Autoritratto di Frida Kahlo del 1948
L’autoritratto del 1948 è il secondo in cui Frida Kahlo appare vestita con il tradizionale abito Tehuana e l’unico quadro che ha dipinto in quell’anno a causa dei notevoli problemi di salute che spesso la costringevano a subire operazioni chirurgiche, molto invasive, e a sopportare lunghi periodi di convalescenza.
Approfondimento
Analisi dell’opera
Nel dipinto la merlettatura del collo circonda e chiude Frida come se avesse una cuffia. L’abito sembra fuoriuscire dalla tela.
Il volto
Il volto di Frida Kahlo, in questo autoritratto, sembra una maschera troppo pressata dall’abito e dalle stoffe. Il suo volto risalta molto e quasi incide la tela. Le sopracciglia e la traccia scura dei suoi baffi la fanno sembrare un po’ mascolina, dura e severa. E’ un periodo di sofferenza e di dolore fisico e psicologico.
Le lacrime
Nel quadro le lacrime che le rigano il volto rappresentano un patimento continuo del suo spirito. Infatti il dipinto fu commissionato dal dottor Samuel Fastlicht al quale Frida scrisse che si scusava per il ritardo nella realizzazione dell’opera ma che a causa della sua cagionevole salute non aveva potuto realizzare prima il quadro.
I colori
La bellezza dell’autoritratto del 1948, un contrasto fra equilibro e sofferenza, è espressa anche dall’originale accostamento dei colori, come ad esempio il viola della stoffa che contorna il volto, con il bianco dei merletti dell’abito.
La storia del dipinto
Il dipinto, un olio di 50×39,5 cm che appartiene ancora alla famiglia Fastlicht, fu venduto al dottore per 2.500 dollari dell’epoca.
Il prezzo, un po’ più basso delle quotazioni dei quadri dell’artista messicana, che all’epoca valevano circa 3.000 dollari l’uno, fu abbassato perché Frida Kahlo decise di pagare la parcella del dottore con la differenza, cioè 500 dollari.