Il Trattato di Schengen

Il 26 marzo 1995 entra ufficialmente in vigore il Trattato di Schengen, che diventa operativo in sette Paesi dell’Unione Europea: la Spagna, il Portogallo, l’Olanda, il Lussemburgo, la Germania, la Francia e il Belgio. In Italia, la convenzione verrà applicata solo due anni e mezzo più tardi, a partire dal 26 ottobre 1997.

Il trattato di Schengen
Gli accordi di Schengen e l’Europa

Gli accordi di Schengen prevedono misure a breve termine, di carattere organizzativo e amministrativo, che non implicano cambiamenti delle leggi nazionali: si parla, per esempio, dell’alleggerimento dei controlli alle frontiere, dell’agevolazione del sistema dei trasporti di merce, dell’unificazione dei controlli degli Stati confinanti e della semplificazione dello scorrimento del traffico alle frontiere. Ma entrano in vigore anche misure a lungo termine, destinate a dare vita a innovazioni significative: si parla, per esempio, della realizzazione di un’area omogenea per l’abolizione dei controlli interni, che garantisca condizioni di sicurezza comuni.

Gli obiettivi degli accordi devono essere perseguiti mediante impegni specifici: non a caso i Paesi firmatari approvano, oltre agli accordi di Schengen, una convenzione per l’applicazione degli accordi stessi. La convenzione di Schengen può essere pensata come una cooperazione rafforzata: il primo accordo viene firmato da Germania, Francia e Benelux il 14 giugno 1985 proprio a Schengen, cittadina del Lussemburgo, e costituisce il primo passo per l’introduzione e la messa in pratica di un regime di libera circolazione per tutti i cittadini.

L’accordo e la convenzione di Schengen formano, insieme, il cosiddetto acquis di Schengen, che dal 1999 fa parte del quadro giuridico e istituzionale dell’Unione Europea.

Gli accordi di Schengen sono stati firmati dall’Italia nel 1990, dal Portogallo e dalla Spagna nel 1991, dalla Grecia nel 1992, dall’Austria nel 1995, dalla Danimarca, dalla Svezia e dalla Finlandia nel 1996. Dallo stesso anno appartengono allo spazio di Schengen anche la Norvegia e l’Islanda, che tuttavia hanno una possibilità decisionale limitata.

Al Trattato di Schengen non hanno aderito, invece, la Repubblica d’Irlanda e il Regno Unito: queste due nazioni si caratterizzano per leggi riguardanti l’immigrazione decisamente più permissive rispetto a quel che accade nel resto d’Europa, e inoltre applicano il cosiddetto Common Travel Area, che annulla le frontiere tra loro (quindi se uno dei due Paesi decidesse di aderire a Schengen, il Common Travel Area dovrebbe essere rinegoziato).

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passaporto
Con il Trattato di Schengen si introduce in Europa e nei paesi degli stati firmatari la libera circolazione dei cittadini.

Va notato, inoltre, che le frontiere esterne a Schengen sono gestite da forze di polizia, mentre in Irlanda e nel Regno Unito gli organismi di controllo dei passaporti sono costituiti da personale civile con limitati poteri. Non tutti i territori dei Paesi che aderiscono a Schengen sono coperti dall’accordo: ne sono esclusi, infatti, l’arcipelago di Helgoland in Germania; i Caraibi Olandesi, Sint Maarten, Aruba e Curacao in Olanda; le isole Svalbard (tranne Jan Mayen) in Norvegia; numerosi territori, tra cui la Nuova Caledonia, la Guadalupa, la Guyana Francese e la Martinica, in Francia; le isole Far Oer e la Groenlandia in Danimarca. Lo Stato della Città del Vaticano e la Repubblica di San Marino non hanno firmato il trattato, ma indirettamente aderiscono all’accordo in virtù dell’assenza di barriere doganali con l’Italia.

Il Trattato di Schengen si propone, tra l’altro, di favorire una maggiore collaborazione tra le forze di polizia dei diversi Paesi, così che le forze dell’ordine in determinati casi hanno l’opportunità di intervenire anche al di fuori dei confini nazionali. Oltre al consolidamento dei controlli alle frontiere esterne e all’eliminazione dei controlli dei cittadini alle frontiere interne, il Trattato favorisce anche un’integrazione tra i database delle forze di polizia tramite il Sis, cioè il Sistema di Informazione Schengen; sempre dal punto di vista dell’ordine pubblico, agevola il coordinamento tra i vari Paesi nella lotta a episodi di criminalità organizzata che hanno rilevanza internazionale (dall’immigrazione clandestina al traffico di droga o armi, passando per delitti mafiosi).

Lo spazio Schengen intende, tra l’altro, dare vita a un mercato interno inteso come uno spazio senza frontiere per assicurare la libera circolazione di persone, capitali, servizi e merci. Nato con finalità soprattutto economiche, il Trattato può essere sospeso in particolari circostanze, secondo il comma 3 dell’articolo 78 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, che stabilisce che in caso di afflussi improvvisi di cittadini di altri Stati in un Paese membro di Schengen il Consiglio possa applicare misure temporanee per limitare l’ingresso dei cittadini e la loro libera circolazione, su proposta della Commissione e dopo avere consultato il Parlamento Europeo, per esempio ripristinando i controlli alle frontiere.

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Stefano Moraschini

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