Opere di Carducci
In questo articolo troverete uno schema riassuntivo in ordine cronologico delle opere di Giosuè Carducci.
“Juvenilia” è una raccolta di cento poesie giovanili, scritte tra il 1850 e il 1860. L’opera presenta reminiscenze di poeti del passato, da Dante a Foscolo. Tra le poesie più note: Omero, Dante, In Santa Croce.
“Levia Gravia” sono due volumetti, di 14 componimenti ciascuno, scritti fra il 1861 e il 1871. Conclude la raccolta l’Inno a Satana (pubblicato come opera a sé nel 1863), dove Satana appare come il simbolo del progresso umano. Fra le poesie più famose: Poeti di parte Bianca, Per Val d’Arno.
“Giambi ed Epodi” comprende 31 poesie scritte fra il 1867 e il 1879. Il titolo si riferisce a due ritmi poetici (cioè a due modi di sistemare la successione delle sillabe di un verso) usati dai poeti greco-latini per un tipo di poesia aspra e satirica: allude, così, al contenuto polemico della raccolta. Fra le poesie più note della raccolta: Agli amici della valle Tiberina, Meminisse horret, La consulta araldica, Avanti! Avanti!, Mazzini, Il canto dell’amore.
“Rime nuove” è una raccolta di 105 poesie composte fra il 1861 e il 1887.
È l’opera più intima e umana del Carducci: visioni storiche, paesaggi e ricordi giovanili ne sono i principali motivi. Le poesie più famose della raccolta sono: Il bove, Virgilio, Funere mersit acerbo, Traversando la Maremma toscana, Pianto antico, San Martino, Idillio maremmano, Davanti San Guido, La Leggenda di Teodorico, Il comune rustico, Sui campi di Marengo, Faida di comune, Maggiolata.
“Odi barbare” è una raccolta di 57 poesie iniziate nel 1873 e pubblicate in tre riprese (1877, 1882, 1889). Il titolo è spiegato dal poeta: “Queste odi le intitolai “barbare” perché tali sonerebbero agli orecchi e al giudizio dei greci e dei romani, se bene volute comporre nelle forme metriche della loro lirica“. Tra le poesie più note della raccolta troviamo: Nell’annuale della fondazione di Roma, Dinanzi alle terme di Caracalla, Alla vittoria, Alle fonti del Clitunno, Nella piazza di San Petronio, Per la morte di Napoleone Eugenio, Alla stazione in una mattina d’autunno, Miramar, Alla regina d’Italia.
“Rime e Ritmi” comprende 29 poesie scritte fra il 1887 e il 1898. Il titolo indica che sono compresi nella raccolta versi con ritmo italiano (16 rime) e versi con ritmo “barbaro”, cioè d’imitazione classica (13 ritmi). I temi sono quelli tipici della poesia carducciana, talvolta appesantiti da una scoperta erudizione. Alla fine della raccolta, ma a parte, è messa la Canzone di Legnano: sarebbe dovuta consistere di tre parti, ma Carducci scrisse solo la prima (nel 1876-1879) intitolata Il parlamento. Tra le poesie più note della raccolta: Jaufrè Rudel, Piemonte, Mezzogiorno alpino, La chiesa di Polenta.
Tra le opere in prosa principali abbiamo:
“Discorsi letterari e storici” comprende 17 discorsi pronunciati nelle più svariate occasioni. I più noti sono: Per l’inaugurazione del monumento a Virgilio in Pietole, Lo studio di Bologna, Per la morte di Giuseppe Garibaldi.
“Studi sulla letteratura italiana dei primi secoli” è il primo lavoro serio sull’antica poesia popolare italiana.
“Petrarca e Boccaccio” particolarmente importanti sono i saggi sul Petrarca, del quale Carducci fu profondo studioso.
“Il Poliziano e l’Umanesimo” fra i saggi che compongono l’opera è molto importante quello relativo alle poesie toscane del Poliziano.
“Studi su G. Parini” divisa in due volumi (II Parini maggiore e II Parini minore), è l’opera critica più notevole del Carducci. Particolarmente importante l’analisi dello stile e delle reminiscenze arcadiche delle opere pariniane.
“Confessioni e battaglie” sono due volumi che raccolgono la maggior parte degli scritti autobiografici e polemici del Carducci.