Vita di Santa Barbara
Santa Barbara nasce nel terzo secolo dopo Cristo in Asia Minore, nell’attuale Turchia, nel porto di Izmit, chiamata a quei tempi Nicomedia. Trasferitasi a Scandriglia, località attualmente in provincia di Rieti, Barbara viene – secondo la leggenda – rinchiusa dal padre Dioscuro, pagano, in una torre, al fine di tenerla al sicuro dai suoi corteggiatori. Per impedirle di usare le terme pubbliche, inoltre, Dioscuro ordina la costruzione di terme private per la figlia. Barbara, osservando che il progetto presenta solamente due finestre, invita chi si sta occupando della costruzione delle terme ad aggiungere un terzo vano, così da rievocare il concetto di Trinità. Nel momento in cui si accorge del cambiamento della costruzione, Dioscuro comprende che la figlia è diventata cristiana.
Barbara si era avvicinata al cristianesimo qualche tempo prima, quando sua madre – che a sua volta aveva segretamente abbracciato il credo cristiano – le aveva svelato la sua reale confessione religiosa. Barbara, così, dopo aver ascoltato diverse preghiere, aveva deciso di diventare cristiana, percependo il richiamo di Gesù all’interno del proprio cuore, e coinvolgendo anche la sua amica Giuliana nella conversione.
Il padre di Barbara, scoperto il credo della figlia, la denuncia alla magistratura romana, che la condanna alla decapitazione: sono i tempi in cui la persecuzione dei cristiani è ancora attiva e ben radicata nel modo di pensare romano. Il magistrato che emette la sentenza, inoltre, ordina che la decapitazione avvenga dopo due giorni di torture feroci, e venga eseguita direttamente dal padre. Le torture iniziali prevedono la flagellazione realizzata con delle verghe, che tuttavia – stando al racconto leggendario – si trasformano in piume di pavone (proprio per questo motivo, la santa nell’iconografia verrà spesso rappresentata mentre in mano tiene delle piume lunghe); dopodiché, la ragazza viene torturata con il fuoco. Infine, si procede all’uccisione, con il taglio prima delle mammelle e poi della testa. E’ il 4 dicembre 306 dopo Cristo.
Dioscuro, dopo aver effettuato l’esecuzione, viene colpito da un fulmine, che lo uccide: è il segno che Dio l’ha punito per il suo gesto. Insieme con Barbara, viene uccisa anche l’amica Giuliana, vittima dello stesso martirio.
Santa Barbara diventa, quindi, martire e santa, venerata sia dalla Chiesa ortodossa che dalla Chiesa cattolica. I dati certi a proposito della sua vita, in realtà, sono molto pochi, e la sua figura è diventata leggendaria soprattutto per merito della cosiddetta “Legenda Aurea”.
A proposito del luogo in cui è avvenuto il martirio ed è stato deposto il corpo, sono molte le tradizioni che ne parlano, spesso in maniera discordante. Secondo una di esse, per esempio, il martirio sarebbe avvenuto a Scandriglia, mentre il corpo sarebbe stato spostato nel X secolo a Rieti per metterlo al riparo dalle scorrerie dei Saraceni. Per questo motivi Barbara sarebbe stata nominata patrona della città (e infatti le è stata dedicata una cattedrale). Secondo un’altra leggenda, invece, il martirio avrebbe avuto luogo in Egitto, mentre le reliquie sarebbero state trasferite addirittura a Costantinopoli: da lì, poi, i veneziani le avrebbero portate nella loro città alla fine del X secolo, e quindi spostate prima a Torcello e poi a Murano, con i resti della Santa che attualmente riposerebbero a Burano.
Ritenuta protettrice contro le morti violente e improvvise e i fulmini, Barbara viene festeggiata il 4 dicembre, giorno in cui è avvenuto il martirio: gli esplosivi e i luoghi in cui sono conservati vengono chiamati “santabarbara” per ricordarla.
Patrona dei minatori e spesso invocata dai militari (visto che viene considerata anche la protettrice degli addetti alla custodia degli esplosivi), è particolarmente venerata dai vigili del fuoco, dai montanari, dagli architetti, dalla Marina Militare, dalle armi del Genio, dagli operai stradini, dai lavoratori nel settore petrolifero, dai geologi, dagli uomini dell’Artiglieria e dagli artisti sommersi. Patrona, tra l’altro, dei Comuni di Pradalunga (in provincia di Bergamo) e San Carlo (in provincia di Livorno) in suo onore il 4 dicembre viene donato un mazzo di rose rosse al Primo Direttore del Tiro di Bordo della Marina Militare.