avuto” perché mai si legge, né si sente minimamente, quel senso di possesso che molti “padroni”, invece, avvertono.

Gatti molto speciali libro Doris Lessing
La prima pubblicazione di Gatti molto speciali risale al 1967. Nella foto: l’edizione del libro di Doris Lessing pubblicata da Feltrinelli nel novembre 2017

Come alla presenza di un effettivo limite umano vs animale, c’è la vita della Lessing e, staccata, quella della “gatta grigia” o della “gatta nera”. Non servono nomignoli o letture umanizzanti: si cambia continente, si cambia casa, arrivano altri gatti.

Sapevo che in quella casa ci sarebbe stato un gatto. Proprio come uno sa che quando una casa è troppo grande vi saranno anche altri che arriveranno a viverci dentro, allo stesso modo vi sono case nelle quali non possono non esserci gatti. Ma per un certo periodo di tempo respinsi i vari gatti che arrivarono ad annusare in giro per cercare di capire di che tipo di casa si trattasse.

Gatti molto speciali, recensione del libro

La lezione della Lessing, a fronte di oltre centosessanta pagine che scorrono in maniera magnifica, è la giusta distanza fra i due mondi cosicché se da una parte restituisce uno scritto a tratti freddo rispetto all’immaginario felino sui media, dall’altra insegna il valore del confine e il rispetto per un intero universo che ha significato di per sé prima ancora di ciotole con nomi, collari, cappottini e campanellini, di cui credo qualsiasi animale farebbe volentieri a meno (per citare la totale perdita di vista del limite dall’altra parte).

Considerato questo iniziale e diffuso punto di vista, però, va segnalata l’esistenza, nel testo come nella vita, di momenti in cui i due mondi si avvicinano irrimediabilmente. E, in particolare, come nel vissuto di ognuno di noi, anche in “Gatti molto speciali” saranno la sofferenza e il dolore a rendere i confini più evanescenti. In particolare, quel dolore reazione primaria alla violenza (efferata nella prima parte del libro).

Osservazioni a distanza del mondo felino

Lessing bambina subisce le brutte decisioni del padre per risolvere il sovrappopolamento, pure preoccupante, dei felini intorno casa e forse per questo resterà sempre a distanza di sicurezza: per proteggersi. Più avanti, però, ritrova quella stessa sofferenza quando – seppur in maniera molto molto meno barbara – deve tornare a scegliere per le sue due gatte, contenerne la crescita esponenziale della colonia e osservarne, a seguito dell’intervento chirurgico, il cambiamento innaturale.
Aumenta l’empatia fra i due universi.
Come dire, quando gli umani sono più animali, gli animali si fanno più umani.

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[…] è certo che cambiò. Era stata colpita nella sua sicurezza. La bella tiranna di quella casa non c’era più. […] Per molto tempo non fu più sicura di niente. […] . Nel suo temperamento si insinuò una nota stridente. Divenne stizzosa circa i propri diritti. Si fece dispettosa. Bisognava che la si assecondasse. E divenne irascibile con i suoi antichi ammiratori, i gatti che stavano sul muro di cinta. Per farla breve, si era trasformata in una gatta zitella. Quello che noi facciamo a queste bestie è una cosa orribile. Ma forse non si può fare altrimenti.

L’empatia va in ascesa nel resto del libro come probabilmente è stato nell’esperienza della Lessing, nella sua vita. Via via lo sguardo si fa più tenero, senza perdere però lo spirito di osservazione a distanza, quasi scientifico in maniera leggera.

Rufus è stato quello che mi ha fatto pensare ai diversi tipi di intelligenza che hanno i gatti. Prima di allora avevo capito soltanto che i gatti avevano diversi tipi di temperamento. Quella di Rufus è l’intelligenza del sopravvissuto; Charles ha l’intelligenza scientifica; lui ha curiosità per tutto, per le vicende umane, per le persone che vengono a far visita, e in particolare per i congegni elettrici che abbiamo in casa. I registratori, un giradischi, la televisione, una radio, lo affascinano.

Foto di Doris Lessing
Foto di Doris Lessing

Le lezioni dell’autrice

L’autrice, premio Nobel per la Letteratura nel 2007, racconta così in Gatti molto speciali il proprio vissuto e la propria esperienza lasciando al lettore due lezioni fra le pagine: la giusta distanza, come detto, e anche, infine, il beneficio del dubbio.

Quest’ultimo quello che dovrebbe attanagliare chiunque si prende in carico la vita di un animale, nutrendolo e occupandosi di lui e così compiendo una scelta: la libertà contro la cura, l’essere selvaggio contro l’esser nutrito, il vivere secondo natura contro un’esistenza sicura e salva da automobili in corsa.
E chi può dire cosa sia giusto e cosa sbagliato?

Quando si conoscono i gatti, quando si è passata una vita insieme ai gatti, quel che rimane è un fondo di sofferenza, un sentimento del tutto diverso da quello che si deve agli umani: un misto di dolore per loro incapacità di difendersi, e di senso di colpa a nome di tutti noi.

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Maria Cristina Costanza

Maria Cristina Costanza è nata a Catania il 28 gennaio 1984. Lascia la Sicilia a 18 anni per trasferirsi a Roma, dove si laurea in Comunicazione a La Sapienza. Sin da studentessa si orienta verso il giornalismo culturale collaborando con settimanali on line, webzine e webtv, prima a Roma poi a Perugia e Orvieto, dove vive attualmente. Dal 2015 è giornalista pubblicista. Col giornalismo, coltiva la sua 'altra' passione: la danza. Forte di quasi 20 anni di studio fra Catania, Roma, Perugia e New York oggi è insegnante di danza contemporanea e classica a Orvieto.

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