Battere la diana: significato e origine del modo di dire

Battere la diana: dare la sveglia

Nella lingua italiana ci sono moltissime espressioni che derivano dal linguaggio militare. Una di queste è “battere la diana”. In senso letterale significa dare la sveglia; in senso figurativo possiamo utilizzarla per indicare una incitazione all’azione, lo scuotere qualcuno al fine di fargli fare qualcosa.

Partiamo dalla Diana

La Diana di cui si parla in questa espressione è una stella, o meglio un pianeta. Si tratta di Venere. Come noto, è visibile soltanto poco dopo il tramonto e poco prima dell’alba. Per questo motivo gli antichi Greci e poi anche i Romani chiamavano il pianeta Venere “stella della sera” o “stella del mattino”.

In alcune sue apparizioni mattutine, per la grande lucentezza, viene anche chiamata Lucifero.

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La sveglia dei soldati

L’espressione Battere la diana si riferisce a una particolare pratica militare. Durante le operazioni militari, generalmente, le colonne di fanteria si mettevano in marcia all’alba. Questo per marciare con una temperatura maggiormente sostenibile ed evitare le ore di maggior caldo.

Per tenere questa tabella di marcia, quindi, le truppe venivano svegliate molto presto. Si dava loro circa trenta minuti per la colazione.

In che modo venivano svegliati?

Lo squillo di tromba solito avrebbe potuto giungere all’orecchio del nemico e fornirgli un’informazione sulla posizione dell’accampamento avversario. Così si optava per i tamburi, dal suono più basso e meno udibile a lunga distanza.

Battere la diana: un tamburo militare
Battere la diana: un tamburo militare

Ecco cioè che si “batteva la diana”: il soldato deputato batteva sul tamburo per svegliare la truppa, illuminato solo dalla luce della diana o Venere.

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A proposito di Venere

Venere è il secondo pianeta del sistema solare, il più grande e anche il più visibile dalla Terra. È classificato come un “pianeta terrestre”. Per questo spesso lo si descrive come gemello della Terra, a cui somiglia, fra l’altro, anche per dimensione e massa.

Prende il nome dalla dea romana della bellezza e dell’amore.

Per questo motivo il simbolo di questo pianeta è quello utilizzato per indicare il genere femminile: altro non è che la rappresentazione stilizzata proprio di Venere che regge uno specchio con la mano.

Simbolo di Venere
Simbolo di Venere

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Maria Cristina Costanza

Maria Cristina Costanza è nata a Catania il 28 gennaio 1984. Lascia la Sicilia a 18 anni per trasferirsi a Roma, dove si laurea in Comunicazione a La Sapienza. Sin da studentessa si orienta verso il giornalismo culturale collaborando con settimanali on line, webzine e webtv, prima a Roma poi a Perugia e Orvieto, dove vive attualmente. Dal 2015 è giornalista pubblicista. Col giornalismo, coltiva la sua 'altra' passione: la danza. Forte di quasi 20 anni di studio fra Catania, Roma, Perugia e New York oggi è insegnante di danza contemporanea e classica a Orvieto.

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